L'angolo delle storie - L'angolo dei ruolisti
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PARTITA GDR | QUINTA EPOCA

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Messaggio Da Astrid I Mer Feb 08, 2023 11:22 am

luna LE MILLE E UNA NOTTE luna

Storia del Califfo Dördüncü e del suo tragico destino

Pergamene trascritte a mano dalla odalisca Sherhazad al-Sharhani ibn Sulimùl. Biblioteca di Rodi.

Correva l'anno 1653 del Calendario Cristiano


AGOSTO

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PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com Mehmed aveva appena 8 anni quando fu messo sul trono, ma molti di voi ignorano che se egli divenne Sultano questo fu soltanto merito dei disegni di sua madre: Turàn Sultàn, una donna ambiziosa e spregiudicata, potremmo dire "una Messalina" che traghettò con grande astuzia la Sublime Porta in quel periodo che è passato alla storia turca come "il Sultanato delle Donne".
Come nella fiorente Roma degli Augusti figuravano assieme Giulia e Caligola, Agrippina e Nerone, anche nell'Impero Ottomano per quattro lunghe generazioni il potere fu tramandato da regina a regina di figlio in figlio.


Alla morte di Ibrahim il Pazzo, Turàn Sultàn fece uccidere le altre mogli dell'Harem e i loro figli perchè non ci fossero altri eredi, e poi avvelenò in segreto tutti quei personaggi scomodi di cui lei stessa si era servita il giorno prima, ma che ora non servivano più, affinché non potessero ricattarla con il tradimento e la parola.
Erano giorni di terrore. Chiunque osasse parlare male di lei spariva.
Kosem, la madre di Ibrahim suo marito, fu trovata strangolata nel suo letto.
L'Aghà dei Giannizzeri, che era il capo dell'esercito, fu fatto bollire vivo in un grosso pentolone d'argento.


L'inizio del suo regno fu inaugurato da un grande terremoto, un cattivo presagio. Molte teste caddero, e alla fine dopo tanti omicidi e dopo molti sotterfugi il piccolo Mehmed si ritrovò ad indossare un turbante in testa, per la gioia di mamma.
Vedete... la Sultana era una madre apprensiva e onnipresente, attaccata a suo figlio come ad un diamante. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com

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Passarono 968 giorni e 968 notti.
Come ogni volta da quella volta, anche quella volta il piccolo Padiscià sonnecchiava sul suo Divan... dove comodamente era steso, l'atmosfera era tutta intrisa d'un vapore leggero e verdastro, mentre dalla canna del narghilé usciva un profluvio di erbe aromatiche: in quel fuoco bruciavano foglie di cannabis, foglie di hashish, semi di papavero, oppio e tante altre cose buone che il Gran Visir aveva portato di ritorno dal suo viaggio in India.

"Mamma" disse il Sultano tra una boccata e l'altra
"voglio un nano!"

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com La moda di avere degli gnomi come animaletti da compagnia si era diffusa in tutte le corti d'Europa attorno alla metà del XVII° secolo, per i nobili di quel tempo i cosiddetti omuncoli erano diventati una vera e propria ossessione, presto si scatenò una caccia al nano e le persone affette da nanismo venivano vendute a peso d'oro... c'era una principessa polacca che vantava un'intera collezione di nani, anche Maria Enrichetta d'Inghilterra aveva il suo gnomo che trattava alla stregua di un furetto, poi c'era il celebre Nano Morgante che era l'orgoglio di Cosimo de' Medici, mentre Filippo IV re di Spagna sembra che amasse tenerli nei suoi giardini come addobbi.


Perciò vedendo che era cosa assai gradita e divertente, e motivo di prestigio, il piccolo Califfo voleva un nano tutto suo.
Decise che lo avrebbe chiamato Mimmolo e che sarebbe stato il suo compagno di giochi. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com

La madre schioccò le dita e il Gran Visir andò in Europa a cercare un nano: il più piccolo che ci fosse.


Ma in quello stesso momento la porta si aprì ed entrò il vecchio eunùco nero,
il castrato africano strisciò per terra ai piedi del piccolo Padiscià
e con la voce di colui al quale vennero tagliati i testicoli disse:
"O venerabile Mehmed IV, Califfo dell'Islàm, Comandante dei Credenti, Custode delle due Sacre Moschee, padrone della spada di Osmàn, difensore della Terra Santa, protettore dei Cristiani, Cesare di Rum, ..."
"vada al dunque" esclamò la Valide Sultan, che parlava a nome di suo figlio.
"... oh si, venerabile Sultana, al dunque!! Porto notizie dall'Oltre!"
"... mi dica, mi dica... "
"C'è un uomo su un'isola molto, molto lontana, che risponde al nome di Oliver Cromwell. Le notizie sono apparse molto confuse, possiate perdonarmi se non mi spiegherò bene mia Signora. Sembra che il Re degli Anglosassoni sia stato decapitato e che ora in quelle terre fredde ed aride dove la pioggia cade a dirotto ci sia una Res Publica, e che egli governi come il Cesare della Roma antica. Quest'uomo pensa di essere stato scelto da Allah per condurre il suo popolo verso la Gloria..."


"Non vedo come la cosa possa riguardarmi" commentò annoiata la Sultana, e con la mano fece gesto di proseguire.


"In Austria cresce il terrore verso vostro figlio mia Signora. Credono che il giovane Sultano voglia seguire le orme di Solimano il Magnifico e prendere d'assedio Vienna"
La madre guardò il suo bambino e pensò che sarebbe diventato un grande uomo, ma liquidò quelle paure come ridicole. "Un politico fiorentino che ha lavorato alla corte degli Estensi disse che è meglio essere temuti che essere amati, perciò spaventateli: e vedrete che si gettaranno ai vostri piedi."
L'eunùco annuì e proseguì.
"Il re dei Franchi ha sconfitto la fronda di ribelli capeggiata dal conte di Condé"
"Mandategli i nostri omaggi, e cogliete l'occasione per consolidare la nostra amicizia."

"Gli spagnoli sono salpati alla volta della Florida. Vogliono impadronirsi delle Americhe."
"Non capisco cosa ci sia di tanto prezioso in una terra selvaggia popolata da gente che non sà neppure vestirsi" commentò con franchezza la Valide Sultàn, "ma suppongo che il mediterraneo sarà un posto più sicuro quando la flotta spagnola sarà impegnata contro gli Indios... quindi la vostra è una buona notizia."


Lo schiavo abbassò la testa per nascondere il disagio.
"L'ultima cosa che ho da dirvi mia Signora, è che il Leone di San Marco ha molta fame. Noli è caduta. Ragusa è prossima. Venezia ha invaso la Corsica e la Repubblica di Genova è sotto assedio"
"Perchè siete così infelice, Mohammed? I genovesi sono persone spregevoli, che hanno sempre depredato le nostre navi e saccheggiato le nostre coste. Mandate al Doge i nostri auguri."
"Ma mia Signora, i veneziani non vogliono restituirvi l'isola di Creta"
"La restituiranno" sentenziò, "non ora, non domani, non con la spada, non con il danaro... la restituiranno"


PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com Le usanze ottomane erano incomprensibili agli occhi degli occidentali... che venivano nei loro viaggi colti da sconcerto, fascino e orrore.
E ciò che non si comprende, si teme.
Costantinopoli era tutto un altro mondo, una capitale tra l'Europa e l'Asia, tra la civiltà e la barbarie.


Anch'essa diretta erede di Bisanzio, per alcuni era Istanbul e non Mosca la Terza Roma.
Ma le istituzioni dell'Impero Ottomano erano molto diverse da quelle persiane, arabe o romane.
Se in Europa c'erano ancora signori e signorotti, duchi, conti, visconti ciascuno con i suoi lunghi titoli nobiliari, nell'Oriente mussulmano tutto questo non esisteva: ai vertici dell'Impero Ottomano c'erano uomini ignoti, ombre fumose prive di volto nate nell'oscurità.
Ogni Gran Visir e ogni grande comandante saliva dal basso i gradini della scala sociale. Ogni Aghà nasceva cristiano e tra la gente umile: pastori, mercanti, pezzenti.


