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Partita GDR | L'ombra di Saladino

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Messaggio Da Alice Gio Apr 06, 2023 9:52 pm

Cronache d'Inghilterra ~ August~ 1262


Caro diario, come stai? è passato veramente molto tempo dall'ultima volta, mi dispiace averti trascurato ma ne sono successe veramente di tutti i colori, rispetto a quando ero rinchiusa in quelle fredde mura d'Edimburgo, ora la mia vita ha acquistato decisamente colore, mi sento rinata o forse è più corretto dire che mi sento finalmente nata, finalmente viva.


La prima grande notizia che voglio darti riguarda il mio matrimonio, ricordi quel giovane ragazzo figlio del principe del Brandeburgo? In tutta onesta, io non ho nemmeno idea di dove sia la sua terra natia, eppure il suo coraggio, o forse, la sua incoscienza, nel lanciarsi a capofitto per salvare una persona di cui fino a pochi attimi prima nemmeno conosceva l'esistenza, mi ha veramente colpita.


Le nozze si sono svolte nella capitale inglese, organizzai una grande festa a palazzo, anche se "grande" è un esagerazione, in realtà si è stata una festa abbastanza piccola, specialmente per gli standard di una famiglia nobiliare, ancor di più se parliamo della famiglia reale. Il motivo, che nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere, è un epidemia di morte che ha colpito la terraferma, non mi sono informata molto su cosa causi questa nuova "malattia", le opinioni sono molte, chi la considera un castigo del signore, chi tenta di darle una spiegazione pratica, chi invece crede nei fantasmi, l'unica cosa su cui tutti concordano è l'origine, pare che questa piaga, qualunque natura essa abbia, sia originaria della repubblica genovese, o almeno cosi si dice. Non ti nego quanta paura ebbi, con il mio matrimonio sono diventata contessa? duchessa? non so dirtelo bene, di Verona, sai? Quella zona vicino la città "spazzata via dal signore" o almeno cosi raccontano.


Tutto questo per dirti per l'appunto che la festa è stata, potremmo dire un successo siccome tutti noi presenti abbiamo scampato una sorte che sembra peggiore della morte e che non voglio nemmeno immaginare siccome non voglio incubi durante la notte. Questa situazione ha portato alla morte di molte grandi figure, dalle più spregevoli alle più sante, e dicendo ciò mi riferisco al regno di Francia, alcuni addirittura provarono a convincermi a reclamare il trono dei franchi, ma in tutta onestà, non ne avevo il minimo interesse, come puoi ben notare sono talmente indaffarata solo ad assicurarmi che scozzesi ed inglesi riescano a coesistere in armonia che anche solo pensare di dover occuparmi anche dei franchi mi fa impazzire.


Come se la sfortuna non bastasse, un altro pontefice va nel regno dei cieli ed uno nuovo siede ora a Roma, ci ha provato e riprovato, perseverando talmente tanto da quasi sembrare disperato, ma alla fine falcodio, o forse dovrei chiamarlo Urbano V, finalmente è riuscito ad ottenere la massima carica spirituale, buon per lui, spero si senta realizzato, poteva anche evitare di organizzare una "guerra santa" contro un "nemico" che non credo mai in vita mia vedrò. Un giorno avrò abbastanza potere ed influenza dal mollare il papa e concentrarmi sul benestare della mia gente e non sul benestare delle sue casse della curia, però ci vorrà molto tempo, ed il tempo sto imparando essere più prezioso di quanto avessi mai creduto. Ne avevo cosi tanto quando ero confinata che mi sentivo come se ne avessi abbastanza da vivere due vite, eppure quello che ho ora tra le mani, mi sembra non basti nemmeno per finire la giornata.


Prometto che tornerò ad aggiornarti, magari appena qualcosa accadrà in questa guerra o forse proprio alla sua fine, da quanto raccontano, la famigerata "Terra Santa" è tornata in mano ai crociati dopo che i temuti saraceni l'avevano occupata, speravo questa notizia significasse la fine di questa guerra unilaterale, invano sfortunatamente.


                                                             -  Tornerò presto                                                                                        ~Margherita 
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Messaggio Da Falco Ven Apr 07, 2023 10:37 am

LA GERUSALEMME RESTITUITA

Racconto di una Cruciata assai Crucciata

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L'Imperatore Enrico V e la sua Armata Brancaleone.

SETTEMBRE
Anno Domini 1262

Io canto dell'arme assai pietose e del tristo Imperatore,
che marciò verso la Terra nella qual Cristo nacque redentore
Per giungere là cavalcò e cavalcò a lungo 'l Buono Enrico
passando co li piedi per tutti i suoi domini
S'adoprò col senno e con la mano
si preoccupò di soffrire per lo difficoltoso acquisto
chiedette perciò lo favore allo Cielo, a Dio, e a li Santi tutti,
ma ormai propinquo alle mura di Antiochia
quando la sua spada sfoderò dall'armatura
tarda era l'ora
e 'l dìe passò al vespro
Partì Enrico per conquistar Gerusalemme
ma Gerusalemme tornò ai cristiani senza che spada ferisse
Redento per propria manu fu lo Santo Sepolcro

E 'l buono Enrico, appresa l'ilàre novella
maledisse lo papa Urbano
che l'aveva spinto così lontano
illudendolo d'esser Goffredo il novo
ma Cavaliero tristo di sventura,
Enrico fu in vero

Nello foco e nella cenere che lo Sultano appiccò
fu Gerusalemme Liberata
o fu Gerusalemme Restituita?
Restituita, senza dubbio alcuno
e perciò l'Imperatore se ne andò da quel Colle bruno

Certo non fu 'l buono Enrico a riscattare Betlemme,
ma lo popolo di quella città, che prese l'arme
tra lo foco e la cenere
contra 'l Saraceno chi cacciò nello deserto sanza vita.

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"Sire" disse 'l cavaliero Altiero allo padrone suo, "ma cosa ci venimmo a fari nello principato d'Antiochia si la spada non s'ha da usari? Fummo quì non per sfizio, ma per sacro e santo uffizio! Lo sultano Baribaro, che fu tra i Sommi 'l più cazzaro, non ci vide molto chiaro: e assaliti li Templari, Urbano ci volle quì per conquistàri."


"Ma..." bofonchiò l'Imperatore rispondendo allo Siniscalco suo, "non me la saria mai 'spettata una Cruciata 'sì crucciata... tra l'altro Baribaro sparì co l'erede suo più caro... per lo cui, su tutta l'opra, io ci faria una croce sopra!"

"Sire, e che vorreste fari? Da li sacri uffizzi, vorreste voi scappari?"

"Caro Altiero, che sei così sincero, se vedeste la Crociata, capirete che è 'na bella buffonata, affamati come dei cani son finiti in Cirenaica i Genoani... Isabella, quale astuta femminella! Se ne stanno in mezzo al mari, mentre li altri stanno lì per lei ad assediàri.... Ma non sarà che questi Franchi, ci attaccheranno quatti quatti ai fianchi, quando tutti noi torneremo in patria stanchi? Ditemi Altiero, se questo è lo scenario che vi par lo più veritiero."

