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PARTITA GDR | QUINTA EPOCA

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Messaggio Da Draconix Dust Lun Feb 13, 2023 2:43 pm

REMMEN NIEUWS
il periodico nazionale di guerra

L'esercito è già stato radunato ed è partito in guerra, destinazione: Marocco. 

Dopo la mobilitazione dei nostri uomini è entrata in vigore la legge 356/7 istituita dal gran Pensoniere De Witt lo scorso anno. 
Essendo la prima volta che questa legge viene applicata spieghiamo brevemente ai cittadini in cosa consiste.
"in caso di effettuata o ricevuta formale dichiarazione di guerra o nel caso di un attacco effettuato da una nazione straniera, 1. il governo delle Province Unite fermerà ogni erogazione di fondi statali con lo scopo di finanziare l'intero apparato bellico.
2. Ai cittadini maschi maggiorenni è vietata l'uscita dal paese ed è obbligatoria la disponibilità a combattere.
3. L'arruolamento è il numero degli uomini descritti al punto 2 è deciso dal governo e dai suoi rappresentanti.
4. In alcuni casi eccezionali come padri di famiglie numerose (più di 6 figli) è permesso al padre ed al fratello maschio maggiore non sposato di ritirarsi dall'arruolamento.
5. La diserzione è punita con il carcere e con il disonore per la famiglia (esclusione dalle cariche pubbliche) e con la morte in caso di diserzione sul campo di battaglia. 
6. Ogni artigiano è fabbro sarà reclutato non come soldato, ma come produttore di armi per l'esercito. 
7. Come descritto al punto 1, ogni periodico non statale non riceverà fondi dallo stato fino alla conclusione della guerra. È inoltre proibito stampare questi periodici e la stampa degli stessi a partire dal 3° giorno di guerra è ritenuto illegale. L'unico giornale stampato durante il periodo bellico sarà il "Remmen Nieuws", reso disponibile alla popolazione nelle bacheche cittadine.
8. In caso di indecisione del governo su scelte belliche la decisione spetta al Gran Pensoniere. 
9. In caso di attacco o di assedio da parte di una nazione straniera, nel paese entrerà in vigore la legge militare e codesta legge. Le decisioni saranno prese dunque dall'alto comando militare ed il governo avrà un ruolo puramente consultivo. "

Ricordiamo dunque che l'uscita non autorizzata di ogni individuo di sesso maschile maggiorenne verrà punita. 
Ogni cittadino volenteroso di arruolarsi volontariamente sarà ben accolto nelle caserme di tutto il paese. 


Negli scorsi mesi un'intesa di 4 paesi si è formata: Province Unite, Ottomani, Inglesi e Francesi. 
I governanti hanno deciso di intraprendere una spedizione nelle ricche terre del nord Africa per stabilire delle colonie e commerciare (con) i popoli locali. 
La costruzione di una base Olandese nella città di Tan Tan ha un'evidente importanza strategica per il nostro paese, che potrà godere dell'accesso diretto alle zone del centro America più facilmente e fare rifornimento di viveri e uomini.
Non si hanno altre notizie al momento. L'invasione comincerà tra qualche giorno. 


In attesa di nuovi comunicati vi auguriamo una buona giornata. 

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Messaggio Da Vlad Lun Feb 13, 2023 8:06 pm

El Mundo
Gennaio 1654


[Politica Estera - L'ultimatum veneziano]


Alla fine dello scorso anno, la Serenissima, su ordine del nuovo doge, inviò un "Ultimatum" a palazzo, il testo che segue sono le esatte parole della piccola repubblica che nell'ultimo anno ha annientato le ultime repubbliche marinare senza che esse avessero effettivamente mosso offesa al leone di san Marco.

" Data la Vostra guida di pirateria e di assoggettamento di Venezia e dell'Italia, del mancato rispetto del Doge e delle chiusure degli stretti.
Consegniamo un ultimatum:
Dovete aprire gli stretti a Venezia gratuitamente e consegnare Malta, Sicilia, Napoli e Toscana." 


La Serenissima prima strozza gli Asburgo impedendogli di commerciare, dopodiché, infanga il nome della corona spagnola con false accuse di pirateria, inoltre, il doge, non sembra essere consapevole di come funzioni un ultimatum, di fatti questo pezzo di carta fu consegnato a palazzo mentre i suoi eserciti marciavano già nei territori spagnoli. Il mancato adempimento ai trattati internazionali e l'onta che stavasi creando agli occhi degli altri paesi hanno fatto si che carlo contrarini ritirasse i suoi uomini, unica azione onorevole da quando egli è stato "eletto" 

Da questo mese, in base ai trattati, il doge può inviare un nuovo ultimatum, tuttavia non avrà modo di farlo, il Re difatti ha deciso, difronte al blocco navale della Serenissima che la Spagna è pronta ad entrare in guerra nel difendere i propri interessi.

ULTIMATUM

Io, Re Filippo IV di Spagna, Re di Napoli, Re di Sicilia, Re di Sardegna, Duca di Milano e Duca di Borgogna avviso la Serenissima che se il loro blocco navale ed i loro folli dazi nell'Adriatico dovessero continuare la Spagna risponderà con le armi.


[Politica Interna - L'inquisizione]

La santa inquisizione, la mano della fede, la salvezza degli animi, non si fermerà difronte a battibecchi tra mortali come quello tra Spagna e Venezia, nel mese di Dicembre ci fu il grande processo, o come nella storia verrà ricordato, "la seconda incoronazione del re pianeta"


Nonostante le aggressive accuse dell'inquisizione la verità era ben diversa da quanto essi dichiaravano.


Nonostante la crisi della guerra, lentamente la Spagna si stava rialzando, l'arrivo delle merci dalle Americhe salvava i cuori e soprattutto, le pancie della popolazione, le aggressione le false accuse dei veneziani nei confronti dell'ordine di Malta e la loro arroganza nel muovere guerra al paese che sempre gli ha aiutati, i nobili che scaltri, han preferito le certe cariche nell'esercito e nella marina piuttosto che un incerto successo di una fazione ed commercianti che di nascosto si preparano alla grande richiesta di viveri ed acciaio. Il supporto popolare che il sovrano detiene ha evidentemente allarmato l'inquisizione, la quale ha dovuto terminare il processo, al termine del quale, una bolla papale sanciva la scomunica dei colpevoli di questo "incidente".
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Messaggio Da Maþt Lun Feb 13, 2023 11:52 pm

POLITICA INTERNA


La fine della rivolta cosacca

Dopo mesi di scontri e di violenze perpetrate dagli empi cosacchi finalmente si è giunti ad un accordo di pace, nonostante l'esercito della Confederazione sia forte e non tema rivali, il nostro lungimirante sovrano ha preferito mettere fine a questo spargimento di sangue, ha infatti sentenziato che è meglio mantenere integre le forze per il conflitto ormai più che imminente nel Mediterraneo, anche se il focolaio degli scontri sarà lontano dai territori della Confederazione, c'è comunque la possibilità di poter fare la nostra parte di bottino.