Il più grande Impero mussulmano della storia era governato da cristiani convertiti all'islam e plebei.
Ogni anno secondo la legge del devscirmé migliaia di ragazzi venivano raccolti dalle province cristiane dell'Impero per essere arruolati come Giannizzeri e ricoprire in età adulta importanti incarichi di potere.
Se qualcuno raccomandava suo figlio o suo nipote facendo gesto di nepotismo, questo era motivo di grande scandalo.
Nell'Impero Ottomano non esistevano gerarchie di sangue e nessuno ereditava niente dai propri padri. Ogni suddito godeva degli stessi diritti davanti al Sultano.
Cioè nessuno.
Ogni suddito era uguale di fronte alla Legge, perché ogni suddito non era nulla al cospetto del Padiscià.
Finché il Sultano lo consentiva, il suo era un mondo di uguaglianza e di pari opportunità:
I contadini potevano coltivare tutta la terra che volevano senza essere vessati da tasse ingiuste.
I patriarchi della Chiesa Ortodossa e i rabbini del tempio di Gerusalemme potevano continuare a professare la propria fede e fare proseliti.
I pellegrini che volevano raggiungere la Terra Santa potevano farlo liberamente. E gli veniva data acqua e ristoro.


Vivere a Costantinopoli, poteva cambiare radicalmente la vita di un uomo occidentale.
Una povera schiava russa poteva essere venduta al mercato di Costantinopoli e diventare principessa del Topkapì. E' quel che accadde a Roxelana.
L'obbligo di indossare il velo non è mai esistito. Le uniche ad indossarlo erano le danzatrici del ventre... e i loro veli erano molto trasparenti.


Un qualunque barbone di Venezia deluso dalla vita, o un prigioniero di Galera, un giorno avrebbe potuto servire il Padiscià nelle vesti di Gran Visir.
E' quel che accadde a Giovan Dionìgi Galeni, un mendicante calabrese trasformato in Ammiraglio corsaro.


La carità mussulmana obbligava ognuno a rispettare il prossimo, soprattutto se poveri e bisognosi.
Mendicanti, orfani, straccioni. Nessuno era lasciato a se stesso.
Persino agli animali randagi, ai gatti e ai cani veniva dato da mangiare. Cosa inaudita per gli Europei. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com
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Messaggio Da Maþt Mer Feb 08, 2023 11:11 pm

POLITICA INTERNA

Dopo decenni di incontrastato dominio nell'Europa orientale per la Confederazione sono giunti tempi di crisi; una crisi iniziata con la rivolta degli infidi traditori cosacchi guidati dal nobile Chmel'nyc'kyj, che aiutati dagli infedeli Tatari di Crimea stanno tenendo da anni le nostre forze impegnate nelle regioni sud-orientali.


Subito dopo l'elezione il nostro sovrano Giovanni II Casimiro Vasa si impegnò alacremente per trovare un accordo e mettere fine a questo assurdo conflitto. Tuttavia l'irragionevole Chmel'nyc'kyj esaltato dalle precedenti vittorie e credendosi l'erede di Rus a preferito continuare il suo irragionevole conflitto; un irragionevole conflitto che proprio nell'anno domini 1652 é culminato col massacro dei prigionieri polacchi a Batih; che Dio possa accogliere le anime di tutti quei valorosi guerrieri che sono periti per mano dei crudeli cosacchi.

Ad aggravare questa situazione si aggiunge la nobiltà che alle elezioni si contende il titolo di sovrano non per  guidare il nostro paese verso il progresso e lo splendore, ma solo per arricchirsi e favorire la propria famiglia. 

Il nostro glorioso sovrano nonostante ciò é fermamente determinato a risollevare la Serenissima Confederazione di Polonia e Lituania dal baratro in cui sta inesorabilmente scivolando.


POLITICA ESTERA

In quanto a relazioni estere la Confederazione è pronta a stringere alleanze con altre nazioni cristiane al fine di arginare l'avanzata in Europa degli infedeli Turchi, nemici di Dio,che dopo aver eliminato i nostri vecchi alleati Ungheresi sono ormai giunti alle porte di Vienna.
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Messaggio Da Ferdinand-Foch Gio Feb 09, 2023 1:13 pm

London Gazzette

Edizione di Settembre 1653

[ Politica Estera - Rivalità ]
 
11 Settembre - “Stirling Castel”
Agli inizi del mese di Settembre il Lord Protettore non era presente, come di suo consueto a Londra, bensì era in Scozia ormai già da diverse settimane, risiedendo all’interno del Castello di Stirling per vari motivazioni: prima di tutto, il Lord, voleva far sentire la sua presenza al popolo scozzese in seguito all’integrazione del loro regno all’interno del Commonwealth e la scelta del Castello di Stirling non era casuale, anzi, quello era un simbolo per il popolo delle cornamuse: da lì parti nel lontano 1200 ciò che chiamano “la Grande Causa” una lotta tra 13 pretendenti per il dominio del Regno ed ora lì ci dorme beatamente il nostro Lord; la seconda motivazione è quella di supervisionare i preparativi dell’imminente spedizione esplorativa del continente ameringo.

Appresa la notizia, di circa un mese fa, giunta dalla penisola iberica che annunciava di un incombente spedizione spagnola per la riconquista del “nuovo mondo” ha allertato il Lord, il quale subito si è messo in opera contattando i funzionali della “New Naval Army” per organizzare con una certa fretta i preparativi per una spedizione nel nord del continente.

Grazie alle informazioni ricevute dai precedenti viaggi dell’esploratore Hubson i navigatori inglesi sono a conoscenza di un percorso per giungere ad una baia, denominata baia di Hubson, individuata come principale punto di sbarco per insediare i coloni britannici e creare delle nuove città.

Che una spedizione prima o poi ci sarebbe stata l’esercito lo sapeva, infatti dal questo punto di vista nulla è andato storto, anzi come sempre l’efficienza militare inglese si è distinta, ma i veri problemi sono subbentrati in ambito civile: portare dei soldati in un continente nuovo è facile, ma poi una volta giunti lì chi costruisce le città e soprattutto chi le popola?

Servono uomini possibilmente giovani, donne belle e prosperose, magari già delle famiglie costituite andrebbero bene, ma tutto questo non cresce sugli alberi. Trovare persone disposte ad abbandonare la propria famiglia per affrontare un lungo viaggio, per giungere in un posto selvaggio e pericoloso, non è da tutti... sebbene molti si sono iscritti alla spedizione di loro iniziativa, il numero non era sufficiente, ma l’Inghilterra non può restare indietro e osservare i propri rivali riuscire in questa impresa.

Quindi si è tentato di tutto per convincere le persone ad imbarcarsi: sono stati promessi appezzamenti di terra sia qui che in america, è stato promesso del danaro alle famiglie dei figli disposti a partire, alcuni hanno accettato, ma c’è da dire che altri sono stati costretti “per un bene superiore”.

La spedizione è composta da una parte militare e civile, come abbiamo appena detto, la prima è a carico della Repubblica attraverso la New naval Army, mentre quella civile è stata organizzata grazie ai fondi di una compagnia privata la “Hubson Company” da cui prenderà nome la spedizione. Questa compagnia composta da mercanti e alti borghesi inglesi si occuperà della costruzione delle città e di garantire i servizi primari ai coloni, ovviamente il tutto supportato dalle casse della Repubblica, le quali dovranno essere supportate a loro volta da una nuova tassa che sarà pagata da tutto il popolo inglese, scozzese e irlandese solo per una volta in modo da supportare la spedizione e la sua buona riuscita.
 
[ Politica Estera – Una Seconda Spedizione? ]
 
23 Settembre - “St. Jamesìs Palace”
Quello che era una volta la residenza ufficiale della famiglia reale è ora la base operativa del Lord Protettore, luogo in cui tiene le sue riunioni segrete e i suoi incontri con varie figure di spicco inglesi e non, nonché sua abitazione privata dove dorme e si svaga. Inizialmente il Palazzo Reale si era pensato di abbatterlo, poiché simbolo della monarchia distruggerlo avrebbe lanciato un pesante messaggio agli Stuart e in generale alle monarchie europee, ma alla fine è stato optato per evolvere l’abitazione in residenza e luogo di lavoro, ovviamente spogliandola di tutti quegli ornamenti che richiamavano alla monarchia precedente.

