L'angolo delle storie - L'angolo dei ruolisti
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PARTITA GDR | QUINTA EPOCA

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Messaggio Da Ferdinand-Foch Lun Gen 30, 2023 1:54 pm

F. Heinz Guderian ha scritto:



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E' un onore averla in partita  Embarassed
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Messaggio Da Draconix Dust Mer Feb 01, 2023 4:04 pm

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Messaggio Da Falco Mer Feb 01, 2023 7:10 pm

Daje co sto Sacro Romano Impero
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Messaggio Da Ferdinand-Foch Mer Feb 01, 2023 8:20 pm

Falco ha scritto:Daje co sto Sacro Romano Impero
Semo Romani de Berlino, ma sempre romani semo bounce

Perfetto, siamo al completo  queen
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Messaggio Da Mussu Lun Feb 06, 2023 5:48 pm

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Messaggio Da Ferdinand-Foch Mar Feb 07, 2023 1:12 am

London Gazzette


Edizione di Luglio 1653
 
[ Politica Interna - “London Gazzette”]


- Nasce per volere del Lord Protettore Oliver Cromwell il “London Gazzette” un quotidiano che riporterà tra le sue pagine gli eventi più significativi, a cadenza mensile salvo eccezioni, che avvengono nel Commonwealth.

Ad inizio secolo gli inglesi hanno potuto toccare con mano le stampe dei primi “newsbooks” delle raccolte di poche pagine, vendute generalmente ad 1 penny, che informavano i propri lettori di alcune notizie riguardo un determinato ambito: economico, politico, letteratura, cucina e altro.

Ben presto, come tutti voi saprete, la tirannide volontà dell’ex Re Carlo I, di cui proviamo disgusto anche solo a scrivere il nome, aveva espresso il suo negativo giudizio sulla diffusione di “queste carte stracce” privando gli inglesi di poter leggere e informarsi; come ci dice il nostro Lord quella fu una ovvia mossa da parte della monarchia nel rendere il popolo ignorante e sottomesso.

Ora con il Commonwealth creato dalle mani artigiane del nostro Lord Cromwel possiamo noi tutti sfogliare la lucente carta del “London Gazzette”, sporcarci le dita di nero inchiostro e soprattutto alimentare la nostra mente di sane informazioni!
Il quotidiano è legato indissolubilmente alla figura del “Old Ironside” (Cromwell); grazie nostro Lord che Dio ti Salvi.
 
[ Politica Interna - Sciolte le Camere Parlamentari]

17 Luglio - “Houses of Parliament”

A pochi mesi di distanza dall’anniversario della fine della “Rivoluzione”, che si terra il giorno 3 di questo settembre, la quale sarà per sempre ricordata come una delle conquiste più importanti del popolo inglese, che di fatto rappresenta il passaggio chiave da monarchia a Repubblica Democratica; il Parlamento riunitosi sotto la volontà del Lord Protettore è stato sciolto da Lui stesso ponendo fine al suo compito istituzionale.

Cromwell posto al centro della Camera dei Comuni, catalizzatore del potere politico inglese, intorno a lui pendevano dalle sue labbra i vari politici parlamentari, i quali si sono macchiati di maleducazione inveendo contro il loro Lord ancor prima che costui finesse il suo discorso e motivando la scelta di sciogliere il Parlamento.


L’ordine fu stabilito con l’entrata in azione dei “roundheads”, paladini della grande rivoluzione, che sfilando in scintillante armature hanno sentenziato il silenzio dei porci parlamentari ridotti a rannicchiarsi in loro stessi tremanti di paura. Nessun atto di violenza è avvenuto nelle sacre camere parlamentari, il Lord non l’avrebbe permesso, ma il rispetto e la paura hanno permesso la buona riuscita dell’atto promulgato:

“In seguito ad attente riflessioni, sono giunto alla conclusione che la scelta più giusta per il Commonwealth, per il popolo inglese e per tenere fede ai principi rivoluzionari per cui abbiamo combattuto, e per cui molti sono morti, mi vedo costretto a sentenziare lo scioglimento del Parlamento. Questo perché non reputo le vostre figure attendibili nel perseguire il sentiero che ci siamo prefissati alla vigilia della Rivoluzione, poiché, sono sicuro, in mezzo a voi serpeggiano ancora ferventi sostenitori della fetente corona decaduta e non posso permettere, finché ci sarà aria nei miei polmoni, che la monarchia ritorni funesta gettando la propria ombra su la nostra terra.”

Con questo Atto di fatto Cromwell accentra nelle sue mani tutti i poteri politici della Repubblica, in qualità di Lord Protettore, con l’ambizione di lavorare per rafforzare le fondamenta istituzionali eliminando quelle figure nemiche che risiedono al suo interno. In loro difesa i “realisti” sostenitori della corona hanno sputato veleno da quelle loro bocche serpentine cercando di infangare la nobile figura del Lord paragonandolo, con questo suo ultimo Atto, ad una brutta copia del vecchio Re Carlo.