"E' timor non infondato... lo momento è assai impicciato!"
"Sire, ma lassù l'onnipotente..." "... Guarda, tace, e face niente?"

Enrico bofonchiò aizzando le spalle,
"Caduta Gerusalemmi, mo ce ne partimmo lemmi lemmi"

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Enrico V e 'l suo esercito abbandonarono l'arme,
ma sulla via del rientro s'imbatterono nelle portentose mura di Bisanzio, che videro vuote, e che luccicavano d'oro e d'altre cose belle.

"Sire, io non nacqui in Giudea, ma mi venne una bella idea: per non tornare a mani vuote, potremmo prendere queste terre assai remote!"

"Bella idea Siniscalco, avete proprio 'l naso d'un falco. Con Urbano il Patriarca non fu onesto, con Maometto infatti si macchiò d'incesto: la mappa condivise, e codesta fellonia molti crociati uccise. Che sia a Bisanzio di lezione, questa nostra punizione!"

Michele VII fu avvisato, che l'Imperatore co le sue truppe ben presto sarebbe arrivato.

"Sire, ma Ginevra? So che del nostro potere è ormai scevra"
"Or che il mondo è distratto, Ginevra la prenderò di sopraffatto! Confusi da Marco Polo, son certo che quella città la prenderò al volo!"

E anche 'l vescovo di Ginevra fu avvisato, che un messer dell'Imperator, co le sue truppe là sarebbe arrivato.
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Messaggio Da Rhaenyra Sab Apr 08, 2023 2:10 pm

Quale artista muore con me!

L'ultima canzonata di re Magnus

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"Lucifero fomentatore mi ha maledetto!"

Lacrime mi colan dal viso
Senza preavviso
Lentamente mi ha ucciso, come nel mito
Dovrò presto guadar il Cocito
Giù, maledetti come la città dei fiori
Giù, negli ultimi giorni vidi traditori
Li serrai le mascelle
Vidi poi il mare, d'azzurro come le nigelle
Giammai dimenticherò l'istante in cui peccai
Vedendo oltre l'azzurro, un mare bianco, mi cacciai nei guai
La maledizione mi ricordai
E la morte dei miei cari ancora mi addolora
La follia adesso mi divora
Non ho motivo alcuno per tornare alla mia dimora
Stringevo forte due monete per pagare il pegno
Per pagare il legno, sopratutto per sentirmi degno
Di traversare il fiume nero e poi scordare l'ero
Sono solo un passeggero in fuga verso il nuovo regno
Ed ora vieni, occhi di fuoco, vieni al tuo lavoro
Vieni ancora per fermare il gioco, poi torna per loro
Torna per l'oro
Torna per chi in certe notti si è sentito sempre solo
Ed ero nudo come appena nato
Sporco, raffreddato, teso e spaventato
Nell'attesa di esser traghettato, preso e giudicato
Conati, bile, sangue e lacrime si fan vapore
la dura voga del traghettatore peccatore
Un eco d'onda sopra l'Acheronte fa rumore
Ora è il momento di pregare forte il mio Signore!...

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...Nessuno assistette al suo ultimo canto...
...Il sovrano si pugnalò nel ventre e cadde in mare...
Qualche soldato vicino confessa di aver sentito le sue ultime parole, stranamente concepite in latino
"Qualis artifex pereo!"
Sebbene questa fine ha intristito molti dei suoi fedeli soldati, non ha sorpreso nessuno.
Il sovrano era da qualche tempo impazzito, il suo cuore era diventato pietra e la sua mente ritrovo per le nebbie.
La perdita dei figli e dei fratelli hanno scavato dentro di lui una conca;
E la maledizione di anni orsono ha piantato un seme di follia in lui che adesso ha germogliato e dato i suoi frutti.
Una fine indegna per un uomo degno.

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Con Gerusalemme ripresa e il re ormai morto, l'esercito svedese si trovava senza meta e senza obiettivi,
il comandante d'arme ha preso le redini della spedizione, si unirà alle forze dell'Imperatore nel viaggio di ritorno.

Ma la triste notizia giunge subito alla corte di Stoccolma,
essendo morto senza eredi designati, la corona cade in un funesto interregno.
Ma il popolo e la nobità acclamano un solo pretendente al trono

Irene Sverker

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Giovane rampolla del casato Sverker, le sue gesta come pulzella d'arme hanno destato sgomento e ammirazione da parte di tutti.
Irene ha un temperamento moderato, riguardo la Norvegia, permetterà a Cristina di tenere il trono fino alla sua morte in cambio di un giuramento di fedeltà, ma non ha interessi nel difendere le isole del sud in britannia.
In quanto al Sacro Romano Impero, intende estendere la loro alleanza anche verso il casato Sverker, qualora l'imperatore dovesse accettare.
Non intende continuare questa "buffa" crociata.

Entro i prossimi giorni la giovane verrà probabilmente incoronata, con la caduta rovinosa dei Bjälbo, non resta nessun altro casato in grado di proporre un pretendente.
Gli Sverker sono storicamente filo danesi, Irene se diverrà regina cercherà di avvicinare le tre corone scandinave per realizzare una sola nazione unita.
Un drago d'oro è il gonfalone di questo casato.

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Ordine Mariano

Partita GDR | L'ombra di Saladino - Pagina 7 330px-Livonian_Order

da un rapporto del capitano della guarnigione Volkmar von Hellenberg

"Sono passati poco più di due mesi dall'insediamento dell'Ordine all'interno delle mura della Città Santa,
i maomettani hanno iniziato una schermaglia contro i compagni crociati ungheresi poco fuori dalla città,
siamo prontamente riusciti ad annientare il gruppo di armigeri infedele assieme ai valorosi guerrieri magiari;
Tuttavia la terra ha iniziato a tremare, allorchè ci siamo guardati intorno pensando fosse l'ignobile satanasso a voler fuoriuscire dai suoi mefitici domini sotterranei,
ma le nostre vedette ci hanno avvisati, la temibile cavvalleria mamelucca!
Fanti a cavallo armati di lancia e pesantemente corazzati.
Sinceramente saremmo stati più felici se avessimo dovuto stroncare l'ascesa di Mefisto.
Ci schierammo assieme ai fratelli ungheresi per formare una linea di lance per contrastare la loro mortale carica.
La battagglia è stata una mattanza, il sultano Barybaro o qualche suo lacchè, ha scheirato centinaia di migliaia di fanti a piedati
per supportare la carica di almeno 30.000 o 40.000 cavalieri mamelucchi, questi hanno decimato gran parte del nostro esercito,
ma nessuno di questi cani di Maometto n'è uscito vivo!
Dio era dalla nostra!
A questo punto ci apprestiamo a ritornare all'interno delle mura, aspettando gli altri crociati, che però sembrano ambire ad altro piuttosto che difendere il Santo Sepolcro."
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Messaggio Da Astrid I Dom Apr 09, 2023 12:59 pm