Nella penultima settimana di questo uggioso mese, c’è stato una notevole movimentazione nei pressi dell’abitazione, non che di solito sia Tranquilla, ma questa volta più del solito; e indagando con i nostri giornalisti nascosti in qualche siepe e su le chiome di qualche albero, abbiamo riconosciuto figure importanti discutere con il Lord: il Generale della New Army George Monck, compagno rivoluzionario del Lord, l’Ammiraglio della New Naval Army George Legge e il diplomatico nonché suo compagno di rivoluzione William Lenthal.

Purtroppo non siamo riusciti a capire nello specifico di cosa stessero parlando delle figure cosi importanti, ma ipotizziamo possa riferirsi ad una possibile nuova spedizione non ancora comunicata finalmente ! In sostegno di queste affermazione c’è il grande afflusso di soldati che ha interessato il porto di Portsmounth, ma le domande non sono finite: a differenza della spedizione americana che è stata comunicata da tempo questa non se ne parla, inoltre sembra che i civili in questo viaggio non debbano farne parte, ma allora chi popolerà le colonie?

Il tutto si infittisce quando abbiamo scoperto che il diplomatico Lenthal in questi ultimi mesi, prima di incontrarsi con il Lord, ha tenuto un viaggio per un luogo misterioso e assai lontano, e che per tutto il tempo in cui era all’estero ha comunicato ripetutamente con il Lord e i suoi sottoposti.

Qui qualcosa bolle in pentola e noi del “London Gazzette” lo scopriremo !
 
[ Politica Estera - Leoni di Mare ]
 
4 Settembre - “Venice”
Riporta il gazzettino di Venezia la morte del Doge Francesco Molin e il suo successore individuato nel nome di Carlo Contarini, la cui famiglia ha ricoperto questo ruolo molteplici volte nel corso della Storia, dunque quale persona più adatta a ricoprire questa nobile carica se non un Contarini.

La caduta della Repubblica di Genoa, sempre riportata nel gazzettino, per mano dei veneziani è una notizia assai inquieta, non facilmente interpretabile: le due repubbliche erano si rivali, ma non sembrava che vi era aria di guerra tra le due. La scomparsa di quello che era, proprio assieme a Venezia, uno dei pochi territori indipendenti della penisola potrebbe comportare un grave squilibrio politico soprattutto con la vicina Francia.

Il Commonwealth non avendo chissà quali interessi in quelle zone geografiche si è limitata ad apprendere la notizia con curiosità, nel complimentarsi per il successo militare e approfittarne per consolidare ancora di più le relazioni diplomatiche con la piccola Repubblica Italica.

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Messaggio Da Falco Ven Feb 10, 2023 11:31 am

LE MIE PRIGIONI
Riflessioni di un uomo molto triste
PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 9k=
Una famiglia tedesca travolta dalla fame
Dalle annotazioni del mio diario, 10 OTTOBRE 1653
In occasione della visita di Ranuccio II Farnese, Duca di Parma e Piacenza, nei miei aridi giardini
Quel giorno mi svegliai molto presto al mattino.
Erano infatti scoccate le undici, e mentre tutti gli altri Signori avrebbero dormito per consuetudine fino alle tre o alle quattro del pomeriggio, io già mi aggiravo sonnambulo nelle mie stanze, e incontravo lungo il mio cammino le belle cameriere, che si erano svegliate ancor prima alle quattro o alle cinque per pulire i pavimenti e prepararmi la colazione.
Le guardavo con grazia e con gentilezza, mentre mi porgevano tra le mani una tazza di latte e burro, ma loro mi ricambiavano con uno sguardo torvo e nervoso con quegli occhi scavati dalle lunghe ore di insonnia.
"Che avete oggi?" dissi io.
"Siamo stanche e affamate mio Signore" rispose la più giovane. "Sono tre giorni che non mangiamo nulla."
Mi guardai attorno, sollevai le spalle come per dire ahimé, e cominciai a sorseggiare la mia calda bevanda.
Una delle ragazze crollò a terra, la guardai un pò preoccupato sperando che si rimettesse in piedi, ma questo non mi impedì di spalmare la marmellata di fragole sulla mia bella brioche francese, gonfia come un seno materno.

Ora voi vi domanderete come mai quel giorno un nobiluomo si era alzato così presto...
Beh, dovevo rendermi presentabile. A momenti sarebbe venuto Ranuccio II Farnese, Duca di Parma e Piacenza, e non potevo certo farmi trovare tutto spettinato. Dovevo scegliere il giusto profumo e i giusti vestiti.
Che figura avrei fatto?

Devo essere sincero. Non sapevo cosa indossare.
Perciò guardai un ritratto di Luigi XIV, che è il re dell'Eleganza, e mi sono vestito alla francese.

Così chiamo un lacché e mi faccio trasportare in carrozza all'ingresso del mio palazzo: un Signore non si muove senza la sua carrozza!
Aspetto tutto il giorno che il Duca di Parma e Piacenza venisse... e in fine venne. Erano le sette di sera.
PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 269px-Jacob_Denys_-_Portrait_of_Ranuccio_II
Il Ranuccio era un uomo grasso e claudicante, che si faceva accompagnare per mano da una giovane mora.
Lentamente mi raggiunse e io gli strinsi la mano.

"Vostra Signoria possa perdonarmi, ma il mio giardino è arido come il cuore mio!" Dissi. E in effetti nei miei giardini i fiori erano tutti appassiti, delle rigogliose siepi di alloro rimaneva solo un grumo di rametti secchi. Le testuggini erano morte per indigestione d'erba. E le rane avevano mangiato i pesciolini, prima che lo stagno si prosciugasse.
"Non sembrate di buon umore, Ferdinando mio bello, cosa vi succede? Vi ho lasciato allegro e vi ripiglio tristo."
E così scoppiai a piangere. Mi vergogno ad annotarlo sul mio Diario, ma tristo è lo cuore mio. Io piansi.
Mi gettai tra le braccia grasse e lipidinose del Farnese, ch'era grande divoratore di mortadella, e gli dissi tutto.

"Vorrei essere come voi, Ranuccio. Mi accontenterei di un piccolo ducato come quello di Parma e Piacenza. Vorrei avere il vostro coraggio. Voi governate un paese minuscolo e nonostante ciò siete riusciti a conservare la vostra dignità davanti alle voglie dei Gonzaga Spagnuoli e dei Borboni Francesi. Io che governo l'eredità di Carlo Magno, io... io non sono nessuno! Sono soltanto un signorotto come tanti altri. Sono indegno di fregiarmi del titolo di Imperatore di Roma. Giulio Cesare, Augusto, e lo stesso Carlo Magno mi spedirebbero in un campo a coltivare cotone se lo sapessero."

"Ma non mi avete detto cosa vi è successo!" ribadì quell'uomo grasso e villoso, al quale ero avvinghiato.

"Sono successe tante cose, Ranuccio. Per prima cosa Venezia ha invaso Genova, e io non ho potuto fare niente per fermarli... ma questo è il fatto meno grave, del resto quei taccagni degli genovesi sono duecento anni che non pagano tributi all'Impero, e dico che se lo sono meritati. Poi voglio vedere io come faranno li veneziani senza il Pinco Genovese che agil si muoveva tra le acque, quando li turchi muoveranno guerra. Voglio proprio vederli. E cosa succederà ai templari di Malta?"
"Poi debbo sentire dei grandi prodigi e delle avventure di quel Cromwell e di mio cugino re di Spagna, che dall'oggi al domani decidono di andare a conquistare le Floride Americhe del nord tingendo i loro nomi di gloria mentre io misero me non riesco neppure a mandare qualche vascello per commerciare il giusto commercio con gli Inglesi! Quel Filippo IV a me aveva promesso di elargire in regalo grandi quantità di pesce e invece non ce ne ha dato neppure uno."
"Ho scritto una lettera al re polacco Casimiro... ho espresso tutta la mia ammirazione per i lituani difensori della vera fede e tutta la mia solidarità per il tradimento dei cosacchi ucraini. Gli ho detto che se voleva andare a pugnare i ribelli, io gli avrei dato tutto il mio sostegno. Egli per carità, l'ha letto il mio messaggio perché ci ha mandato quelle pietre che ci servivano per ingrandire la cinta muraria di Vienna... ma non mi ha degnato di una risposta, né di un grazie, nè di niente. Per questo Ranuccio a volte penso: ma se mi si manca così di rispetto io sono un re o sono un popolano??"