Il 19 Ottobre dell'anno domini 1653 nella città di Leopoli è stato siglato da re Giovanni II e dall'atamano Bohdan Chmel'nyc'kyj un trattato di pace.


Passaggio da monarchia elettiva a monarchia ereditaria e secessione lituana

Conclusasi la questione cosacca il nostro re Giovanni II ha dovuto occuparsi di un altro complicato ed oneroso problema, dai tempi dell'Unione di Lublino la nostra gloriosa Confederazione è stata una monarchia elettiva e dopo i primi tempi di prosperità e ricchezza; ciò ha portato ad un progressivo indebolimento del potere della corona, contesa dai nobili che la vedevano più come un privilegio che come un dovere, a ragione di ciò il nostro sovrano ha garantito di voler mettere fine a queste discordie intestine, al fiero rifiuto dei nobili polacchi più intransigenti re Giovanni II con l'appoggio dell'esercito ha risposto con una ferma e decisa  repressione; infine  con " l'Atto di Varsavia " ha di fatto reso il Regno di Polonia e Lituania una monarchia ereditaria.

La nobiltà lituana tuttavia, ormai troppo accecata dal desiderio di potere, non ha visto di buon occhio la coraggiosa decisone del nostro sovrano e non essendo ancora stata toccata dalla repressione ha optato per la secessione dando così vita al Secondo Regno di Lituania. 

Giovanni II si è mostrato particolarmente addolorato per la sciagurata è irrazionale scelta dei nobili lituani, i quali, hanno dimostrato ancora una volta la disfunzionalità del sistema elettivo non riuscendo ad eleggere un sovrano per il loro neonato regno, il potere al momento è in mano ad un'assemblea di nobili.

Il nostro lungimirante re ha saggiamente deciso di evitare al momento lo scontro consapevole del fatto che una guerra tra Polonia e Lituania non porterebbe altro che devastazione nelle nostre terre, riducendoci nella stessa misera condizione del Sacro Romano Impero Germanico. 


POLITICA ESTERNA-Uno spregiudicato messaggero

Pochi giorni prima che il nostro sovrano Giovanni II Casimiro siglasse la pace coi cosacchi è giunto dalle pianure ungheresi un soldato ottomano, questo infedele bofonchiava in un polacco assai stentato di avere un messaggio importante per sua altezza Giovanni II, dopo aver scomodato un alto dignitario della corte polacca il barbaro turco ha osato sbiascicare ancora più stentatamente frasi sconnesse su cosa non dovesse fare l’esercito della Confederazione, dopo aver detto ciò, secondo testimoni oculari, ha osato sputare sul sacro suolo della nostra terra madre. Re Giovanni II in seguito a questo evento ha affermato che la prossima volta l’Impero Ottomano oserà dare ordini alla Polonia non si risponderà più con l’indifferenza, bensì con i fucili e con le spade.
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Messaggio Da Ferdinand-Foch Mer Feb 15, 2023 12:46 am

London Gazzette 

Edizione di Marzo
 
[ Ristabilito il Parlamento ]
 
Londra - 01 Gennaio 1654
Il primo giorno del nuovo anno per volere del Lord Protettore sono stati riuniti i politici della Camera dei Comuni e dei Lord per ristabilire il potere istituzionale del parlamento inglese.
Con questo Cromwell ha zittito tutte quelle malelingue che negli ultimi mesi hanno appestato i vicoli di Londra con frasi ingiuriose, addirittura arrivando a paragonare il Lord ad un Monarca ! Mai fu pronunziato un insulto più vile e meschino di questo.
In principio, quando le camere furono sciolte, Egli avviso la popolazione che ci sarebbe voluto un periodo di tempo abbastanza lungo per rendere operativo il noovo nucleo istituzionale. Dopo 6 mesi di attesa possiamo annunciare finalmente che la Repubblica ha un Parlamento.
L’arrivo dei politici, sia Comuni che Lord, nella camera è avvenuto alle 09:57 del giorno indicato in data, mentre l’arrivo di Oliver Cromwell è avvenuto circa 3 minuti dopo allo scoccare delle 10. Alla sua presenza la classe politica è sobbalzata all’in piedi, il cammino del Lord verso il centro della stanza è stato accompagnato da un freddo silenzio, rotto solamente dal cigolio ferreo degli stivali dei suoi accompagnatori militari.
Gli sguardi pesanti sulla sua figura non gli hanno impedito di iniziare il suo enunciato e nel continuarlo fino alla fine senza interruzione alcuna. Nel suo personale monologo, il Lord, annuncia ai presenti che gli uomini presenti in quella stanza ricopriranno un ruolo assai onorevole, quanto oneroso; dovranno prestare la loro completa attenzione alla politica inglese, mettendo da parte ogni sentimento individualistico per elevare quello collettivo.
Spiega come in questi mesi di attesa siano serviti per “depurare” la classe politica dai filo realisti -a queste parole molti tolsero lo sguardo dal Lord e guardandosi attorno si accorsero che mancavano dei volti a loro noti- i quali nel corso di questo tempo nell’ombra sono stati arrestati e rinchiusi nei carceri fuori dai confini Repubblicani. Coloro che erano presenti non dovevano avere preoccupazione alcuna, la loro esistenza non era minacciata salvo ripensamenti monarchici da parte loro, il Lord con ciò ha dato atto di esser capace di poter mettere fuori dai giochi chiunque in poco tempo e silenziosamente.
Continuando ha comunicato che le decisioni da lui prese in questo periodo di assenza del Parlamento non potranno essere modificate dal Parlamento stesso e si riferisce in particolare alla Spedizione Americana e quella Africana. Da questo momento in poi il loro ruolo sarà quello di operare per garantire un buono sviluppo della Repubblica e saranno interpellati in ogni singolo evento politico, ma sottolineando, più volte, che il potere di scogliere le Camere è ancora nelle sue mani per tanto in ogni momento il loro lavoro potrebbe cessare.
 
[ Una Nave per Due ]
 
Riprendendo parte dell’enunciato del Lord sopra citato qui di seguito vi comunichiamo i progressi della Spedizione Americana.
Il viaggio per i nostri eroi è partito circa 2/3 mesi fa, chi aveva famiglia ha salutato per l’ultima volta i suoi parenti con le lacrime agli occhi ed è salpato verso un orizzonte misterioso, chi non aveva nessuno da salutare è partito con il cuore non tristo, ma ricco di riscatto e senso di rivalsa.
Dal freddo proto di Inverness, Scozia, le navi sono partite alla volta della baia di Hudson, ma tra i tanti inglesi, scozzesi, qualche gallese e per fino un o due irlandesi, vi era qualche centinaio di uomini che parlavano un idioma bizzarro, mai udito per molti dei presenti: il tedesco.
Assieme all’equipaggio navale, ai civili e ai soldati della New Model Army, ci sono circa 15.000 tra soldati e civili tedeschi grazie al fiuto per gli affari della famiglia germanica dei Welser. Accordati con il Lord hanno permesso di coronare il sogno di Guglielmo di Brandeburgo, il quale desideroso di avere una colonia germanica in America, ma tutta via impossibilitato a causa della scarsezza tecnologica della sua marina; potrà valersi dell’abilità inglese nell’esaudire il suo desiderio.
Un piccolo pezzo di terra, lì nel lontano Nuovo Mondo, sarà destinato all’amministrazione di questi 15.000 e direttamente controllata dal Re Guglielmo in Europa, ma attraverso il Commonwealth che tutelerà la piccola colonia come fosse sua.
L’arrivo dei prodi è calcolato nel prossimo mese e mezzo, ma non c’è da cantar vittoria, tutt’altro, i territori inesplorati sono pericolosi per la presenza delle tribù locali, che seppur inferiore per progresso tecnologico potrebbe sopraffare la forza inglese in numero o per sfinimento. Già la spedizione spagnola della “Fenice” ha ricevuto un triste epilogo non mettendo neanche piede in america, auguriamoci di ricevere un trattamento diverso.
 