IL REGNO DI ISABELLA DI FRANCIA

Gavodante d'Aquitania


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Ricordi di un trovatore

NOVEMBRE
1262 AD

Era la notte e non prendevano ristoro - col sonno i Cavalieri costoro
ma quì stavamo noi Franchi - nel mare profondo e sulle barche non eravamo stanchi
Ci chiesero - dubitarono - per quale motivo i nostri rinforzi ritardarono
"Ci tradiranno e ci attaccheranno con un metodo assai antico" disse 'l povero Enrico - che abbandonò l'arme e la Crociata - come quello Svedo che si diede da sè una coltellata. E mentre quelli se la prendevano con Bisanzio - Bisanzio l'inerte - noi Franchi sbarcammo in quelle sabbie ormai deserte. Damascio e Beirutto - caddero anzitutto.
Stavamo noi Franchi all'assedio intenti
mentre là i Saraceni rafforzavan le difese tremule e cadenti

Vidi te Isabella d'arco - del Cavallo la Pulzella
tu la testa del Saraceno montavi con fierezza à sella
lo decapitasti nonappena approdasti e "Dio lo vuole!" tu esclamasti

Mentre i Codardi andavano via macellai di Gerusalemme - il Sultano Eddino la pace con te firmò col bastoncino
Pianse Urbano il Pontefice - che della Crociata ne fu l'artefice e in Iddio ci credeva - povero Falcodio
ma tu ridesti sovrana Pulzella - e in Francia tornasti ancor più bella

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Nelle nuvole celesti vola felice l'animo mio
e poi sulla sabbia empia cade - ma viva Dio!
nell'accecar'i miei occhi - Isabella di Francia
avete aperto dello trovatòr lo Core suo - come arancia

Lasciate perciò ch'io canti
- fra questi due versi di lacrime tersi -
i miei desideri da voi infranti...
per stasera mi contenterò d'essere vostro scudiero
ma per voi - Pulzella - sappiate finirei anche in monastero
acciocché nasconda quest'animo tristo e nero
dal volto vostro altero

Dicea Saffo:

La cosa più bella
voi pensate che siano i Cavalieri o i Fanti
che comandan sulla terra quando Morte ancora non li afferra
Io invece dico esser Colei che amo

Ah - vorrei potervi vedere incedere nella vostra armatura
vedere voi e lo splendore del vostro bel viso
invece che navi di pece intriso - il fiordaliso dei cavalieri o dei fanti
che s'ammazzano a terra ansimanti

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Già il Sole avea destato i sudditi tuoi - e le serve ai filatoi
Già dieci settimane eran trascorse - da quando il Sultano la tua Santa ombra scorse
nelle sabbie di Eddino tutto intorno il Ciel di polvere s'adombre

Quel Sultano ch'è cinto d'ossa e d'oro - che fosse Arabo o fosse Moro
non saprebbe dirvi se siete Franca o d'Italia
ma 'l vostro cavalcare certo lo ammalia

Tornasti - e io con te - in Francia
ma vuota era la tua pancia
Beirutto e Damascio - non furon che un'assedio allo sfascio
tu volevi Gloria
ma la Crociata fu cosa per te irrisoria

Partita GDR | L'ombra di Saladino - Pagina 7 ?u=http%3A%2F%2Fwww.archeothema.com%2Ftest%2Fwp-content%2Fuploads%2F2012%2F07%2F05-04

C'erano ancora Giacomo e Alfonso - che non vi avevano dato risponso
Quale insulto! per te che sei della Francia come un culto

Giacomo era morto - o come Cristo era risorto?
E Alfonso 'l mendicante - il suo trono era or vacante?

Decidesti ch'era tempo di scoprirlo - e se vivo - di Giacomo finirlo
Io venni con la chitarra - co tuo marito - Tebaldo di Navarra

Oltrepassammo i Pirenei per fare fuori quei Farisei

Barcellona - Creta e Maiorca
saranno tue Isabella - la testa di re Giacomo su una picca inforca

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Ultima modifica di Astrid I il Dom Apr 09, 2023 6:08 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ferdinand-Foch Dom Apr 09, 2023 1:54 pm

Repubrica de Zena
Lezione IX
(NOVEEEEEEEMBREEEEEE 1262)

-- -- -- 

La Cacciata degli Orengo

A poco meno di un anno di mandato Alessandro Orengo, Doge di Genova, è stato cacciato dalla città assieme a tutta la sua famiglia, dal popolo della stessa cittadina, con l’accusa di esser stato in questi pochi mesi un inutile burattino nelle mani di un padrone inesistente. I vincitori delle elezioni si sono rivelati fin da subito dei “dipendenti” del vicino Regno di Francia, questo onestamente a Genova andava anche bene: la sconfitta contro l’Impero aveva ridimensionato la potenza della Repubblica e rifugiarsi sotto l’ala protettiva di una grande potenza poteva essere un’ottima mossa garantendo protezione e prosperità. Il tutto però si è pian piano sgretolato, come un castello di sabbia, quando giorno dopo l’altro l’interesse dei regnanti francesi verso Genova si è sempre più scemato, anzi non è mai esistita, addirittura Genova è stata costretta a prendere parte ad una pseudo Crociata contro gli Arabi egiziani per la liberazione di Gerusalemme. Partecipazione voluta fortemente dal Doge ultra-cattolico, non fraintendete: la partecipazione in sé non è stato uno sbaglio, è d’obbligo di ogni buon cattolico prender parte alle “Guerre Giuste”, ma la modalità con cui è nata, organizzata e sviluppata è stato un disastro. Le ingenti somme di danaro che le famiglie nobili di della città hanno sborsato per finanziare l’esercito crociato, con loro anche le famiglie più povere sono state costrette a pagare una tassa speciale per la crociata. La fiducia verso il Signor Orengo è giunta ad una fine prematura, fatte le valigie è stato costretto a scappare dalla città assieme a tutta la sua famiglia destinazione Nizza, fortunato che il popolo non gli abbia fatto lo scalpo. A sorpresa non ci saranno nessuna elezioni nuove, poiché la lezione è stata assimilata e Genova ha deciso di cambiare volto con un nuovo ordinamento politico. 

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Nuovo Ordine

Buttata via la figura del Doge, scaduta e andata a male dopo pochissimo tempo, c’era la volontà nella classe mercantile di Genova di voltare completamente pagina, quindi di non richiamare neanche la figura del “Capitano del Popolo”, ma si stravolgere le carte in tavola e provare un esperimento rivoluzionario per l’epoca. Non ci sarebbe stata più una singola figura a detenere il potere decisionale delle sorti della città, bensì un gruppo di uomini facenti parte di un determinato ceto sociale, ovviamente i nobili e l’alta borghesia mercantile, riunita in una “assemblea comunale” in cui verranno dibattuti argomenti politici e prese decisioni tramite una votazione equa. L’assemblea comunale riunita da ben 203 uomini: nobili di spada e di sangue, latifondisti, possessori di compagnie navali e mercanti di varie tipologie; insomma l'élite della società genoana del momento. Il vero punto di rivoluzione non è tanto questa assemblea, che ha un qualcosa di nuovo, ma non troppo, bensì nella creazione di un'altra Assemblea minore rispetto a quella comunale, che rappresenta la fetta di popolazione dei contadini, artigiani e pescatori. Ovviamente questo gesto molto democratico non è avvenuto per misericordia da parte dei nobili mercanti, non avrebbero mai neanche lontanamente pensato di concedere questo potere a quei poveracci, ma sono stati costretti onde evitare un insurrezione proprio da parte di questo gruppo di popolani, i quali presi dalla foga durante le manifestazioni per cacciare Orengo erano diventati molto pericolosi e sarebbe bastato poco alle loro forche di puntare verso la gola della nobiltà. L’Assemblea dei Contadini sarà formata da 101 uomini tutti lavoratori, non per forza devono identificarsi in una di quelle tre tipologie di lavoro, e il loro compito è quello di tentare di allentare la pressione esercitata dalla nobiltà sui poveri, ovviamente non sempre sarà possibile, ma già il fatto che abbiano questa possibilità è già un grande traguardo. 