Passeggiai col Farnese stretto per il braccio, continuando a interloquire dei miei problemi.
"Poi c'è questa carestia che sta attraversando la Germania. Sapete, dopo la guerra dei 30 anni le nostre campagne sono ancora devastate, i terreni sono incolti e i contadini sono stati decimati... molti hanno fatto le valigie e se ne sono andati in Olanda o in Inghilterra in cerca di una vita migliore.
Così il mare è stato saccheggiato fino all'ultima vongola, e non c'è pesce a sufficienza per tutti. La nostra gente muore di fame.
Quell'infingardo di Carlo Luigi di Wittelsbach si tiene il cibo tutto per se, mentre Federico Guglielmo del Brandeburgo sta facendo affari con gli Olandesi. Noi? Noi attingiamo il nostro cibo da Venezia. Il cibo italiano è molto buono ma se lo fanno pagare come oro."
Bofonchiai.
"Beato Maometto IV. Egli è soltanto un bambino, e c'è la madre che provvede al governo dell'Impero Ottomano. Anch'io vorrei avere una madre che governasse al posto mio..."
E io e il Farnese sparimmo dopo un pò volgendo all'angolo del mio castello.
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Messaggio Da Vlad Ven Feb 10, 2023 3:33 pm

El mundo
Ottobre 1653


[Politica interna - la scomparsa della fenice]

Dopo nemmeno tre mesi dalla partenza per la "reconqista della Florida", una nave della spedizione è tornata a Siviglia, dopo l'essersi prima arenata dai vicini portoghesi nelle Azzorre. Il capitano del vascello racconta di una terribile tempesta avvenuta nel mezzo del grande mare, di come siano stati separati dalle altre navi della spedizione. I pochi marinai tornati in Spagna raccontano il ricordo dell'inferno che hanno vissuto cercando d'affogarlo bevendo giorno e notte al molo di Siviglia.  

[L'onere di un sovrano]

Giunta voce del fallimento della spedizione, re Filippo si trova a fare i conti con un popolo affamato dalla recente guerra, perso nei confronti della fede e affranto nelle speranze che la "gloriosa fenice" alimentava nei loro cuori. 

Le casse dello stato sono come grotte senza luce, la notizia della tempesta nell'Atlantico fa supporre che anche il ricco carico d'oro proveniente dai possedimenti ancora presenti nel America sia andato perduto, la tassazione non è un opzione, il popolo è allo stremo, privato di ogni forza, anche della forza di reagire, rassegnato al proprio destino.

Giunge voce da palazzo che in questa situazione drammatica non tutto è perduto, Re Filippo, a detta di alcuni riluttante, altri invece raccontano d'avergli visto sfoderare un sorriso sgargiante, ha siglato un accordo con i magrebini oltremare, alla Spagna spettano i pieni dazi posti ad imbarcazioni cattoliche e la metà dei dazi rivolti alle imbarcazioni islamiche, tuttavia il Marocco avrà l'esonero da ogni dazio imposto nello stretto di Gibilterra, Messina e nel canale di Malta, oltre alla possibilità di commerciare liberamente nei territori ispanici.

La voce del inquisizione non ha tardato a farsi sentire, accusando Re Filippo d'aver perso il senno e la retta via peccando d'avarizia nel desiderare sempre più territori al costo di stringere qualcosa di ben peggiore di un patto con il demonio. Difatti l'inquisizione accusa Filippo IV d'aver invitato a corte e stretto accordi con gli infedeli al fine di corrompere la fede cattolica, la sua "incompetenza" nella guerra dei trent'anni altro non è se che un elaborata macchinazione dell'animo corrotto del sovrano per portare la Spagna nel baratro, a prova di ciò l'avidita del "demonio" nei panni dell'amato re ha già portato all'inutile morte di migliaia di innocenti nelle Americhe, il famoso "Nuovo Mondo" sembra un sinonimo molto fiabesco per dire "Inferi". Infine l'inquisizione esige il processo del re e dei suoi ministri, colpevoli di alto tradimento nei confronti della fede e del popolo.

I cittadini tuttavia, non sono veramente contrari all'idea, la sola speranza che questo "patto col demonio" permetta loro di avere la pancia piena è sufficiente per appagarli, altri invece, addolorati dal lutto per i parenti perduti nella guerra o nelle fallimentari spedizioni ad occidente, trovano nelle parole dell'inquisizione, la spiegazione delle loro sciagure. Vi sono poi i nobili, che vedono l'occasione come un opportunità per ottenere più potere, da un lato alcuni supportano il sovrano, a loro non interessa regnare o amministrare nuove terre, il loro scopo è approfittare del indebolimento dell'altra fazione come sciacalli nell'ombra. D'altra parte la fazione nobiliare più propensa a supportare l'inquisizione, vede l'occasione d'oro nel provare ad inserire un proprio discendente a palazzo reale e nel migliore dei casi diventare sovrano di Spagna.

Infine vi sono i mercanti, loro sono avari, peccatori accecati dal luccichio del denaro, per loro questa è solo una grande occasione per arricchirsi per poi schierarsi con l'influenza acquisita dalla parte dei vincenti. Corre voce di un certo Alejandro, un mercante di Madrid che si vocifera compri caffè turco rivendendolo agli aristocratici come se fosse il nettare nero delle Americhe, probabilmente affondato nella tempesta che con se la fenice si è portata, questa leggenda fa abboccare sempre più commercianti i quali, da un giorno all'altro, si scopre parlino la lingua magrebina, la lingua turca ed alcuni anche la lingua di quello che fu l'impero mammelucco
[Politica Estera - I Templari ed i Leoni]


Giungono voci preoccupanti da parte dal rappresentante del doge, esso difatti ci cordialmente avvisa di un presunto tradimento da parte dei templari, tempestive le indagini della corona che, si, riportano una disastrosa situazione ma ben diversa da ciò che ci si aspettava. Difatti l'isola può vantare una sua autosufficienza nei viveri, sufficiente a mantenere la piccola cittadinanza insieme all'ordine, negli anni indebolito, indebolimento che è il vero allarma rilevato, difatti sull'isola di malta non sono presenti cannoni o moschetti, le riserve di frecce scarseggiano, le spade da affilare, le picche spuntate e le armature ammaccate. Pertanto la critica situazione del isola ha richiesto la necessità di inviare un maggior numero di uomini ed equipaggiamento per garantirne la protezione.

A peggiorare la situazione, il leone di San Marco accusa i templari d'aver attaccato le loro imbarcazioni, almeno questa è ciò che recita la missiva arrivata al palazzo d'oriente. L'unica emozione che pervade il sovrano è lo stupore, come può un gruppo di uomini allo sbaraglio che riesce per grazia divina ad avere la pancia piena a fine giornata, ad attaccare e soprattutto danneggiare le moderne galee veneziane con archi marci e frecce senza punta?





In seguito alla crisi in Spagna, questi saranno i nuovi dazi imposti ad ogni nave passante nei seguenti snodi controllati dal regno:


Stretto di Messina: 10.000 ducati per nave mercantile, 20.000 ducati per nave militare.


Canale di Malta: 10.000 ducati per nave mercantile, 20.000 ducati per nave militare.


Canale di Sicilia: 5.000 ducati per nave mercantile, 10.000 ducati per nave militare


Canale di Sardegna: 5.000 ducati per nave mercantile, 10.000 ducati per nave militare


Stretto di Gibilterra: 20.000 ducati per nave mercantile, 10.000 ducati per nave militare
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Messaggio Da Stratega Capo Ven Feb 10, 2023 5:00 pm

SERENISSIMO GIORNALE DELLA SERENISSIMA

OTTOBRE, ANNO DOMINI 1653, ANNO SERENISSIMO 956


L’Unione Dei Mari

Genova, Noli e Ragusa dopo alcuni mesi di battaglie navali si sono arrese, senza troppa fatica o perdite per la Serenissima, già Noli si era arresa, Genova dopo un breve assedio, terminato non per mano navale, ma per mano militare: la Fanteria infatti, di molto migliorata, ha permesso di prendere Genova alle spalle, i Paesi e Contati che la Fanteria ha superato per dirigersi a Genova non sono stati toccati, soprattutto se appartenenti ad altro Governo.