[ Torta di More ]
 
Istanbul - Fine Estate dell’Anno Scorso
Dinnanzi la corte del giovane Sultano Mehemet IV, successivamente deceduto in questi ultimi tempi, presieduta dalla reggenza della Sultana Madre si è tenuto un breve incontro tra alcuni personaggi rappresentanti del loro stato: vi era per il Commonwealth il diplomatico Lenthall, per le Province Unite il Pensioniere De Witt e per la Francia la Regina Anna.
La riunione, segreta fino a questo momento, fu fortemente voluta dalla Sultana per discutere di un eventuale spartizione di quella che veniva, ed è tutt’ora, considerata una spina nel fianco dell’Impero Ottomano: il Marocco, unico stato africano battente sul mediterraneo non ancora alla mercé della Sublime Porta. Per tanto era in loro interesse quello di abbattere questo ultimo baluardo africano e affermarsi come unica potenza di quella zona geografica, ma per farlo hanno chiesto aiuto agli stati europei, in primis Francia e Olanda.
Esattamente, la presenza inglese inizialmente era stata richiesta esclusivamente come “garante giuridico” affinché potesse controllare che l’operazione di spartizione avvenisse secondo le regole internazionali; tuttavia, grazie all’abilità diplomatica del buon Lenthall il Commonwealth è riuscito a ritagliarsi una piccola fetta di torta, qualche briciola.
Una volta concepita la spartizione, approvata dai presenti, Lenthall ritornando in patria ha recepito le informazione al Lord il quale ha dato ordine di organizzare l’esercito per la spedizione africana: un gruppo abbastanza sostanzioso di soldati addestrati è stato spedito verso le coste marocchine, ma prima facendo una piccola sosta in Portogallo per aiutare il Re Giovanni IV a sedare alcune rivolte interne.
Aspettando per un attacco congiunto i soldati inglesi si sono appostati lungo le coste per giorni, settimane, quasi mesi, quando un giorno un cenno fu fatto da un porto lì vicino: alcuni marocchini di Rabat hanno permesso ai soldati di sbarcare.
Nell’incredulità generale l’Ammiraglio Monck non ha abboccato, presumendo fosse un vile tentativo di intrappolare le navi, ma poco dopo si dovette ricredere, poiché una piccola imbarcazione marocchina si è avvicinata, un piccolo uomo salito sulla nave ha tentato di spiegare in uno spagnolo scarso qualcosa. Fortunatamente tra l’equipaggio vi era un inglese che sapeva qualcosina di spagnolo: quell’uomo apparteneva ad un gruppo di ribelli marocchini chiamati: “Moriscos” dovuti alla loro discendenza con i mussulmani di Al-Andalus.
Questo gruppo si è ribellato alla monarchia alawide e sta tutt’ora combattendo il governo centrale per le strade di Rabat che per metà è divenuta la loro roccaforte, in quella che loro chiamano: “Repubblica di Salé”. In questo ultimo mese l’Ammiraglio Mock ha tenuto opportuno supportare i ribelli moriscos dando loro alcune armi inglesi, alcune razioni di cibo e improvvisando alcune lezioni di combattimento. Da le poche informazioni che giungono a Londra sembra che il Sultano marocchino non sembri particolarmente interessato nel reprimere i ribelli e probabilmente non è a conoscenza della presenza inglese, ma ben presto prendendo coscienza ingaggerà un combattimento con i nostri. Prima di allora si spera che i contingenti militari alleati siano in azione.
Per concludere ci è stato comunicato che i territori, le fette di torte, che saranno controllate dall’Ammiraglio sono le province nordiche costiere del sultanato, mentre non abbiamo informazioni su quali saranno gli obiettivi delle altre nazioni, ne di quale sarà poi la fine della Repubblica di Salé durante e a fine guerra.
 
[ Puritani contro Repubblicani ]

Sempre Londra - Fine Gennaio/ Inio Febbraio
Tra gennaio e febbraio si è tenuto un dibattito accesso, nei limiti, ma interessante allo stesso tempo: un gruppo di parlamentari definitosi “puritani” hanno definito, non tanto la scelta del Lord di allearsi momentaneamente con delle monarchie, ma il fatto di continuare ad avere contatti con queste come un insulto ai valori rivoluzionari che hanno concepito la Repubblica.
La partecipazione inglese in questa spartizione è stata concepita da Cromwell come un mero atto di opportunismo, non ti solidarietà e cooperazione con stati considerati “rivali” in alcuni ambiti o che ricalcano ancora concetti assolutistici. L’Inghilterra ha avuto l’occasione di poter accrescere la propria sfera di influenza in una zona interessante, limitando la crescita di altri stati, il pensiero del Lord è assolutamente ineccepibile ed inattaccabile.
Ciò su cui si dibatte è cosa succederà dopo la spedizione, quale linea politica intraprendere, per molti c’è anche il rischio di isolare completamente il Commonwealth indebolendola e compromettendo la sua influenza all’estero. Una frangia parlamentare, semplicemente denominati “Repubblicani”, sostengono che relazionarsi con monarchie estere non sia un danno all’immagine della repubblica, ma un semplice “arrendersi all’ovvio”.
Nel periodo storico in cui viviamo la normalità non è l’Inghilterra Repubblicana, ma la Francia Luigina o la Cattolicissima Spagna, per tanto sarebbe inutile provarsi di contatti politici con questi stati solo perché “monarchie”. Sarebbe solo un danno che col tempo potrebbe causare molti e gravi problemi.
Fatto sta che il Lord, a cui si deve l’ultima parola, deciderà il da farsi al termine delle due spedizioni intercontinentali, ma nel frattempo avrà le orecchie aperte e sentirà entrambe le campane.  