-- --- --

Crociata

Genova prese parte a quella “Guerra Giusta” tanto agognata dal Papato e dal suo Rappresentante di Dio e dalla nobiltà cattolica europea ansiosa di estendere le proprie mani su quelle terre in oriente. Come già detto il Doge insistette molto per far partecipare la città a questa Crociata, avrebbe dato a Genova lustro e prestigio agli occhi dei grandi d’Europa, ma anche sinonimo di grande fede agli occhi dei cattolici e del Papa. In fin dei conti i mercanti, nobili e contadini, condividevano il pensiero che se c’era anche solo una cosa positiva dell’operato di Orengo, questa era proprio la partecipazione alla Crociata che stava portando i suoi frutti. Nonostante la città di Beirut fosse caduta prima nelle mani degli Arabi, lasciata in difesa dall’esercito crociato per ripiegare in Anatolia, e poi successivamente venne conquistata dall’esercito Franco; i risultati positivi per genova arrivarono con la conquista dei porti di Tobruk, in Libia, e della città di Sidi nell’Egitto orientale grande granaio del mondo faraonico. Con grande sorpresa, di tutto il mondo sia cattolico che islamico, durante le battaglie nei deserti e nelle città tra crociati e mamelucchi, la città di Gerusalemme è insorta contro l’amministrazione araba cacciandola via in una violenta rivolta. Gli ebrei, popolo di Dio, hanno scelto di accogliere le navi genoane dei crociati come loro protettrici, quindi in un certo senso potremmo dire che Dio, che agisce nel mistero della fede tramite noi uomini, in questo caso tramite il suo popolo prescelto, abbia scelto Genova. Nonostante il popolo di Zena non spicchi per la sua grande fede, anzi molti sono i peccati che si commettono nella città, Dio ha scelto loro e il motivo non ci è dato saperlo, per questo si chiama fede. L’Assemblea Comunale ha deciso tramite votazione di continuare la guerra contro gli Arabi ancora per poco e  il desiderio, ora che Gerusalemme è finalmente libera, è quello di porre fine al conflitto e fare in modo di evitare futuri conflitti con qualsiasi altra nazione. Per questo motivo è stato emanato l’ordine di fermare ogni tipo di reclutamento e sono stati congedati i mercenari assoldati nel corso di questi anni, la costruzione di navi da guerra e macchine d’assedio sono state sospese.

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Messaggio Da Vlad Dom Apr 09, 2023 2:51 pm

"PERKZ" 
NOVEMBREEEEE 1262
Cronache Medioevali Croato-Ungheresi di Luka Perković


Giorno dopo giorno passo a pensare a cosa potevo fare per cambiare la sorte dei centinaia di migliaia di uomini che morirono nella crociata, sì, gerusalemme è stata liberata, la castiglia si è rubata senza nemmeno combattere una battaglia alcuni territori occidentali del sultanato, subito dopo gli avari genovesi, sempre con rinomata tranquillità sono avanzati quasi verso le porte di Damietta, Gerusalemme inoltre, per qualche scherzo del destino sembrerebbe aver deciso di voler stare sotto la repubblica, dopotutto tra mercanti ed ebrei deve esserci una certa chimica a noi sconosciuta. La Francia infine ha ottenuto il protettorato sulla Siria.


Il sacro romano impero, dopo aver evitato ogni scontro ed ogni battaglia, insieme alla Svezia, unica nazione ad aver effettivamente combattuto al fianco dei propri fratelli cristiani durante la crociata, scontenti di tornare a casa a bocca asciutta si sono lanciati famelici contro l'impero bizantino, il quale velocemente ha riportato sonore sconfitte vedendosi cacciato dall'anatolia e costretto a rifugiarsi nel Ellenia.


Per quanto riguarda il regno di Croazia ed Ungheria, noi abbiamo ottenuto 200.000 bocche in meno da sfamare, 200.000 famiglie senza più un uomo ad arare la terra, e soprattutto, ci ritroviamo con la salma di un sovrano, il quale ai molti è ignoto come egli si sia spento, difatti Bela IV è deceduto durante la crociata, presumibilmente durante la battaglia di Gerusalemme, egli era troppo accecato da una gloria che non riuscivo a vedere, come risultato ora giace in una fredda bara lontano dalle cocenti sabbie della terra santa.


Con la morte del sovrano il paese ha atteaversato una breve fase di instabilità dovuta ai vari nobili e signorotti che si scannavano a vivenda pur di mettere sul trono l'erede che più desideravano, fortunatamente questa fase durò poco e la questione si risolse in modo civile ed educato, difatti i nobili non sembravano riuscire a scendere ad un compromesso, ciò ha portato a astio e dissenso non solo nelle alte caste sociali ma anche in mezzo alle persone comuni,Cunegonda Anna Iolanda Elisabetta Costanza Margherita, le sei figlie del defunto sovrano ora si dividevano in sei parti il regno, ognuna supportata dai nobili del loco, il supporto del esercito, mutilato dalla crociata, andava a Bela V, ultimo figlio del precedente sovrano ma che per qualche ragione a me oscura fu messo da parte durante la successione
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Messaggio Da Rhaenyra Lun Apr 10, 2023 1:25 pm

L’Anabasi dell’armata perduta
“Cosa n’è stato dell’armata di re Magnus?”

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Il racconto del comandante d'arme

"Dopo che il nostro amato re si tolse la vita in un lampo di follia, non avemmo tempo neanche per onorare la sua memoria nel lutto, eravamo in rotta per Gerusalemme; Ma senza un condottiero, senza una guida, senza un sovrano, cosa potevamore mai fare? Dove potevamo andare?! Ci chiedemmo fra di noi tutti.
Voltammo lo sguardo a poppa, ci ricordammo di ricordare, il vascello imperiale! Durante la tratta, veleggiammo con l'imperatore, ma quando la Città Santa si ribellò, il loro vascello cambiò direzione, verso l'Anatolia.
Germanici, nostri alleati da anni, quale miglior lido per far approdare le nostre spade e i nostri servigi, per tornare a casa!
Cambiammo rotta dunque, timonando verso Nord; Quando sbarcammo nella città di Zefiro, chiedemmo alle genti del loco ove fosse andato il seguito dell'imperatore, i contadini pensavano ci riferissimo al Paleologo, ma chiarimmo subito il disguido, i paesani dissero che parliamo la stessa lingua aspra, uno di loro indicò gli imperituri monti del Tauro di Panfilia, già imbiancati, esclamando "Ancyra!", la città di Angora, nel cuore di questa penisola. Tutt'ora mi chiedo come questo zappatore facesse a sapere la direzione esatta dell'esercito germanico.