Il Porto di Genova, sia militare che civile, chiuso dalle Nostre Galere non ha fatto uscire navigli nemici, che chiuso l’assedio sono stati catturati, ed assorbiti nella Marineria Veneziana.

E per di più dall’Europa e dall’Asia non si sono sentite lamentele, solamente congratulazioni.

Mentre Ragusa, Ragusa tutt’altra storia, vedendo arrivare i navigli Veneziani e poi quelli anche da Genova, aveva deciso di difendersi con le armi, ma la decisione fu presa dai ricchi, il Popolo Ragusano, conscio che se non Venezia, i Turchi avrebbero instaurato un loro regime nella città, hanno rovesciato il Governo, giustiziato gli organi di comando e aperto il Porto a Noi.

I territori presi sono stati già incorporati, e deribellati, ora i cantieri Navali lavorano per Noi a pieno regime.

L’Unione Serenissima che si viene ora a creare è enorme, o più, secondo il Patriziato.

Venezia, Ragusa e Genova sono città popolose e ampie; il Veneto, Noli, la Dalmazia e Finale sono le periferie di queste grandi città, mentre Creta, Corsica e Tabarka sono le colonie che rendono Venezia grande nel Mediterraneo.


L’Arciducato e le cattive scelte


Venezia e l’Arciducato d’Austria commerciano da lungo tempo, tempo immemore.

Ma sono commerci, non regali o donazioni; ogni commercio che si rispetti deve avere una buona offerta e una buona domanda, in Austria et Germania si soffre la fame, mentre Venezia era a disposizione per dare cibo, in cambio di legname per le navi, ferro per le spade e molte altre risorse che in città possono essere utili, ma l’Imperatore ha deciso di pagare sempre, sempre meno, fintanto un barile di pesce Veneziano valse un fuscello di legnetto, di quelli che crescono nei cespugli anche nelle spiagge.

Il Doge ha rifiutato certe “offerte” e ha spiegato che la Serenissima non è vassalla dell’Impero, semmai il contrario, poiché è l’Arciducato che ha bisogno d’aiuto di ogni sorte contro i Turchi.

Il Doge tuttavia ha tentato di spiegare che le offerte erano inadatte, ma l’Imperatore non ha desistito, quindi i commerci con l’Austria sono interrotti, a tempo indeterminato, finché non si decideranno sul da farsi, o finché una sollevazione del Popolo non decida che il cibo e quindi la vita valga più che cespugli di mare.

Quindi ora l’Imperatore dovrà trovarlo da sé il cibo e così da sé dovrà difendersi dai Turchi, oppure dovrà acconsentire a patti più equi con la Serenissima.

Infatti il Doge non è interessato ad aiutare l’Austria, se questi sono i termini, soprattutto ora che si vede pace duratura col Sultano: da Costantinopoli sono stati mandati chili di caffè, mentre da Venezia sono stati mandati soldatini di vetro di Murano raffiguranti Genovesi e soldatini di ferro raffiguranti Veneziani e Giannizzeri.


La Spagna e i Suoi Pirati

All’Imperatore di Spagna già non sembrava esser piaciuto granché l’annessione di Genova alla Serenissima, ma certi episodi sono stati veramente gravi, anzi gravissimi! Per citare il Maggior Consiglio, che si è dimostrato indignato e stupito (in maniera negativa).


Templari Maltesi avevano fatto, in preda all’ubriachezza a Venezia, di voler far fuori Doge ed Imperatore di Spagna.

Il Nostro Governo informò tempestivamente, tramite ambasciatore, l’Imperatore.

La risposta fu che non c’erano prove e che la Fedeltà Templare era massima.

Un mese dopo tre Nostre galere mercantili sono state attaccate nelle vicinanze di Malta, non dai Barbero, bensì da dei pirati, con bandiera e divise e navi dei Templari.

Informammo la Spagna, chiedendo spiegazioni, nessuna risposta, nessuna.

Silenzio Totale.


Riportiamo tale paragrafo dal Giornale “El Mundo”:

Giungono voci preoccupanti da parte dal rappresentante del doge, esso difatti ci cordialmente avvisa di un presunto tradimento da parte dei templari, tempestive le indagini della corona che, si, riportano una disastrosa situazione ma ben diversa da ciò che ci si aspettava. Difatti l'isola può vantare una sua autosufficienza nei viveri, sufficiente a mantenere la piccola cittadinanza insieme

all'ordine, negli anni indebolito, indebolimento che è il vero allarma rilevato, difatti sull'isola di malta non sono presenti cannoni o moschetti, le riserve di frecce scarseggiano, le spade da affilare, le picche spuntate e le armature ammaccate. Pertanto la critica situazione del isola ha richiesto la necessità di inviare un maggior numero di uomini ed equipaggiamento per garantirne la protezione.

A peggiorare la situazione, il leone di San Marco accusa i templari d'aver attaccato le loro imbarcazioni, almeno questa è ciò che recita la missiva arrivata al palazzo d'oriente. L'unica emozione che pervade il sovrano è lo stupore, come può un gruppo di uomini allo sbaraglio che riesce per grazia divina ad avere la pancia piena a fine giornata, ad attaccare e soprattutto danneggiare le moderne galee veneziane con archi marci e frecce senza punta?


Questo paragrafo tocca in modo sensibile la Serenissima, ed ha una serie di problematiche:


Già dalla prima riga si denota un irrispettoso atteggiamento nei confronti del Doge, che ha la minuscola, potrebbe però trattarsi solo di uno spiacevole errore, per quanto grave sia.

Certo, “El Mundo” è noto per essere il lacchè dell’Imperatore, quindi la cosa potrebbe essere volontaria.


Dopo dichiarano che i Templari siano a corto di difese, molto a corto; ma come mai se ne sono resi conto solo adesso, dato che i Turchi hanno sempre tentato di prendere possesso di quella terra, oltre al fatto che hanno uno dei servizi d’informazione migliori del Mondo?

Probabilmente l’Imperatore vuole nascondere qualcosa.

Inoltre ammettono, ammettono, che invieranno altre forniture e altri uomini, per garantire protezione quando invece è molto più probabile che la Spagna stesse già inviando Galere e munizioni, altrimenti, come dichiarato infine, le Galere Veneziane non sarebbero state depredate. Sempre a quelle righe chiedono come mai i mercanti non si siano difesi, ma come ovvio sia i cannoni all’ultima tecnica sono armati sulle navi da guerra o su ricchi mercantili, non su mercantili poveri, come i tre depredati, di cui uno oslo si è salvato ed ha potuto raccontare la storia.

È presto detto che dietro alle sparizioni di Navi Veneziane, Turche e Francesi degli ultimi tempi ci sia dietro l’Imperatore di Spagna, il Re dei Pirati; e non i poveri (di armamento) Berberi o le tempeste.

Per questo motivo Venezia ha occupato con le navi tutti gli Stretti d’Italia, dichiarando libero passaggio a tutte le navi, ad eccezione di quelle Spagnole, almeno finché non il Reame e la Repubblica non si siano riappacificate.

Il Doge chiede comunque a chi passerà di dare simbolicamente 1.000 Lire Veneziane, in modo che il Re di Spagna si penta di gestire i pirati del Mediterraneo.