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Messaggio Da Falco Mer Feb 15, 2023 11:45 am

LE MIE PRIGIONI
Riflessioni di un uomo molto triste


PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 4 1-In-this-oil-painting-by-Louis-Hersent-Louis-XVI-is-portrayed-distributing-alms-to-the-poor-lg

Federico Guglielmo del Brandeburgo distribuisce il pesce ai contadini


Dalle annotazioni del mio diario, 15 MARZO 1654
Nello straordinario giorno della visita di Ahmed Heladì, principe del Marocco, a Strasburgo


Oh, le idi di marzo del 1654! Credo che questa data non la dimenticherò mai.
Oggi è stato davvero un gran bel giorno, non tanto per me che mi sono dovuto esibire con grande lustro al pianoforte davanti alla magnanima presenza di tutti, e quando dico tutti intendo dire che nella Reggia di Strasburgo c'erano proprio tutti i Signori dell'Impero fatta eccezione per il re di Prussia, troppo orgoglioso per perdere tempo dietro ad uno come me. Ma come vi dicevo se oggi è stato un gran bel giorno questo non lo si deve alle mie doti musicali prive di una qualunque originalità e talento, ma alla bizzarra presenza di un individuo esotico giunto dal vicino Oriente; in un primo momento quando si è detto Oriente pensai allo Sciàh di Persia col quale io ebbi un carteggio epistolare diverso tempo fa e mi ero preparato un lungo monologo. Poi mi sono venuti i brividi al pensiero che fosse un turco. E invece non era né un turco né un persiano,
era un moro.
Oggi infatti Ahmed Heladì, principe del Marocco, ha onorato la città di Strasburgo della sua presenza e del calore della sabbia del Deserto.
L'ho studiato a lungo quel moro, non capita tutti gli anni di vederne uno.
Era appunto moro: aveva la carnagione scura, gli occhi sembravano due olive nere. In testa aveva il turbante, ma se dovevo indovinare il colore dei suoi capelli ci avrei messo la mano sul fuoco che fossero anch'essi neri e ricci.
Appariva come un giovanotto imberbe, con una sottile striscia di baffi sotto al naso.
Mentre io suonavo al piano i brani del mio adorato Monteverdi, riuscivo a leggere negli occhi di quel ragazzo un leggero contorcimento emotivo.
Potei scorgere nel suo animo l'angoscia che lo tormentava al pensiero della guerra.
Ben quattro nazioni si erano accordate per stringere in assedio quel povero regno, che nulla di male aveva fatto all'Europa, a parte rapire qualcheduno di volta in volta, o saccheggiare due o tre carovane nei mari del Sud, o in fondo esigere qualche tassa alla dogana per il passaggio delle navi, com'è poi d'uopo in ogni altra nazione della terra.

Ahmed Heladì era il figlio del re del Marocco, era venuto al mondo pensando di ereditare tutto dalla vita.
Ma presto il suo Regno sarebbe scomparso, la corona del padre avrebbe smesso di brillare, e del suo avvenire non sarebbe importato a nessuno.
E a peggiorare l'umore c'era in lui la consapevolezza di essere troppo insignificante per poter cambiare le cose.

Mi sono avvicinato al principe e gli ho detto che capivo il suo disagio. Che anch'io provo gli stessi turbamenti.
"Questo è un mondo orribile che non conosce pietà per i meno fortunati" ho detto al giovane Heladì, "pesante è il fardello di costruirsi un futuro mattone dopo mattone, ma potente e imprevedibile è il vento che ce lo porta via."
"Vedi per esempio qual'è stato l'errore del Doge. Egli ha giocato molto male le sue carte, Venezia nacque terra di mercanzia e attraverso la mercanzia ella dominava i popoli assoggettandoli per interesse come fa uno strozzino coi suoi debitori. Il Doge invece si è creduto un grande Stratega militare e per provare il suo orgoglio ha voluto sfidare la più grande potenza cristiana d'Europa con le armi. Solo Dio sà che cosa succederà a Venezia, e prego perché mio cugino sia buono e giusto. I Veneziani debbono augurarsi che gli spagnoli siano clementi e che abbiano misericordia. C'è il rischio che il Leone di San Marco non veda più le albe e i tramonti dei giorni nuovi."

"Ma non bisogna neanche essere troppo lascivi come re Giovanni. In due anni la Polonia ha perduto la Lituania e l'Ucraina... di questo passo i polacchi perderanno se stessi..."

Ma forse vi starete chiedendo come molti altri Signori, cosa ci facesse il principe del Marocco a Strasburgo?
Sembra che la visita di Ahmed Heladì fosse in programma già molto tempo fà.
Il re del Marocco avrebbe voluto stringere con gli Asburgo un matrimonio di interessi per contenere l'incontenibile orda ottomana, che accomuna noi quanto loro come un incubo costante.
Doveva esserci tra noi e il Marocco un intesa assai simile a quella che c'è stata tra noi e la Persia.
Ma la scaltrezza della Sultana ci ha preceduti, rendendo superflua ogni parola.

Carlo Luigi di Wittelsbach ha suggerito al principe di tornare al suo paese e assistere suo padre.
Quell'infingardo!! Voleva che il ragazzo si facesse ammazzare dai francesi...

Io invece dissi che Ahmed Heladì poteva venire a Vienna, a patto che si convertisse alla religione romana.
Il giovane ha accettato. Del resto che futuro può mai riservargli il Marocco?
Oggi Ahmed Heladì è a Vienna e sta seguendo dei seminari per diventare Vescovo di Agadìr.
Il suo sogno è quello di tornare in Africa, fondare un secondo Regno del Marocco, e convertire la sua gente alla parola di Cristo.

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 4 PRIMERA-CAMPANA-DE-MARKETING-DE-LA-HISTORIA_-LA-PATATA-EN-SIGLO-XVIII

Tornato a Vienna mi sono messo a leggere qualche gazzettino e per curiosità ho aperto un paio di messaggi.
Che mi venisse un colpo!
Il Borgomastro di Amburgo aveva affittato agli Inglesi le industrie cittadine e il piccolo porto dell'Hansa.
L'accordo prevedeva un pagamento semestrale di risorse alimentari in cambio di polvere da sparo. Ovviamente questo avrebbe ingrassato la già potente macchina da guerra di Cromwell, quel protestante balordo e sanguinario che ha tagliato la testa al povero re Carlo. E naturalmente a me, che sono l'Imperatore, non è stato detto nulla. Beh... almeno Amburgo rimane formalmente nel Sacro Romano Impero, e quindi le carovane a cavallo potranno attraversare il territorio senza pagare nessuna tassa.

Che mi venissero due colpi!
Bartolomeo Welser, quello sporco ebreo che strozza la gente coi debiti, è al libro paga degli Hohenzollern...
Coi suoi soldi il Brandeburgo salirà sulle navi Inglesi, e fonderanno una colonia nella Baia di Hudson.
Già immagino l'alterigia di quel Guglielmo, quando avrà conquistato un pezzo d'America... e io niente. Già ora mi tocca guardarlo fare affari con i Danesi, ormai ha così tanto pesce da sfamare la sua gente, e la miseria da quelle parti di Berlino non si sente più. Loro strafogano le loro bocche con il Baccalà Norvegese e noi ci saziamo con quel poco che ci offre mio cugino.

Cameriera? Cameriera??
Volevo che una cameriera mi portasse da mangiare, ma arrivò la Damerina delle Pulizie e disse:
"Le cameriere si sono licenziate, Signore. Avevano fame, e non le avete pagate a sufficienza."