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Grazie a qualche indicazione dei locali, pagai una guida per farci attraversare questo inferno di pietra e massi, riuscimmo ad imboccare uno stretto sentiero che passava stretto attraverso questi ostili monti; Dovemmo marciare in colonna, tre uomini per fila, tant'era poco lo spazio, la salmeria ci passava appena!
La strada era in salita, il sole non arrivava in quello stretto passaggio, sembrava la salita per il Purgatorio, l'aria era fredda e la terra fangosa e come se non bastasse, l'ululato dei lupi non ci rassicurava, infine quelle alte conifere facevano dimenticare che quel luogo si affacciava sul caldo Mediterraneo.
Le notti erano buie, nessuna luna si prestava a darci un minimo di luce, ognuno di noi temeva per la propria vita dopo il crepuscolo, quando ci accampavamo, perdevamo qualcuno per il troppo freddo. Dovevamo accamparci sul sentiero stesso, a malapena c'era lo spazio per accendere un focolare, una tragedia gelida.
Dopo sette giorni e sette notti, il sentiero si appiattì e la guida ci lasciò dicendoci "Questo è l'altopiano, procedete sempre verso Nord, finchè non raggiungete il cuore della Galazia, lì vi si poggia Angora!"; Finalmente ci lasciammo alle spalle la Cilicia Trachea e i monti del Tauro, ma la nostra marcia non si prospettava rose e fiori, difatti quell'altopiano era una steppa arida e le provviste iniziarono a scarseggiare.
Per grazia di Dio trovammo una strada lastricata, questa ci portò nei pressi di un villaggio dove gli abitanti acconsentirono a venderci delle vettovaglie, dopodichè continuammo la nostra marcia lungo l'altopiano di Licaone; Durante la marcia trovammo un grande lago, ma il fato si divertiva nel tormentarci, era un lago salato!

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Proseguendo per miglia e miglia, ormai assetati, affamati, stanchi ma irrequieti poichè eravamo giunti, marciando per la Galazia, nei pressi di Angora, e lo vedemmo! Lo stendardo di Enrico V! Mai cosa fu più piacevole da ammirare!
Feci accampare i soldati nelle vicinanze mentre mi dirigevo a cavallo nell'immenso accampamento germanico, dopo aver chiesto udienza al sovrano, questo si alzò in piedi nella sua tenda, abbastanza stanco ma parlò con portamento come si confà al suo rango, gli porsi la mia spada e quella dei miei centomila al mio seguito in cambio di guidarci a casa, il benevolo tedesco, chiese l'onore di combattere al suo fianco contro i bizantini, questa crociata in effetti, si è rivelata una buffonata politica;
Comunque Enrico accettando di accoglierci, ci ordinò successivamente di "prendere la fetta orientale del Mar Nero" e allora noi uomini d'arme scandinavi non ce lo facemmo ripetere due volte, dopo esserci rifocillati e aver fatto provvista, mentre Enrico espugnava senza colpo ferire la città di Angora, noi alzammo i tacchi ancora una volta e iniziammo a marciare verso nord, e cosa c'era a Nord? Voi mi chiederete, altre stramaledette montagne!
Durante la nostra marcia verso i Monti del Ponto, incontrammo un accademico, incuriosito, ci chiese dove ci dirigevamo e io esclamai "fatti gli affari tuoi!" ma lui continuò, dedusse esattamente che ci stavamo dirigendo verso il Ponto, dunque mi prese il braccio e mi consegnò un lungo manoscritto e io sbigottito chiesi cosa dovessi farmene di una pergamena in battaglia, lo studioso esclamò furente "Questa pergamena mio cavaliere, è il Periplo del Ponto Eusino di Arriano!", io ignorante dissi "Peri- che? Ponto cosa? Arriano chi??", il giovane sbuffò spazientito dicendo "leggetelo e basta, capirete!" e che io sia dannato in questo momento, quel Periqualcosa conteneva una dettagliata mappa della costa del Ponto, con città, villaggi, fiumi perfino sentieri, purtroppo lo scritto latino non fui in grado di tradurre molto, ma la sola mappa bastava ed avanzava; Ringraziai l'accademico lungo il cammino, bofonchiò qualcosa prima di andarsene, probabilmente qualche insulto alla mia defunta madre.
Marciammo attraverso le verdeggianti montagne del Ponto, più gradevoli rispetto agli aridi pendii del Tauro; Arrivammo ordunque seguendo la precisa mappa, alla città di Sinope in Paflagonia, fortificata ma con una strenua guarnigione.
In breve tempo i difensori furono sconfitti e la flotta ancorata fu brucita, lasciammo un manipolo per controllare il porto, ci avviammo di nuovo per continuare la nostra conquista, dopo alcune miglia incrontrammo una legione dell'esercito bizantino, da come combatterono sembrarono stanchi e demoralizzati, quasi come se non volessero combattere, li accerchiammo dai fianchi falciando i poveri soldati, centomila uomini morti.
Lungo il nostro cammino, passammo per delle città battente bandiera genoana, quei loschi mercanti arrivano ovunque; L'ultima città bizantina a cadere, fu la cittadina di Rizaion, non c'era nessuna guarnigione.
Con la nostra conquista terminata, i soldati sembrarono crogiolarsi nel clima temperato tra pendici del Ponto e il Mar Nero, dopo un'attento consulto con gli ufficiali, decidemmo rimanere in quelle terre e di renderle alla corona svedese...

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...Ma dopo la vostra incoronazione, Maestà, era mio dovere pervenire a corte, quindi mi imbarcai per la terra dei boiardi rus' della Rutenia Rossa, ormai soggiogata da tempo dai mongoli, questi furono stranamente generosi, mi donarono una nave simile alle nostre drakkar, più adatte a solcare i larghi fiumi di quella terra, chissà come mai questa somiglianza, comunque risalii il Dinipro e la Smolenka, come ci insegnarono i nostri antenati, ci caricammo l'imbarcazione sulle spalle e ci immettemmo nella Divina occidentale, ripetemmo il processo per immetterci nel Lovat', attraversando il lago Ilmen, entrammo nel più grande Ladoga, imboccammo la Neva e infine sfociammo nel Baltico, per poi sbarcare finalmelmente a Stoccolma da voi, mia Regina!
Porto con me i themata di Paflagonia e del Ponto, con questi due doni, vorrei candidarmi per pretendere la vostra mano, mia splendida sovrana!"
Ma Irene sembrava turbata e non pesava le mie parole, da quello che borbottavano i nobili, il nuovo Papa avrebbe arso vivo il Granmaestro dei cavalieri Templari; Quale follia! Quale ironia! Quei nobili cavalieri sono stati gli unici assieme ai magiari a combattere per Cristo contro gli arabi a differenza di quei buffoni che si definiscono sovrani!
Ma i nobili sembrano anche preoccupati, la nostra regina non intende condannare al rogo le anime innocenti dei servi di Dio.
Bella come il cielo di Norvegia, occhi azzurri come il mare dei greci, capelli fulvi come il sole al tramonto e un cuore d'oro, come la corona che indossa!
Beato chi l'avrà in sposa...