O che perlomeno gestisca i pirati nella sua parte di mare:

l’Occidente agli Spagnoli, l’Oriente ai Turchi e il Centrale a Venezia.
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Messaggio Da Ferdinand-Foch Sab Feb 11, 2023 10:30 pm

London Gazzette 

Edizione di Novembre
 

[ Politica Estera - Amicizia Secolare ]
 
2 Novembre - “Castelo de San Jorge”
In Portogallo, nella sua capitale Lisbona, dietro le mura del Castello di San Jorge ,posto su di una collina a vigilare sulla cittadina iberica, ì avvenuto il primo incontro tra la delegazione inglese capeggiata da Willian Lenthall e il Re Giovanni IV.
Con la caduta dell’ex monarca Carlo I e la dissoluzione della monarchia, si è andato a distruggere anche quelli che sono i rapporti diplomatici tenuti tra il vecchio governo inglese e quelli esteri, tra cui lo stesso Portogallo.
Il regno iberico, che da poco ha ottenuto l’indipendenza, è sempre stato nei secoli un grande alleato della nostra Inghilterra, addirittura questa alleanza è iniziata nel lontanissimo 1373 !
L’ultima volta che l’alleanza è stata rinnovata fu nel 1643 e esattamente dopo dieci anni il Lord Protettore e il Re di Portogallo hanno deciso di proseguire il cammino dell’amicizia e di unione fra i nostri due popoli.
Questa alleanza, potremmo dire un gemellaggio, riguarda non solo l’aspetto economico e militare, ma anche quello culturale: molti sono gli inglesi che nei decenni si sono trasferiti in portogallo mettendo su casa, sicuramente il clima caldo, il sole e il buon cibo hanno favorito questa scelta.
Ma non prendiamoci troppo in giro. Questo trattato è stato sviluppato anche in funzione anti spagnola, attenzione: non si parla di nessuna possibile guerra o altro, ma di un semplice “salva vita”.
Qualora il popolo portoghese fosse nuovamente minacciato dai loro cuginastri spagnoleggianti, l’Inghilterra terrà fede alla parola data e scenderà in campo per difende la libertà del nostro amico iberico.
Nel nuovo trattato il porto di Lagos sarà adibito a porto militare anche per le navi inglesi, in cambio il Commonwealth garantisce che le navi portoghesi potranno sempre passare per La Mancia senza mai pagare nessun tipo di dazio, quando e se verranno mai imposti.
 
[ Politica Interna - Una Colonia Per Due ]
 
7 Novembre - “Gorleston”
La prima settimana di Novembre è all’insegna di grandi innaugurazioni portuali, poiché abbiamo la ristruturazione del complesso portuale di Liverpool ormai vecchio e fatiscente a causa della precedente gestione monarchica, che aveva completamente abbandonato qualsiasi progetto di ristrutturazione per dedicare il totalità dei fondi al porto di Portsmounth.
Il Lord ha dimostrato a noi tutti che il danaro era a sufficienza sia per ridare vita a Liverpool, sia per mantenere il porto principale della Repubblica ovvero Portsmounth, ma non solo poiché ha dato vita ad un nuovo insediamento marittimo a Gorleston (Provincia di Birmingham).
Ennessima dimostrazione di come la monarchia abbia sempre operato per il proprio bene e mai per quello del popolo. Proprio durante i festeggiamenti per l’innaugurazione del porto di Liverpool il Lord lì presente è stato sorpreso da una lettera, consegnatasi da un suo sottoposto, arrivata niente po po di meno che dalla Germania.
Il contenuto della lettera è un mistero, ma dalle dichiarazioni emanate dal Lord in un comunicato alla stampa è stato detto che nella spedizione verso il nord america figureranno anche degli uomini tedeschi assieme al esercito regolare.
Sicuramente la lettera proveniva dalle zone tedesche protestanti, quindi qualcuno vicino al Re Guglielmo di Brandeburgo, il quale ha chiesto al Lord di partecipare alla spedizione ?
Non lo sappiamo, ma potrebbe essere un opzione, anche perché la marina tedesca non essendo dotata di navi che possono garantire un viaggio lungo come quello per le Americhe, non sarebbe strano chiedere di essere coinvolti in una spedizione inglese.
La richiesta, da ciò che possiamo intuire, è stata accolta con positività se no la presenza tedesca su quelle navi non avrebbe molto senso, ma di cosa può succedere nello specifico non possiamo saperlo. Del resto l’esito del viaggio è assai incerto, non tanto per il viaggio in se, ma il problema risiede una volta arrivati lì in mezzo alla natura selvaggia, trubù indiane aggressive e lontanissimi da casa.
 
[ Politica Estera - Il Ruggito del Leone ]
 
19 Novembre “Mediterranean”
Il Mediterraneo sulle cui sponde sono nati antichi popoli come quello Romano, quello Greco, ma anche quello Cartaginese, tutti questi che di fatto hanno costruito le fondamenta di quella che è la cultura di questo continente.
Allora come oggi il mediterraneo è sempre stato oggetto di desiderio, di conquista, poiché chi controllava quelle tiepide e limpide acque controllava il commercio e lo spostamento militare di ogni singola città costiera.
L’ennesimo capitolo di questa lunga contesa si sta sviluppando in queste ultime settimane tra la Spagna papista e la Serenissima Veneziana, che vede quest’ultima contestare i dazi commerciali applicati dagli spagnoli agli stretti da loro posseduti.
Il regno iberico sta vivendo un periodo economico non molto florido, non si può parlare ancora di crisi, ma il passo è breve soprattutto dopo la sconfitta nella Guerra dei Trent'anni che hanno portato la banca madridista quasi al collasso. Per dare far respirare un po' le casse statali il monarca ha deciso, invece di spremere ancora le tasche dei suoi sudditi, di pretendere un pagamento per ogni nave commerciale e militare passi per i suoi stretti o canali.
Quindi da un momento all’altro abbiamo visto lo stretto di Gibilterra, quello di Messina, di Sicilia, Malta e il canale di Sardegna praticamente chiusi. Il Lord ha dato ordine di non effettuare più nessuno scambio commerciale con i nostri partner nel mediterraneo, tra cui proprio Venezia con i quali nei mesi scorsi ci sono stati degli affari molto importanti.
 E’ stata proprio l’emissione dei dazi ha causare la reazione del Leone Marino che vivendo sostanzialmente di commercio si è vista pesantemente minacciata. I primi problemi sono nati vicino Malta isola del mediterraneo controllata dagli spagnoli tramite i Cavalieri Ospitalieri accusati dai veneziani di aver abbattuto alcune navi mercantili in zona.
Questo evento, unito ai dazi, potrebbe essere la scintilla perfetta per causare uno scenario bellico tra queste due entità per i controlli del mediterraneo centro-occidentale. In tal caso il Commonwealth tramite il Lord Protettore ha espresso fin da subito che non si schiererà per nessuna delle due parti.  
 
[ Politica Interna - Caffe Ebreo ]
 
27 Novembre - “London”
Con il passare dei giorni, tra una pioggia e una tempesta, in un clima infreddolito e una vista ridotta a causa della nebbiolina londinese che pervade la capitale di notte, si aggira un losco figuro che vende del caffe !
Questa sagoma che si muove con il favore delle tenebre notturne è stato descritto da alcuni testimoni come un folletto, un nanetto, per alcuni addirittura un ebreo dal naso lungo uncinoso e verdognolo.
Subito il panico si è diffuso tra la popolazione e a nulla sono servite le parole del Lord invitando alla calma spiegando che gli ebrei non sono pericolosi. Per questo sono stati organizzati dei gruppi volontari formati da contadini e borghesseti per vigilare durante la notte.
I risultati sono stati imbarazzanti: queste squadre hanno causato solo danni ai negozi, rumori insopportabili e maltrattato alcune donne che negli orari notturni stavano tornando a casa, portando ad un unico risultato: il bando di tali gruppi.
Fatto sta che il folletto non si è più fatto vedere, probabilmente impaurito è fuggito, magari si è imbarcato su di una nave verso qualche altra nazione… il mistero continua.
 