Che mi venissero tre colpi...
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Messaggio Da Stratega Capo Mer Feb 15, 2023 5:47 pm

SERENISSIMO GIORNALE,
Edizione Straordinaria,
Marzo, Anno Domini 1654, Anno Serenissimo 957










La Guerra e i Fattacci


Alcuni mesi fa, il Reame di Spagna ha chiuso gli stretti Mediterranei, rinchiudendo i mercanti Veneziani che non desideravano pagare pedaggi, poiché considerati esosi.
Io, giornalaio, non son mercante né Patrizio e non so a quanto ammontassero per i loro forzieri, ma tanto è bastato per convincere Doge, Senato e Marineria ad una guerra.


I Capitani della Marineria infatti intendevano tenere i rematori nelle galere, ma finita la Guerra Marinara già ci si apprestava a portare in secca le navi.
I Capitani quindi hanno spinto molto, anche con tangenti, per la guerra, che non poteva esser fatta nientemeno che al Reame di Spagna.


L’ultimatum è stata resa inaccettabile sotto consiglio militare: abbiamo richiesto Sicilia, Sardegna, Toscana e Napoli.
L’Imperatore, come era scontato e richiesto, ha rifiutato; firmato poco prima un patto coi Turchi, i Veneziani hanno mosso la Cananea verso la Puglia, mentre la Veneta verso gli Abruzzi.


È, forse un aiuto Divino alla Cattolica, giunto il tifo sulla flotta, il che ha convinto i Generali a sbarcare, prima che scadesse l’ultimatum, senza chiedere ordini al Senato.
La Cananea e i suoi Diecimila uomini, più gli altrettanti rematori, sono stati annientati sulle spiagge di Brindisi, mentre la Veneta si è ritirata, messa in fuga non tanto dall’esercito nemico, bensì da una più probabile ripicca Austriaca o Papale. Già poco prima Austria e Spagna avevano espulso i diplomatici Veneziani.
Il Comandante della Veneta, tornato in Patria, è stato giustiziato su pubblica piazza, mediante fucilazione, su ordine del Doge.


Dopodiché sono stati gli Spagnoli a passare all’attacco, la Loro flotta ha spezzato la Nostra, che di risposta bloccava gli stretti Italici, per poi assediare prima la Corsica e poi Genova.
I comandanti di quelle Province, dopo una sommosa da parte della popolazione civile, si sono arresi, così i Nostri uomini e le Nostre Galere.
Giunta la Notizia a Venezia il Doge ha urlato: n-N-NO!!!
Lui infatti già si preparava ad assediare Milano per aiutare le Guardie Genovesi.
Fallito il tentativo e dopo la deposizione del Doge da parte del Senato, è stata chiesta ufficialmente la pace, mediata dai Turchi, un’altra stranezza di questa guerra: due Cristiani che si fanno la guerra ed un Turco da parte, che non lotta ma bensì fa da paciere. Strano et anomalo.


Il Reame di Spagna ha accettato la pace e ha fatto richieste non troppo dure, quali la deposizione delle armi, le scuse ufficiali del Doge e pagamenti di guerra, che però l’economia Serenissima non può ora né poteva reggere quei giorni.


Fortuitamente l’Imperatore d’Austria ha contattato le ambascerie e ha comunicato che in cambio di Genova e Corsica avrebbe pagato Lui le spese di riparazione.
Il Senato, mercante, vero mercante, ha accettato, poiché sicuramente avremmo perso il possesso di quei territori a breve, mentre così non solo ci liberiamo di rivolte et assassini et criminali, ma ci liberiamo anche di pericolosi e ingenti debiti.


Il Doge Contarini, ieri, portato a Milano per una sua deposizione ufficiale di scuse, poco prima di farlo è morto, malelingue dicono di avvelenamento, altri di crepacuore.


Il Senato, sciolto per timore di colpi di mano, è stato riformato, col benestare di Austria e Spagna, con famiglie solo amiche o che non hanno mai espresso astio all’Imperatore, ancora non si ha un Doge, ma il Senato lo rimpiazzerà, fino a nuove elezioni.


Il Nuovo Senato ha deciso di ritirare tutte le ambascerie dai vari paesi e di sostituire anch’esse, si teme però di tentativi degli ambasciatori di fuggire la Patria, dove verrebbero processati.


Parole del Vescovo di Verona:
Si ha così un tale ribaltamento di ruoli, che porta la Redenzione alla Repubblica, che prima scendeva a patti coi Turchi e che ora sta con le Cattoliche. Canea sarà al sicuro ora, così il Papato e le popolazioni Cristiane. Siano perdonati gli errori dei Veneziani, non solo dal Cielo, m’anche dagli uomini e che non vengano perdonati col sangue vendicativo di Lucifero.”.




Articolo di Mario per il Sereno Giurnale di Venezia.

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Messaggio Da Vlad Gio Feb 16, 2023 3:43 pm

El Mundo
Edizione straordinaria 8 Aprile 1654
Questa edizione, in commemorazione del compleanno del nostro sovrano sarà gratuita in tutto il regno!

[Politica Estera - Pace nel Mediterraneo]



Il mese scorso la guerra ha terrorizzato i cuori della penisola italica, si vocifera che l'ammiraglio Mauro De la Riva, a carica della flotta mediterranea piangesse quando i diplomatici, tornati nel regno sotto la custodia del pontefice e senza più la loro nave raccontarono che i militari veneziani fecero i salti di gioia alla vista dell'ultimatum spagnolo, Mauro nasce da una piccola famiglia di nobili spagnoli residenti a Napoli, la sua arguzia e intraprendenza lo han portato a coronare il suo sogno, diventare ammiraglio per difendere la sua patria, tuttavia una parte del cuore dell'ammiraglio evidentemente sanguina all'idea non solo di dover combattere i suoi "fratelli" ma conscio del divario di forza tra le due parti, il "giubilio" dei militari di Venezia lo ha profondamente scosso.

L'unica dolce nota di questo conflitto è nata dal suo profondo amore rivolto alla penisola, difatti, nell'esatto momento in cui la bandiera bianca si alzò sulla città di Genova e sulla Corsica, nonostante i suoi compagni d'arme temevano fosse un subdolo stratagemma, dubbio lecito dopo i problemi avvenuti mesi prima con il non-rispetto del ultimatum veneziano, lui fermò ogni azione offensiva, per alcuni giorni la flotta spagnola galleggio in mare senza una meta con ordini e sentimenti discordanti, ma alla fine De la Riva ci vide giusto, la pace era stata firmata.

Curiosa la mediazione dell'impero ottomano, inizialmente i delegati della Sublime Porta avevano, in caso di incomprensioni sui termini di pace, l'onere di mediare delle condizioni sì dure, ma giuste, intervento evidentemente non più ritenuto necessario in quanto le due parti fin dall'inizio sembravano di comune accordo nel voler terminare il conflitto.
Con la firma della pace, le ingiuste accuse nei confronti dei templari sono state smentite, le accuse rivolte al Re e al Regno di promuovere tali barbarie sono state ritirate, il nostro sovrano tuttavia mai è sembrato particolarmente scosso da esse, come disse anche durante il processo della santa inquisizione


  " Dio è sommo, esso giudicherà quando lui in quanto sommo deciderà che sarà il momento, si può mentire a chiunque, anche alla propria madre, ma nonostante ciò nulla può ingannare il sommo padre "


Nonostante questi buoni propositi e primi passi avanti nelle trattative di pace, essa ha richiesto più tempo del previsto per essere siglata, alla fine, grazie alla magnanima collaborazione dell'imperatore Ferdinando III D'Asburgo, il senato veneziano ha accettato i termini della pace

La repubblica di Genova torna ad essere indipendente mentre la nuova repubblica di Corsica nasce, per garantire la protezione delle due nuove repubbliche ed evitare che qualcuno si approfitti della loro debolezza, esse sono sotto la tutela del Sacro Romano Impero, inoltre il conflitto, siglata la pace, non risulta particolarmente oneroso nei confronti delle casse dello stato, i pagamenti di guerra sono stati sufficienti a garantire il benestare delle classi più basse maggiormente colpite dal conflitto.