"Le tue gesta sono lodevoli, le tue imprese verranno ricordate e i tuoi viaggi raccontati per tutte le sale, ma ciò che cerco è un nobile d'alto rango mio cavaliere; Tuttavia sarai ricompensato lautamente e verrai elevato al rango nobiliare, per aver condotto centinaia di migliaia di svedesi, una dote propria di un nobile appunto e in quanto tale, ti nomino protettore del nuovo Thema del Ponto Eusino, una unione dei precedenti thema." - rispose infine la regina Irene

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Messaggio Da Vlad Mer Apr 12, 2023 12:18 pm

"PERKZ" di Luka Perković Tamás


E son giunto qui nel scrivere la mia ultima pagina, queste saranno le ultime righe di un cavaliere rinnegato che non cerca perdono ma è orgoglioso del proprio peccato.


Ai miei futuri possibili lettori, darò un ultimo dono, narrando di cosa è stato del regno di croazia ed ungheria.


La guerra civile imperversava, le lotte di potere erano molte, la capitale è caduta e con essa, Bela V è stato impalato, lui rappresentava dopotutto la più debole delle fazioni, senza una casta nobiliare a supportarlo e dalla sua parte solo le poche forze rimaste dell'esercito, nulla poteva il successore del precedente sovrano affinché potesse consolidare il suo potere.


Diversi anni sono passati, solamente di recente ho avuto il coraggio di concludere questa mia raccolta di pensieri che spesso amaramente sfoglio rimpiangendo le mie scelte ma non i miei pensieri.


Il regno di croazia ed ungheria non esiste più, esso si è smembrato in sei piccoli regni, Cunegonda primogenita del sovrano, ora regna sul mutilato regno di ungheria, sotto il suo controllo vi è la capitale, Budapest e Cracovia. Anna, la secondogenita, regna sui popoli del epiro, Tirana e Giannina sono le più grandi città del suo nuovo regno. Il regno di Croazia, finalmente libero, governato da Elisabetta, comprende Trieste e Sarajevo come principali città, ma una miriade di piccoli porti lungo la Dalmazia. Margherita, la più giovane, ha avuto il sostegno di ragusani e serbi, ella ora regna su di loro, astutamente supportando una o l'altra sorella a lei confinante. A Iolanda, principale perdente della lotta al potere, son passate le aride terre dei carpazi orientali, fortificata su un confine sul quale l'ora ancora incombe, ella possiede Leopoli, Podolia e la bassarabia. Infine, Costanza, la quale potremmo definire la vincitrice di questo conflitto, ha scelto di non sedere sul trono del defunto padre, bensi di regnare indipendentemente sulla transilvania e sulle sue ricchezze, surclassando


Durante la crociata, fui miso difronte alla dura realtà, capi quanto presuntoso è per noi mortali solo immaginare cosa il sommo padre vuole da noi, agendo senza esitare mossi dalle labbra dell'ennesimo pontefice, che poco dopo il fallimento anch'egli morì, vidi l'inferno, uomini di ogni regno, macellarsi senza paura o rimorso, uomini che pur sotto lo stesso vessillo, per un motivo o per un altro, colpivano i propri alleati alle spalle, uomini che in mezzo a quel campo di battaglia erano solamente bestie scatenate in attesa di morire.


Le parole del re cambiarono il mio animo, accecato dal suo fanatismo egli rise, rise in una risata malata, schernendo l'uomo di fronte a se mostrandogli una piccola scatola. In ella vi era il membro di suo figlio, Bela IV inviò degli assassini nel cuore del sultanato, ed essi tornarono lasciando dietro di se un giovane senza vita.


Le parole del re cambiarono il mio animo, accecato dal suo fanatismo egli rise, rise in una risata malata, schernendo l'uomo di fronte a se mostrandogli una piccola scatola. In ella vi era il membro di suo figlio, Bela IV inviò degli assassini nel cuore del sultanato, ed essi tornarono lasciando dietro di se un giovane senza vita.


La risposta del generale inizialmente non piacque al re ungherese, a quanto pare quello difronte a noi non era il sultano che Bela si aspettava, bensi era suo fratello, rosso dalla rabbia iniziò a sbraitare, calmandosi solo quando udì questa storia "Mio fratello non è riuscito a sopportare la perdita del figlio, dopo essersi tolto la vita, ho preso io il suo posto nella guida del mio popolo"


Fu li che Bela tornò giocondo, nuovamente scoppio in una risata malata, quasi come se un demone lo avesse impossessato, egli urlò parole indicibili, di una cattiveria ed un odio mai udito, io dal mio canto non riuscivo a capire, come può un padre consapevole del dolore che comporta la perdita di un figlio, non solo farlo accadere ad un altro padre, ma deridere le sue sofferenze in tal modo? Non riesco tutt'ora a capire come un simile animo crudele possa ritenersi figlio di Dio. Fatto sta che in preda alla rabbia, deluso dalla persona che ritenevo mia amica, deluso dalla persona che ritenevo degna di regnare sulle mie terre natie, estrassi la spada e trafissi il cuore di Bela che cadde a terra senza proferire parola con ancora in volto quel gigno demoniaco.


Guardai il sultano, ed iniziai a parlare, iniziai a raccontare dei miei progetti futuri, dei miei sogni, del mio volermi sposare, forse avere una famiglia, del mio voler abbandonare il mio regno, del mio essere sa quel momento senza una dimora, del come anche quei miei stessi sogni non avevano più importanza in quel momento. Feci cadere la spada, chinai il capo ed attesi che il Sultano prendesse la mia testa.


Con mio grande stupore ciò non accadde, tuttavia, nel mio cuore, Luka Perković morì quel giorno, in quello stesso giorno, nacque Perkz Tamás
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Messaggio Da Stratega Capo Mer Apr 12, 2023 5:32 pm

Sono passati vent’anni, oggi è il 660° anno dall’Egira alla Mecca e tre sensuali e bellissime fanciulle Nadia, Dalia ed Isis stanno seguendo in un Palazzo di El Cairo una lezione dal loro insegnante privato.




Il Maestro parlò:
Molti avvenimenti avevano scosso il Sultanato negli ultimi mesi.
Innanzitutto la peste aveva ucciso migliaia e migliaia di abitanti a cui andavano sommati i moltissimi morti per i tumulti e per la fame.
Quando il Sultano Baybars riuscì ad acquietare gli animi un barbaro omicida eliminò Baraka, figlio di Baybars, privando il Popolo di un erede, ma soprattutto privando un padre del proprio figlio.