[ Politica Estera - Spedizione Africana ]
 
30 Novembre - “Buckingham Palace”
Agli sgoccioli di questo uggioso mese è stato comunicato dal Lord attraverso un comunicato, ciò che noi del gazzettino avevamo scritto in tempi non sospetti riguardo una possibile seconda spedizione.
Avevamo ragione!
E’ stato comunicato che alcune unità della “new model army” sono partiti alcuni mesi fa su delle grosse navi militari da Portsmouth per raggiungere le coste del marocco.
Le ragioni di questa spedizione non sono state ancora annunciate, ma il Lord ha dichiarato che nelle prossime settimane riunirà il Parlamento per comunicare alla classe politica il perché di questa scelta. Per ora l’unica informazioni che abbiamo ricevuto è che l’esercito è stato mandato su richiesta di un aiuto proveniente da un entità distaccata dal governo centrale marocchino.
Chiedendo notizie da alcune navi mercantili turche abbiamo appreso la notizia che in Marocco un gruppo di ribelli composto da corsari berberi e da “moriscos” ovvero discendenti dei mussulmani di al-andalus, i quali hanno aperto le ostilità verso la monarchia alawide.
Queste non sono le notizie ufficiali, ma semplici illazioni e confidiamo che il Lord ci dia delucidazioni nelle prossime settimane, anche perché la notizia di questa ennesima spedizione ha turbato la classe politica e quella popolare, i prima soprattutto per la loro non partecipazione a in questa scelta politica.
 
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Messaggio Da Mussu Dom Feb 12, 2023 9:12 pm

Nordlige Saga
Dicembre 1653 
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Guarda fuori dalla finestra il vecchio sovrano riportando alla mente le sue eroiche gesta nella guerra di Kalmar contro gli Svedesi, la mancina si lisciava la barba mentre gli occhi con un fare distratto osservavano i fiocchi di neve che candidi cadevano verso il basso in quella notte tanto gelida.  Espira voltandosi in direzione del suo ufficio dando un occhiata agli scaffali e poi allo scrivano illuminato dalla luce del caminetto poco più avanti e da diverse candele sparse per la stanza su bracieri appositi sorretti da catene o staffe di ferro nero. 

Ha uno sguardo severo segno di chi ormai è giunto ad un punto della sua vita in cui può definirsi stanco e vissuto. 
Quella notte c'era un pensiero fisso che lo tormentava, il prezzo del carbone che non faceva altro che salire, ed in un periodo come quello equivaleva a dire che migliaia di contadini sarebbero morti di stenti e di freddo nelle loro non più tiepide capanne. 

Facendo qualche passo sullo scrivano farà per sedersi sullo scranno posto dietro quest'ultimo  e munitosi di penna d'oca e inchiostro penserà a scrivere. 

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Passeranno giorni e mesi e nel corso del tempo le armi dell'esercitero sembreranno sempre meno, la corte reale  ed il Re approveranno uno stanziamento di diverse corone d'oro per la costruzione di nuovi capanni per la carpenteria lungo i fiordi Norvegesi, molto dell'esercito verrà spostato verso la capitale Chopenaghen  ed i fanti verranno muniti di armamenti moderni tra cui moschetti e cannoni e sotto l'attenta direzione degli ingegneri Olandesi . 

Il problema del Carbone rimarrà ugualmente ma molto si è discusso se non concedere agli abitanti Aalorg diritti sulle miniere del sovrano, cosi che la produzione possa aumentare con l'arrivo di più lavoratori. 
Il quesito non si pone troppo allungo fintanto che i mercati centrali delle città sono piene della risorsa secondo il sovrano, i contadini dovranno pagare un pò di più per una risorsa tanto difficile da estrarre. 

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Dalla piccola venezia fino a noi giungono ambasciatori ora ospiti del castello del sovrano, ricchi commercianti del meridione in un lungo viaggio alla ricerca dei veri sapori del Nord, pare che i mercanti della repubblica si siano innamorati del Baccala dei Norvegesi e che da diversi mesi scambino costantemente tonnellate di prodotti ittici sotto sale molto apprezzati dagli italiani. 
In Cambio portano doni e prodotti esotici tra cui molti gioielli, Il Doge di Venezia stesso pare essersi indebiutato direttamente con la corona Danese per un ammontare di 8 tonnellate di Baccala  equivalenti a 52 navi mercantili cariche di barili di baccala sotto sale.  
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Messaggio Da F. Heinz Guderian Dom Feb 12, 2023 10:22 pm

Montjoie! Saint-Denis!

Dicembre 1653


Debellata per sempre la Fronda nobiliare le riforme amministrative fiscali e militari potevo prendere vita. Il Primo Ministro, il Cardinale Mazarino impose per la prima volta la creazione di un esercito nazionale permanente con una leva obbligatoria di due anni per tutti i ragazzi che avranno raggiunto la maggiore età. Viene fatto assoluto divieto ai signori locali di arruolare uomini dai propri territori o reclutare mercenari, questi potranno essere ingaggiati solo per volere reale e saranno al comando diretto di Parigi, nasceranno inoltre le prime scuole militarti per ufficiali permettendo a tutti i Francesi di raggiungere tale rango anche se non di nobili origini.
PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 Swedish-army





Una volta ripristinato l'ordine all'interno del regno di Francia, impellenti erano le questioni di politica internazionale in particolare la prima sfida che si apprestava ad affrontare il giovane Re Luigi XIV era l’accerchiamento asburgico. L’occasione fu proficua quando fuori dal Palais-Royal una delegazione dell’Impero ottomano con un dono speciale per il sovrano, si trattava di un Cammello inviato personalmente dalla Sultana Turhan Hatice, ovviamente dietro tale regalo si celava una particolare richiesta ed un invito ad una conferenza con altri delegati europei.
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Il Cardinale Mazarino e la Regina madre accolsero ben volentieri l’invito e mentre il giovane Luigi si divertiva a cavalcare divertito questo esotico animale alla conferenza si trattava della questione del regno die Mori. Essi infatti erano uno degli ultimi popoli del nord Africa a non essere stati sottomessi al dominio ottomano e si discusse di una sua spartizione, per ovvie ragioni la Francia non poteva rifiutare un tale ghiottissimo invito anche pensando al futuro visto che da quelle coste potrebbero partire future spedizioni per il nuovo mondo. Anna d'Austria rimembrando la secolare alleanza franco-ottomana assicurò l’intervento in terra africana in cambio di province ricche di giacimenti. Ad accelerare la decisione di una spedizione congiunta in Africa fu proprio la notizia dell’accordo tra il Regno dei Mori e quello della Spagna di Filippo IV di imporre sullo Stretto di Gibilterra dei dazi che intendeva chiaramente colpire tutte le nazioni interessate a transitare in quel pezzo di mare.
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Ma l'impegno militare della nuova Francia non finisce è ancora finito, dalla penisola italica infatti giunge voce di un'imminente guerra tra la Serenissima e la Spagna asburgica. Impauriti della loro scomparsa politica i piccoli ducati attraverso un loro rappresentante che altri non è che duca di Parma e Piacenza Ranuccio II Farnese inviarono una missiva a Luigi XIV chiedendo di impegnarsi a difendere la loro integrità territoriale e la loro indipendenza. Il sovrano ha accolto l'invito anche perché un eccessivo espansionismo di una delle due compagini, in particolar modo quella spagnola, potrebbe mettere in serio pericolo la relativa tranquillità raggiunta negli ultimi mesi nei vari confini. Le delegazioni di tutti i piccoli stati interessati sono arrivate a Parigi per intavolare delle trattative.
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F. Heinz Guderian
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Messaggio Da Astrid I Lun Feb 13, 2023 10:15 am

luna LE MILLE E UNA NOTTE luna
Storia del Califfo Dördüncü e del suo tragico destino

Pergamene trascritte a mano dalla odalisca Sherhazad al-Sharhani ibn Sulimùl. Biblioteca di Rodi.
Correva l'anno 1654 del Calendario Cristiano
GENNAIO

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PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com Nel nome di Allah l'altissimo, il clemente, il misericordioso.
Gloria al Creatore, Signore del cielo e della terra, Colui che chiude ed apre la mano.
Colui che umilia.
Colui che elèva.
Colui che dà potenza.
Gloria a te Allah, che sei il Signore dell'Universo. L'invisibile. L'eterno.
Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, e discenda sugli uomini la pace.

Si racconta, ma Allah è più sapiente, che al tempo in cui il Sultano compiva 12 anni, Taruncu Pascià soffiava in un fazzoletto di seta il suo ultimo respiro; per essere precisi vi diremo che la sua anima spirò il settimo del mese e che librandosi nell'aria raggiunse il Giardino di Allah, quì trovò accoglienza presso 72 vergini, angeli di sesso femminile.
Non rivide mai più Costantinopoli.
Il Gran Visir era un uomo anziano, provato dal peso degli anni e dal continuo servigio col quale con fedeltà egli si prestava agli ordini della sua Padrona. La Regina era una donna esigente e sanguinaria, difficile da soddisfare. Ben quattro Saggi Aghà prima di lui pagarono alla Gogna i propri errori per una parola detta male o per una missione non portata a compimento.
E così, quando la Regina mandò il Gran Visir in Europa, nel profondo del suo cuore egli sapeva che non v'avrebbe mai più fatto ritorno.