[La caduta del Maghreb]


L'irrompente potenza della Sublime Porta è nuovamente sotto gli occhi del mondo, nonostante il Marocco sia un paese mutilato dalla guerra civile e assaltato dalle principali potenze europee, la superiorità degli ottomani è evidente, giungono voci che la nuova armata del lord protettore abbia avuto non poche difficoltà nel suo assedio poco oltre le nostre coste, riuscendo dopo lunga e logorante battaglia durata diverse lune ad uscirne vincitori, a seguirli vi è stato il disastroso assalto degli uomini del gran pensioniere, tuttavia le voci sono voci, ci sono persone che hanno sentito di un massacro, altre che raccontano di un eroica battaglia, altre ancora dicono che questo scontro mai è avvenuto. Dopo questi primi successi il destino del Marocco non sembrava cosi segnato come molti pensavano, all'arrivo dei giannizzeri tutto è cambiato, la loro forza e ferocia facilmente ha sbagliato le forze nemiche, l'inarrestabilità degli ottomani convinse anche il generale francese ad iniziare l'attacco, il quale altre lontane voci, questa volta meno discordanti, raccontano di una solida vittoria. Il destino del regno sembra ormai segnato, giunge voce che il principe Ahmed Heladì si trova ora in Austria a Vienna, tuttavia un principe senza un regno non è lontano da un fabbro senza forgia.

[Paura lungo le coste]


Nonostante la fine del conflitto con la Serenssima, gli abitanti del regno non hanno avuto il tempo di gioire, difatti la flotta francese è stata avvistata lungo l'intera costa mediterranea spagnola uscente poi a Gibilterra verso rotte ignote, il passaggio non dichiarato ha portato ansia e disagio nei cuori dei cittadini delle grandi città costiere che da un momento all'altro temevano un assalto non dichiarato, diversi nobili furiosi si sono rivolti al re il quale ha tentato di rassicurarli impegnandosi personalmente a scrivere all'egregio Re Sole nonché suo stimato stimato nipote, in attesa di una risposta il re ha assicurato la cittadinanza che se future imbarcazioni militari non dichiarate dovessero venir avvistate lungo le coste del regno, corrisponderà ad una dichiarazione di guerra.

[Il Re senza Corona]

La "repubblica" del "lord protettore" Oliver Cromwell è sicuramente stata oggetto di chiacchiere tra la nobiltà spagnola negli ultimi mesi, chi da un lato sosteneva le iniziative del Lord da un punto spirituale, come il bisogno forzato di unificare i propri domini sotto un unica fede, ben differenza dalla politica di tolleranza adottata dal re dopo la sconfitta nella guerra dei trent'anni, nei territori della penisola italica alcuni si vocifera condividano l'idea di formare una repubblica, voce che fu molto forte nei mesi scorsi mentre la nazione rischiava il collasso economico, altri nobili criticano le varie corti europee ed il loro silenzio verso ciò che sta accadendo, membri della loro dinastia sperduti nella Britannia abbandonati a loro stessi, le povere anime pie dell'Irlanda costrette a fingere di professare una dottrina non loro, in tutto questo, le potenze europee silenti. Le stesse voci che prima sembravano ben vedere il Lord e la sua idea di repubblica, ora ne parlano con diffidenza "Il parlamento non può questo, il lord può questo, non si può contestare questo" in alcuni castelli, in maniera ironica Cromwell viene descritto come "Un Re senza Corona" siccome agli occhi dei molti sembra solo un sovrano troppo codardo per portare il valore, l'onore ma anche il peso e l'onere che la corona consegue

[Politica Interna - Assalti nelle Canarie]

Le isole Canarie sono un piccolo arcipelago della corona spagnola situato a sud dal Marocco, esse costituiscono principalmente una base sicura per i navigatori che intraprendono i commerci nelle Americhe o che si avventurano verso il mondo ignoto a sud tornando spesso con prodotti esotici mai visti prima. Accanto all'arcipelago pare vivano delle comunità non appartenenti effettivamente a nessun vero regno, inizialmente vennero scambiati per degli indios, i popoli che albergano in America vista la somiglianza nel non provare pudore mantenendo in bella ciò che di più prezioso hanno. Nonostante il comportamento che definiremo "bizzarro" per essere gentili, non vi sono mai stati grandi problemi che richiedessero un intervento diretto del regno, tuttavia, recenti aggressioni hanno spinto i poveri governatori dell'arcipelago a rivolgersi al nostro amato Re Filippo, il quale ha risposto che una delegazione sarà inviata nel cercare di comprendere la situazione ed eventualmente di "risolvere i problemi tramite il dialogo" tuttavia, visto l'interlocutore, in aggiunta vi saranno anche alcuni soldati, che nel caso in cui una soluzione pacifica non fosse possibile, avranno il compito di mettere in sicurezza la regione.

[Il Ballo al Alcazar]


Raggiunta la pace con la Serenissima, stabilizzata l'economia del regno e con il ritorno della regina Marianna dall'Austria, la quale fu in visita a suo padre, preoccupata per la sua salute, in occasione suo compleanno il Re annuncia che a distanza di due mesi, un grande ballo si terrà al palazzo reale.


" Chiunque può presenziare, il ballo nasce con lo scopo ultimo di ritrovare un armonia che nell'ultimo periodo si è persa sul continente, vedete questo ballo come un giorno in cui tutto l'odio e gli intrighi di colpo non esistano più, solamente pace e serenità. "


La notizia è stata accolta con allegria in tutto il regno, alcuni importanti nobili già sognano in grande, chissà, un pizzico di fortuna ed il Re potrebbe promettere la mano di una delle sue figlie.
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Messaggio Da Maþt Gio Feb 16, 2023 11:41 pm

GAZZETTA DI VARSAVIA

Aprile anno domini 1654


ALLA VOLTA DELLE AMERICHE

Dopo gli ultimi dolorosi eventi avvenuti  nell'Europa orientale il nostro astuto sovrano Giovanni II ha deciso che anche per il Regno di Polonia è giunto il momento di fondare una colonia nel selvaggio continente americano, al fine di restituire alla Polonia il prestigio che merita. 

A tal proposito era già stata fondata nei mesi scorsi la" Compagnia di Danzica" , che essendo stata finanziata da numerosi membri dell'alta borghesia mercantile, possiede già una nutrita flotta.