Le successive vicende sono molto note: Baybars come ultimi voleri invase Gerusalemme, diede fuoco alla città e dopo un miracolo d’Allah decise di gettarsi nelle fiamme.
Solo tre giorni dopo le luci del fuoco si estinsero e in lungo ed in largo furono cercati i resti del Sultano, che però non vennero mai trovati.
Heddin, fratellastro del Sultano divenne a sua volta Sultano e Califfo e così dichiarò la Santa Guerra, mentre si accollò anche il titolo di Saladino, ossia abile guida dell’esercito.
Ad un mese da quell’evento dalle terre dei Franchi giunsero diversissimi e vastissimi eserciti, agguerriti e spesso guidati da importanti monarchi. Solo in quell’occasione si capirono veramente le diversità ch'è i Franchi avevano fra loro.


L’evento che sembrò segnare dall’inizio l’esito della guerra fu la ribellione degli Israeliti, che difatti indotti sia dal rogo della loro città, sia dai soldi insorsero consegnando la città ai Genoani (di cui parlerò in seguito) e costringendo le poche forze ad abbandonare quei luoghi.
Ribellione che poteva essere posta a termine se non fosse stato per la misteriosa scomparsa dell’intera flotta Egiziana, ancora oggi è un mistero se sia incappata in procella o in crociata. Gli Israeliti dunque permisero a primi di tutti Svedi ed Ungari di sbarcare.
Con loro cui i nostri uomini compirono diverse battaglie nelle terre della Palestina, di cui almeno tre battaglie sono talmente importanti da essere ricordate: durante la prima, nei pressi di Moab i seguaci di Isa cacciarono i Mamelucchi nel deserto Arabico, solo tre mesi dopo vi fu la battaglia di Hattin, che andò miracolosamente, il Sultano sì perse centinaia di migliaia di soldati, ma grazie ad Allah la campagna pose molte perdite pure a loro e minò irreparabilmente il loro morale, alcuni invece ricordano lo scontro per via del curioso nome del loco Hattin che somiglia non poco con quello del Sultano Heddin; la terza battaglia avvenne nel deserto dove gli ultimi Ungari s’erano nascosti e sotto le pietre delle catapulte e le scimitarre pian piano perirono fino ad arrivare all’ultimo rango di soldati, quelli che proteggevano il Re degli Ungari Bela.
Qui si cela un racconto epico dove si racconta che delle file degli Ungari solo in due uomini sopravvissero alla furia della battaglia: il Re ed un suo cortigiano.
Il Re saputo che si trovava di fronte al Sultano (era stato infatti catturato) sfilò dall’armatura una scatola al cui interno v’erano dei genitali, erano di Baraka, nipote di Heddin. Il Sultano rimase in piedi, sia pronto sia ferito, in attesa di parole del nemico.
Queste parole mai arrivarono perché piuttosto l’Ungaro preferiva ridere, Heddin era seccato, aveva preso la scatola intarsiata e stava per dare l’ordine di esecuzione, che però fu inutile poiché il cortigiano terminò il compito pugnalando Bela.
Il cortigiano poi si inginocchiò attendendo il suo momento, ancora oggi non è chiaro il perché del suo gesto, ma il suo inginocchiarsi, ossia accettando l’Islam come dominatore, gli risparmiò la vita e fu cacciato con tutti gli averi del suo Re ucciso.


Dopo quest’episodio fra il leggendario e il realismo l’esercitò si avvicinò ai resti di Gerusalemme aspettandosi altre battaglie. Ma gli Svedi erano tornati in Patria e gli ultimi difensori erano i Templari, che però insorsero consegnando tutta la Palestina al Sultano e sottomettendosi.
D’ora in poi i seguaci di Isa erano accetti se Templari, ciò però non piacque ai Sovrani Franchi che ordinarono al loro Capo di scomunicarli, da quel giorno di vent’anni fa i Templari lavorano per noi, donando la loro vita. In più furono scomunicati perché si era detto fossero stati loro a far fallire la crociata, ma in realtà furono fra i pochi ad impegnarsi per lo scopo.


A nord invece Germani e Bizantini erano stati fermati a più riprese, mentre in Libia erano sbarcati Genoani e Spagnoli che furono anche loro presto bloccati e poi neutralizzati nei mesi seguenti. Ultimi fra tutti ad arrivare furono i Franchi, quelli veri, che non trovando troppe difese presero sotto il loro dominio la Siria.
I Franchi Siriani, come i Templari accettarono di sottomettersi all’Islam e permisero a tutti i Mamelucchi possibili di soggiornare nelle loro case ed è per questo che dopo tanto tempo sono ancora qui.


Alcuni però, di preciso gli Svedi e i Germani, di ritorno a casa videro le Porte di Bisanzio svuotate dalle difese e decisero di invadere quell’Impero. Purtroppo Bisanzio all’epoca era debole ed in minor numero e presto comprese solamente la città stessa di Bisanzio. Al finire della Crociata per fortuna dell’Imperatore Strategopulo i Mamelucchi vennero inviati ad aiutare da ben due strade. La prima via fu dal mare e partiti dall’Egitto e dopo una sosta nella di nessuno Creta su fino in città a rinforzare le difese. La seconda via era terrena, traverso l’Anatolia Genoana che presto sarebbe caduta. Sempre contro i Genoani fu mossa un’altra guerra questa però per il possesso della Tunisia, che Genoa sottrasse senza diritto molti anni or sono.


Purtroppo la lezione sta per concludersi ragazze, mi fermerò a dirvi che grazie a Vostro padre che vi ha messo al mondo, a Vostro nonno che vi ha difese e a Vostro prozio che vi ha cresciute l’Islam regna sul Mondo Mediterraneo incontrastato. A domani fanciulle.


Il Maestro congedò le sue allieve, erano le sue allieve più illustri, infatti erano le tre eredi al trono. Nadia si alzò per prima, come sempre, era la più bella delle tre, presto si sarebbe sposata con l’Imperatore di Costantinopoli, diventando Imperatrice dei Romani, nazione non solo alleata, ma anche intima amica. Poi si alzò Dalia che era la più brava nelle materie delle tre, che presto o avrebbe amministrato giuridicamente lo Stato o si sarebbe sposata un qualche Emiro della lontana Africa del Nord in attesa del suo sogno ossia quello d’esplorare la Marconia e di reclamare Egizuela, la terra chiamata in onore del nonno. La terza ad alzarsi fu Isis, la più forte ed ambiziosa delle tre, era lei la destinata a diventare Sultana e abile nella guerra qual’era si vociferava intendesse rendere forte l’Islam anche nelle terre più distanti come l’India e l’Europa.
Uscirono dalla loro aula di quella che presto, per volere di Dalia sarebbe stata la più agognata sede di studi, e come da tradizione, voluta da Heddin stesso, andarono all’ingresso ove era conservata una scatola intarsiata e ne baciarono il contenuto.
Si diceva che farlo portasse fortuna e così fu, per tutt’e tre, ma queste sono storie che devono essere raccontate in altre occasioni.
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Messaggio Da Maþt Mer Apr 12, 2023 10:41 pm

CAPITOLO XII E RIEPILOGO DELLA PARENTESI PALEOLOGA


Una volta passata l'epidemia di peste, Michele riprese i suoi propositi bellicosi verso Ilkhanato, fornito di nuovi mezzi d'assedio l'esercito bizantino avanzò espugnando con estrema facilità le città di Batumi e di Sukhumi e ponendo sotto il suo controllo il territorio dell'antico Regno di Georgia. I bizantini giunti in quelle terre credendo di essere acclamati come liberatori si ritrovarono ad affrontare la fiera resistenza della popolazione profondamente segnata dall'epidemia, dalla guerra e dalla carestia; quest'ultima in particolare affliggeva l'Impero già da tempo e pertanto i georgiani vedendo che i loro nuovi dominatori non avevano i mezzi per risolvere la loro crisi alimentare, cominciarono a lottare per una definitiva indipendenza impegnando le truppe di Michele VIII sui ripidi pendii del Caucaso.