Girò in Galera i quattro angoli del Mediterraneo ed approdò a Barcellona. Poi fingendosi mercante raggiunse a piedi l'antica fortezza di Alcazàr, ora dimora di Filippo IV re di Spagna. Si diceva che nei giardini del re passeggiassero dalla notte al giorno tanti piccoli gnomi, a cui Filippo teneva come ad una collezione. E giacché la missione del Gran Visir era quella di trovare un nano per il Sultano, egli si rivolse proprio al re di Spagna, o forse ad una delle sue guardie: questo saprebbe dirvelo soltanto Allah, che tutto vede e tutto ascolta.
Il Gran Visir vide nella Biblioteca del re di Spagna un nano molto piccolo, che in quel frangente era intento a tradurre il Corano dall'arabo al latino.
Domandò al pagano quanto costasse, ma tanta fu la meraviglia, quando il re disse che glielo avrebbe regalato.
Che grande cosa la tolleranza, che felicità trovarla in un Regno infiltrato dalla Santa Inquisizione.

Così Taruncu si era rimesso in viaggio, ma la febbre lo stroncò prima che la nave giungesse in Egeo. Riuscì comunque a portare a termine la sua missione. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com

"Trovatemi un nuovo Gran Visir" comandò la Sultana ai suoi sottoposti, mentre il giovane Padiscià scartava per terra i regali del suo dodicesimo compleanno.
Gli erano molto piaciuti i regali di Venezia, che il Doge spedì qualche mese fa. E non perdeva mai l'occasione di giocare con quei soldatini in vetro e argento, fingendo grandi battaglie nelle quali egli si confermava come un grande condottiero, o nelle quali talvolta si fingeva Allah e distruggeva interi eserciti con il potere della sua immaginazione, sognando quel giorno in cui sua madre si sarebbe fatta da parte ed egli avrebbe governato come Sultano del mondo.
Il regalo del Contarini era stato rilegato in un pacco molto grande, ed effettivamente i soldatini erano molti. Ma il pacco di Taruncu era invece un pacco molto piccolo, il che significava soltanto una cosa: e cioé che al suo interno ci doveva essere qualcosa di molto piccolo.
Incuriosito, il Padiscià tirò il nastro ed aprì la scatola.
Quello che vide, lo sbalordì così tanto che si trattenne il fiato.
Era un nano con gli occhiali e dalle movenze goffe, il più piccolo che avesse mai visto: misurava appena 12 pollici. Veniva dalla Spagna.


"Da questo momento il tuo nome sarà Mimmolo" spiegò il Califfo, felice di aver trovato un nuovo compagno di giochi... un giocattolo vivente.

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com Mimmolo non era affatto contento. Abituato a passare le giornate sui libri della Biblioteca di Madrid a leggere e ad approfondire le Sacre Scritture, lo gnomo si ritrovò presto a svolgere il ruolo di buffone di corte dell'Impero Ottomano. Agli occhi di tutti era una stravaganza bizzarra ed esotica. Mehmed IV se lo portava sempre con se, come un cagnolino al guinzaglio.
Le ragazze dell'Harem ne erano incuriosite. Carezze, vezzeggiativi, risate. Il povero nano diventò il pretesto di ogni fanciulla per avvicinarsi al Sultano e parlargli.
E a Mehmed non dispiaceva. Dopo tutto i giorni passavano, e il ragazzo cominciava a diventare un ometto.
Mimmolo si sentiva un animale in gabbia, senza vie di fuga.
Ma ormai il suo destino era segnato. Avrebbe fatto meglio a dimenticare la sua vecchia vita di bibliotecario.
Non era più Rodrigo Cortès, ma Mimmolo... il nano del Sultano. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com

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Mentre il Padiscià giocava col suo nano fingendo che fosse il Doge di Venezia al comando delle truppe, quel giorno come ogni altro giorno la Regina chiamò il suo eunùco a rapporto e gli chiese se ci fossero novità...
"Comincerò dalle notizie più allegre, mia Signora" disse il negro, prostrato ai piedi di Turàn Sultàn.
"La prima notizia è che i cosacchi si sono ribellati a Casimiro Granduca di Polonia e gli tengono testa..."
"Stringete un accordo con il comandante dei cosacchi. Avranno la nostra polvere da sparo."
"La seconda notizia è che il Sacro Romano Impero è avvinto dalla fame..."
"Direi che gli Asburgo tengono più a nutrire i loro cavalli che i loro sudditi..." sentenziò la Regina.
"La terza notizia è che la Fenice è naufragata. Diverse navi spagnole sono alla deriva nell'oceano Atlantico. La spedizione nelle Americhe è stata un fallimento totale, si dice che Filippo IV sarà messo alla Gogna. La Santa Inquisizione vuole la sua testa... almeno questo è quello che mi sembra di aver sentito, mia Signora..."
Turàn Sultàn spalancò gli occhi sorridendo, e fece gesto di proseguire.

A quel punto l'Aghà si sdraiò per terra con le mani congiunte in preghiera.
"Il Corano insegna che chi disobbedisce ad Allah sarà schiacciato dalla sua ira. Filippo IV ha oltrepassato le Colonne d'Ercole e sfidato le leggi del Signore. La sua sciagura non finisce col naufragio della Fenice... i Veneziani che sono uomini astuti e spietati, ne hanno approfittato per muovere guerra alla Spagna. Il Doge ci ha promesso l'isola di Creta in cambio della nostra neutralità."
"Che aspettate? Dite al Doge che accettiamo l'offerta. E dite al nuovo Gran Visir che avvisi gli Spagnoli, che Creta deve essere tenuta al di fuori dello scenario di guerra, o altrimenti tireranno anche noi in causa."
"C'è dell'altro. Il Doge vuole spronarvi ad attaccare l'Austria."
"Non è ancora il momento. Voglio vedere fin dove si spinge la carestia. E prima voglio Creta."

L'eunùco annuì. Saggia era la madre del Sultano, come saggio era suo figlio.
"Non vi parlerò della Spedizione degli Inglesi nei freddi mari del nord, perché so che questo vi annoia. Ho perciò riservato per voi come ultima notizia, questa: Mulay ibn Sharif, re del Marocco, si è stretto in alleanza con gli Spagnoli e pretende che si paghino le tasse per il passaggio dello Stretto."
La Regina si alzò dal Divano con gli occhi fiammeggianti. "Come osano oltraggiarci??"
Tanto era il fulgore in quelle parole, che il piccolo negro tremò.
"E' dai tempi di Solimano il Magnifico che il regno dei Mori oltraggia il nostro Impero facendosi beffa dei nostri editti. Ma questo è troppo! Con questo oltraggio il Mulay ha sottoscritto la sua condanna a morte. Voglio sua testa!"

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com In quello stesso Divano Turàn Sultàn, l'Inglese William Lanthon, la francese Anna e l'olandese de Witt già tempo prima si erano riuniti in segreto per porre fine all'esistenza del Marocco.
La regina era una donna molto scaltra, e voleva sfruttare l'ossessione degli europei per le Americhe, per distruggere gli acerrimi nemici degli ottomani: i moriscos.
Le coste dell'Atlante erano un ottimo punto di approvigionamento. I francesi sarebbero sbarcati ad Agadìr, gli olandesi a Tan-Tan, gli inglesi a Tangeri, e i turchi a Rabat.


La dichiarazione di guerra fu consegnata con ampio anticipo dal nuovo Gran Visir.
L'ammiraglio corsaro Liverios Gerakaris lasciò il porto di Tunisi quella mattina accompagnato da un esercito di 50 mila soldati. PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 3 ?u=https%3A%2F%2Fseeklogo.com%2Fimages%2FO%2Fottoman-tugra-logo-5F3272FBDB-seeklogo.com


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