La spedizione sarà effettuata anche nella speranza di trovare nuove materie prime come il ferro di cui la nostra gloriosa patria purtroppo è povera, ma che risulta essenziale nello sviluppo del nostro apparato bellico.


POLITICA ESTERA-Riappacificazione con la Lituania

Dopo che lo scorso anno, sua maestà Giovanni II aveva riportato l'ordine nel regno togliendo alla nobiltà il potere di eleggere il re, potere che l'aveva profondamente corrotta. Il Granducato di Lituania ,guidato da un manipolo di potenti famiglie nobiliari lituane, aveva proclamato la sua indipendenza dalla Confederazione. Come era prevedibile i nobili lituani entrarono subito in contrasto tra loro per ottenere la corona, dalla discordia si è passata poi alla guerra civile. Il nostro sovrano, così come tutto il popolo polacco, era ovviamente molto addolorato di vedere i fratelli lituani combattersi tra loro, ma preferì non intervenire per non destare l'impressione di star compiendo un'invasione e scatenare così la reazione delle fazioni lituane che si sarebbero sicuramente coalizzate contro di noi . Dopo mesi  Jerzy Karol Hlebowicz, duca di Samogizia è riuscito a imporsi sui deboli rivali, ritrovandosi però re di una nazione devastata; proprio in quel momento difficile il nostro pio sovrano, pur rispettando il desiderio di autonomia della Lituania, ha prontamente aiutato i suoi vecchi sudditi. Inutile dire che il popolo lituano è rimasto stupefatto dalla generosità polacca; in seguito re Giovanni II ha inviato delle truppe per aiutare il neo re lituano a ristabilire l'ordine nel regno. Infine pur rimanendo due entità politiche distinte Polonia e Lituania hanno deciso di mettere da parte inutili rancori e di tornare a collaborare per la stabilità dell'Europa orientale; a ovest re Giovanni II Casimiro e ad est il granduca Jerzy Karol Hlebowicz.


Politica estera- il leone che ha perso le ali

Finalmente dopo questi mesi turbolenti anche il Mediterraneo sembra essersi riappacificato. La cattolicissima Spagna ha infatti rimesso al proprio posto la Repubblica Veneziana che sotto lo scellerato governo del Doge Carlo Contarini aveva messo in subbuglio l'intera penisola italiana e aveva osato stringere un patto con gli infedeli ottomani ai quali aveva perfino promesso la Canea! 

Alla fine però la Polonia non può non esprimere il suo sollievo nel sapere che ora Austria e Spagna abbiano costituito un nuovo senato per amministrare al meglio la Serenissima.
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Messaggio Da Falco Sab Feb 18, 2023 9:11 am

IL TACCUINO DEL CAPITANO
PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 4 1920px-Flag_of_Genoa.svg La spedizione del Pinco ovvero L'avventura di Giambattista Lomellini PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 4 1920px-Flag_of_Genoa.svg

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Il "Pinco", un modello di nave Genovese
Dal mio Diario di Viaggio, 18 AGOSTO 1654
Com'è caldo il Sole in questo periodo dell'anno! Genova risplende lontana nella luce d'Agosto... come un gioiello prezioso.
A guardarla dal mare come sto facendo io, anche il più sozzo dei veneziani rimarrebbe ammaliato da cotanta beltà e se pergiunta fosse dotato d'un briciolo d'intelletto, qualità che non s'addice ad un veneziano, si chiederebbe come abbia potuto una città tanto bella in otto secoli di storia sopravvivere ai predoni del mondo: i Saraceni, i Francesi e gli Spagnuoli per citarne solamente alcuni, e poi farsi inghiottire da un Contarini qualunque, che in quanto a intelligenza non eguaglia neppure quell'anatra di mia moglie.
Ma non guardate più agli eventi tristi del passato, che durarono pochi giorni, il tempo di un caffé!
Lasciateveli alle spalle!
Ormai il Doge s'è rintanato nelle lagune paludose e mestifiche donde provenne. Genova è risorta ed è rinata con la sua libertà.
Il Sacro Romano Imperatore esige di tanto in tanto qualche gabello, e Genova lo ripaga per segno di riconoscenza.
E' daltronde anche merito degli Asburgo, così mi sembra, se la Repubblica è ancora là, che si staglia davanti ai miei occhi di vecchio nel celestiale orizzonte ligure tale e quale a quand'ero bambino... con qualche palazzina in più e qualcosina in meno.
Genova risorge e Venezia affonda, a capitombolo nel suo acquitrigno.
"Genova la Superba, Genova la Magnifica, Genova la Dominante." Codesti erano gli appellativi con i quali la chiamava il Petrarca, ch'era uomo di grande cognizione e capì sin da subito che tra tutte le Repubbliche Marinare di questa magra penisola schiava degli stranieri che è l'Italia, Genova era senz'altro la migliore.
Si dice che i Genovesi son taccagni e avidi proprio come gli ebrei. Questo è vero, e ve lo posso confermare io stesso che son fatto così. Nella mia visione delle cose ogni tallero risparmiato è un tallero guadagnato. Ogni grammo d'oro regalato è certamente un grammo d'oro perduto. Se passeggiando per strada chiacchierate con un vostro amico, ascoltatelo soltanto con un orecchio. L'altro orecchio potrebbe servirvi per captare l'offerte del mercato. Quando si fà un affare, se avete il vento in poppa arrotondate sempre per eccesso; se invece il vento vi naviga contro, arrotondate sempre per difetto!
Quella cosa che la gente comune chiama taccagneria in verità si chiama astuzia, ed è la più grande delle virtù.
Un Genovese vincerà sempre, perché un Genovese è furbo. Sà come và il mondo e non si lascia ingannare.

Il mio nome è Giambattista Lamellini, "Conte Tirchio" per gli amici.
A vent'ott'anni ricoprii l'incarico di Generale e guidai i miei eserciti in uno scontro aperto contro il Ducato di Savoia, Genova vinse quella guerra sbaragliando i francesi e il mio nome si vestì di gloria. Dunque entrai in politica, e mi mandarono a Milano come ambasciatore. Io ero un grande amico dei Gonzaga e lo sono tutt'oggi. Poi mi assegnarono in una Banca, e lì oltre alla gloria guadagnai tanti bei quattrini, che sono quelli che veramente contano a questo mondo.
Gli anni passarono, la mia fama crebbe, e nel 1648 mi fecero Doge di Genova.
Oggi io sono solo un povero vecchio in pensione. Ma non voglio finire i miei giorni a poltrire dietro una scrivania.

Stefano Durazzo, che oltre ad essere Doge e Cardinale, è anche un mio carissimo amico, ha assegnato proprio a me l'incarico di guidare la Serenissima Repubblica Genovese nelle Americhe...
... E a chi se non a me? Io sono Giambattista Lamellini il Conte Tirchio, ve lo rammento.
La spedizione ha lo scopo di mostrare a Venezia e al mondo intero che la nostra Repubblica è più viva che mai, che i Genovesi hanno i testicoli duri come il granito e che essi possono riuscire in ogni impresa laddove gli altri hanno fallito.