LA CROCIATA E LA ROTTURA DELLA " STRANA ALLEANZA"

Mentre ancora Bisanzio si accingeva ad espugnare la roccaforte di Sukhumi, papa Urbano V indisse l'ottava crociata a cui presero parte tutte le più importanti potenze europee. Michele VIII restò in bilico su una decisione molto importante; da una parte voleva evitare che si ripetesse lo stesso scenario della quarta crociata, se avesse fornito supporto ai crociati sarebbe stato considerato come un alleato dell'Europa cristiana, riavvicinandosi così al mondo occidentale.

Dall'altra parte Michele era consapevole che ormai la frattura tra oriente e occidente era troppo profonda e soprattutto i crociati pervasi dal loro fanatismo e mossi dagli interessi economici dell’alta borghesia e della classe dirigente, non vedevano l’Impero Bizantino come un loro vero alleato, ma più come un lontano parente odioso di cui fingersi amici e poi all’occorrenza derubare delle sue ricchezze e dei suoi possedimenti.

Vi era poi un altro problema da tenere in conto; per volere del sultano Baybars, il Sultanato Mammelucco aveva cominciato una serie di missioni diplomatiche e Michele VIII che inizialmente aveva accolto l’iniziativa con superficialità, presto si avvide che quella, un’alleanza innata tra imperi che si erano fatti la guerra per secoli e che si erano definiti con odio reciproco “infedeli”, era forse l’unico modo che aveva per restituire all’Impero Bizantino il ruolo guida nell’Anatolia e nell’Egeo.

Tuttavia ormai nell’estate del 1262 , mentre le prime schiere crociate sbarcavano in Cirenaica e mentre la flotta crociata si lasciava alle spalle i relitti delle navi egiziane, Baybars era morto e le navi inglesi si avvicinavano all’Anatolia, per Michele era troppo tardi per tirarsi fuori e decise di mantenere fede alla promessa che aveva fatto a Valletta pochi mesi prima.


Inutile dire che il contributo di Bisanzio nella crociata fu scarso o nullo, l’esercito bizantino si limitò a fornire informazioni per mezzo delle sue sentinelle sugli spostamenti egiziani in quella regione che oggi è definita Kurdistan e a fornire supporto con la cavalleria nelle poco frequenti operazioni militari dei crociati nella zona, che era considerata un fronte secondario di importanza nettamente minore al fronte egiziano/ levantino.


LA GUERRA BISANZIO-IMPERO E LA FINE DELLA DINASTIA PALEOLOGA

Alla fine la partecipazione alla crociata si rivelò completamente inutile e come temeva Michele VIII gli eserciti crociati si rivolsero verso il suo impero. Finita la crociata giunsero dalla Siria i contingenti germanici e svedesi che si stabilirono entrambi nei pressi di Ankara a distanza di pochi giorni. Poiché la sosta si prolungava oltre il necessario Michele VIII iniziò a temere seriamente un’invasione e mosse le sue esigue armate verso gli eserciti stranieri che in tutto erano composti da circa duecentomila uomini, con l’intento di accerchiarli. Una volta che i crociati occuparono Ankara i bizantini cercarono di riconquistare immediatamente la città anche con l’uso di catapulte, ma i crociati avendo intuito di essere in superiorità numerica uscirono dalle mura e sbaragliarono gli assedianti. Una volta sconfitti anche i rinforzi bizantini sbarcati dal Mar Nero e preso il controllo della regione i crociati si divisero; le truppe dell’Impero Germanico si diressero in Bitinia e da lì in Grecia è in Macedonia, regioni che conquistarono senza trovare ostacoli, Michele VIII si era ormai reso conto che non c’era alcuna speranza di vittoria e aveva ritenuto più saggio ritirare le esigue truppe rimaste a difesa di Costantinopoli e della Tracia Orientale. Mentre l’Ellade cadeva, le truppe svedesi si diressero nelle province orientali, assediando dapprima Sinope, città fortificata presso cui si erano riunite le armate orientali, dopo aver sbaragliato anche quest’ultimo baluardo le truppe svedesi presero il controllo di Rize e del Ponto. La Georgia invece svuotata dalle truppe bizantine tornò sotto il controllo dei mongoli. Dopo appena tre anni il sogno di Michele di una restaurazione bizantina in Anatolia e nei Balcani meridionali era definitivamente finito. Pochi giorni dopo la caduta di Skopje Michele VIII e suo figlio furono assassinati e il potere fu preso dal generale Alessio Strategopulo  che regnerà fino al 1277.


ALESSIO E IL RITORNO DELLA DINASTIA COMNENA

Alessio I  conscio di governare un’Impero ridotto all’osso non sprecò forze e soldi in progetti più grandi di lui ma preferì far ripartire Bisanzio dal commercio, sfruttando soprattutto il fatto di avere ancora il controllo sul Bosforo, negli ultimi anni del suo regno si limitò a riallacciare i rapporti con il Sultanato Mammelucco e rispolverare quella’ alleanza che tanto scandalizzava il mondo cattolico.  Alessio inoltre per giustificare il suo governo dichiarò di essere imparentato con la famiglia dei Comneni che governò Bisanzio fino al 1204, giustificando il suo colpo di stato come un ritorno della legittima dinastia regnante ( riguardo a ciò si ha tutt’oggi come unica prova un sigillo del 1255 recante l’iscrizione “ Alessio Strategopulo della famiglia dei Comneni).


Alla sua morte avvenuta nel 1277 gli succedette il figlio Costantino che procedette con il riavvicinamento diplomatico tra Egitto e Costantinopoli che culminò col suo matrimonio con una delle figlie del sultano. Per il resto la politica di Costantino si baserà unicamente sullo strappare territori al Regno Bulgaro, sfruttando anche l’esercito bizantino che altrimenti sarebbe stato numericamente sproporzionato rispetto all’esiguo territorio controllato.

L’impero così pur avendo perso la Grecia e l’Anatolia poté sopravvivere per altri secoli grazie alla salda alleanza con l’Egitto e alla stabilità politica della zona che caratterizzò tutto il Trecento.
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