Questo non è il primo tentativo italiano di colonizzare le Americhe. Già qualche anno fa Ferdinando I de' Medici provò a prendersene un pezzettino, ma le cose andarono male per Firenze, che s'indebitò fino all'ultima lira. E non sarebbe neanche la prima volta che un italiano (un Genovese) metterebbe piede sul Continente. Cos'era infatti Cristoforo Colombo se non un Genovese taccagno che sperava di trovare la via meno costosa per raggiungere le Indie e tornare a casa con un bel mucchio di soldi, senza pagar nemmeno una gabella ai turchi?...
Vedete, il coraggio e la voglia di seguire gli affari anche in capo al mondo, sono insiti nel sangue di un Genovese. Il detto antico insegna: "tira più un oncia d'oro che un pel di gnagna".

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Salii sulla mia nave adorata per controllare che le scorte di cibo fossero sufficienti e calcolai per la quarta volta il tempo che ci sarebbe voluto per arrivare a destinazione: 4 mesi. 4 lunghi mesi ci sarebbero voluti, e pregando Iddio il Pinco sarebbe approdato nel Nuovo Mondo. Avrei conficcato la Croce di San Giorgio per terra e battezzato quel posto col nome di "Neua Zena". E poi avrei chiesto agli indigeni dov'è che nascondono l'oro.
Il Doge che era lì di fianco mi indicò un punto della cartina geografica: la foce del fiume Hudson. Era lì, decise il Doge, che Genova avrebbe messo le sue radici.
Giovanni da Verrazzano, un fiorentino, aveva già esplorato quella zona risalendo il fiume Hudson e i torrenti in piena. Si dice che fosse abitata da una popolazione primitiva di pellerossa, e che già gli Olandesi prima della guerra dei trent'anni provarono a mettervi piede. Essi costruirono anche qualche insediamento, ma la guerra tra cattolici e protestanti sconvolse l'Europa rivoltandola come un calzino e degli Olandesi presenti lungo il fiume si è perduta ogni traccia.
Io non sapevo se quella gente fosse stata mangiati dai selvaggi, o se avessero trovato il modo di sopravvivere.
Non sapevo neppure se ci fossero cannibali in America, o se queste erano tutte dicerie. A dire il vero non sapevo niente. Non sapevo neanche se ci sarei arrivato nel Nuovo Mondo o se la mia sarebbe stata una riedizione della tragedia della Fenice in salsa genovese.

Prima di salire sulla nave tanto per angosciarmi qualcuno mi informò del dramma di Welser, il banchiere tedesco che era un anno fa salì sopra una nave Inglese per raggiungere il Canadà.
Il Canada è molto più selvaggio di quanto si credesse. Fa freddo, il clima è glaciale e la natura è ostile. I coloni tedeschi che fuggivano dalla fame e ai quali era stato promesso il Bengodi, si sentirono traditi.
Non vedendo progressi, il malcontento dei coloni verso gli inglesi crebbe e qualcuno parlò di insorgere.
Un giorno, così mi dicono, Bartolomeo Welser scomparve tra i boschi e nessuno lo ha più rivisto.
Senza più una guida, due terzi dei tedeschi hanno gettato la spugna e sono tornati a casa. Soltanto in 5 mila son rimasti, riponendo fede negli Inglesi, e nella terra che Cromwell aveva promesso.

Molti di quei profughi tedeschi ora sono con me per seguirmi in questa nuova avventura, e mi raccontano le loro esperienze.
Non pensavo che i tedeschi fossero così chiacchieroni. Me li descrivevano come taciturni e freddi. Il segreto è farli ubriacare, ma non troppo, altrimenti mi sciuperanno tutte le provviste di birra e di vino.
Questi germanici non fanno altro che raccontarmi di ciò che accade in giro per il mondo. Così ho saputo della morte di Ferdinando IV, il figlio primogenito dell'Imperatore ed erede al trono d'Austria, che si è spento alla giovane età di 22 anni. Mi spiace per Ferdinando III, ma non me ne può fregar di meno: io non sono né austriaco né di sangue blu. Io son Genovese.
Però povero sovrano... quante gatte da pelare. Lo accusano di corruzione perchè dice di non avere i soldi per pagare le cameriere, però ha i soldi per pagare i debiti di guerra di Venezia. Da quello che mi raccontano i profughi austriaci, Vienna è sul punto del collasso. Folle inferocite stringono fiamme e forconi. E chi non vuol combattere fugge dal paese. E' questo il lungo esodo dei tedeschi, che sperano di trovare nel Nuovo Mondo tutto quello che la vecchia Europa non gli ha dato.
Invece di Federico Guglielmo il re del Brandeburgo, tutti mi dicono belle cose, quasi fosse un santo.

Oltre al Pinco, che è l'Ammiraglia, le altre navi sono il Panco e il Ponco.
Poi ci sono tant'altre barchette minori che ci seguiteranno nel lungo tragitto.
Personalmente ho contato 60 mila passeggeri, tra cui cinque cavalli e una scimmietta. La scimmietta si chiama Vlad, e mi tiene compagnia.
"Issate le vele!!" gridai a quegli scansafatiche.
Un marinaio spezzò quella debole corda che legava il Pinco al molo, e la nave è finalmente partita.

La scimmietta Vlad si arrampicò sul mio braccio e salutammo insieme Genova, mentre il Pinco si allontanava dal Porto della città.
Soltanto Dio sapeva se avremmo rivisto ancora le sponde natiie.
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Messaggio Da Maþt Sab Feb 18, 2023 11:08 pm

GAZZETTA DI VARSAVIA - edizione speciale 

                        24 agosto 1654


L'AFFRONTO BRANDEBURGHESE

Pochi mesi fa i nostri audaci marinai erano partiti insieme ad un nutrito contingente militare alla volta dell'America settentrionale,con l'intento di fondare una nuova colonia per accrescere il prestigio della nostra nazione ed aprire la strada ad una futura espansione polacca nel nuovo continente.

Approfittando del fatto che parte dell'esercito fosse per mare, il Regno di Brandeburgo ha deciso di violare i nostri confini occupando i territori della Pomerania, da Stettino a Gydna. Il popolo del Brandeburgo e il suo sleale sovrano, corrotti dalla dottrina calvinista ed esaltati dalle loro ultime spedizioni coloniali, hanno ormai perso il senno tanto da rifiutare le gentili ed assennate richieste del nostro sovrano di ritirare le truppe. Re Giovanni II ha dichiarato che l'amicizia con l'imperatore Ferdinando III d'Austria non lo tratterrà dall'inviare truppe entro i confini del Sacro Romano Impero Germanico. 
Brandeburgo può costruire tutte le bocche di fuoco che vuole, ma a nulla gli varrà la sua debole artiglieria, quando la travolgente valanga polacca investirà Konigsberg e Berlino.


ULTIMATUM 

Io, Re Giovanni II Casimiro, Re di Polonia, intimo al Regno di Brandeburgo di ritirare le sue truppe dalla Pomerania e restituire il denaro sottratto attraverso i suoi ingiusti tributi ai polacchi di Pomerania; se ciò non avverrà la Polonia passerà ai fatti e risponderà con la forza del suo esercito.
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