Qualsiasi tentativo da parte dei “realisti” di creare confusione e rivolte a Londra, e in giro per l’Inghilterra, è stato reso vano grazie all’intervento della New Army: l’esercito fedele alla figura del Lord e alla nostra Repubblica che verrà difesa anche al costo della vita; ed è proprio grazie alla classe militare che Cromwell potrà lavorare con serenità alla rifondazione della Repubblica senza nessun interferenza.
 
[ Politica Interna - Scozia e Irlanda]

22 Luglio - “Scozia Contea di Roxburg”

In seguito al regicidio di Carlo I, immortale sarà nel cuore dei presenti il momento in cui la testa mozzata dall’ascia del boia ha abbandonato il corpo senza vita, il figlio bastardo fuggito in esilio in Olanda ha bramato vendetta organizzando un piano per abbattere la nascente Repubblica. Accolto in Scozia come un eroe, ha ingannato gli animi del popolo scozzese, ovviamente debole rispetto a quello inglese, ha poi mosso guerra contro la Repubblica.

Due anni di battaglie in cui hanno perso la vita migliaia di soldati inglesi, che con onore hanno offerto la loro vita alla causa repubblicana saranno per sempre ricordati, hanno portato alla vittoria inglese e all’ennesima sconfitta della monarchia.

La contea scozzese di Roxburg, posta lungo il confine che divide la nostra Inghilterra dalla Scozia, è stata scelta come teatro di quella che possiamo definire come una festa di fine guerra e un omaggio a coloro che sono caduti nel difendere l’esistenza della Repubblica dalla minaccia monarchica di Carlo II. Hanno preso parte ai festeggiamenti politici e aristocratici inglesi, assieme ad alcune famiglie nobili di scozia, gli alti funzionari militari della Repubblica, alcuni giornalisti e ovviamente il Lord in persona, il quale ha deliziato i presenti con un suo discorso.

“Che Roxburg diventi un simbolo di unione tra i popoli britannici, un emblema repubblicano e anti monarchico...” queste alcune delle parole enunciate da Cromwell, il quale dopo aver elencato i nomi dei soldati inglesi morti nelle precedenti battaglie ha annunciato la creazione di una statua in loro onore. Ha ricordato i presenti, ma indirettamente attraverso questo quotidiano l’intero popolo inglese, che la monarchia è una “malattia” ed è compito degli inglesi debellarla e curare i popoli britannici da questo malessere.

Nella visione del “provvidenzialismo” una dottrina protestante molto diffusa in Inghilterra, Dio si occupa indirettamente degli affari del mondo terreno attraverso degli “Eletti” scelti per compiere il suo volere e secondo questi seguaci, tra cui fa parte lo stesso Cromwell, il nostro Lord Protettore è proprio uno di questi “Eletti” mandati da Dio per eliminare la monarchia. Il popolo inglese è stato scelto da Dio e sotto la guida dell’Eletto abbiamo debellato la “malattia” monarchica affermando la nostra superiorità verso gli altri popoli, che con misericordia aiuteremo a liberarsi da queste catene di sangue blu che opprimono la loro esistenza.

La Scozia riappacificata entra a far parte del Commonwealth d’Inghilterra che in tale occasione è stato rinominato “Commonwealth d’Inghilterra e Scozia” riconoscendo quindi l’esistenza del popolo scozzese alla pari di quello inglese, seppur in un ottica di subordinazione.
 
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29 Luglio - “Isola Smeraldo”

Il popolo irlandese ha sfruttato la confusione della Rivoluzione per distaccarsi dal dominio inglese invocando l’indipendenza, folle è stata questa incauta decisione che provocato l’ira funesta del Lord Protettore che a comando della New Army ha condotto la riconquista dell’isoletta.

Ricordiamo, caro popolo inglese, come sono stati trattati i nostri fratelli in Irlanda ad inizio Rivoluzione: sono stati picchiati selvaggiamente, derubati, massacrati e violentati, solo per essere protestanti. Questo episodio di estrema violenza non è stato dimenticato ed ora che l’isola è ritornata sotto il controllo di Londra le “teste rotonde” si vendicano sulla pelle dei cattolici irlandesi in nome dei fratelli trucidati.

Lord Cromwell, come fatto con la Scozia, è tornato alla fine di questo mese nella contea irlandese di Galway teatro dell’ultima decisiva battaglia tra la New Army guidata da Lui stesso e i rivoltosi cattolici, proprio per siglare  l’Atto di “Confisca” che oltre a ribadire il predominio Inglese sul popolo irlandese, di fatto la Repubblica confisca ogni terreno appartenente agli irlandesi cattolici.

I territori verranno poi consegnati agli irlandesi protestanti, i quali diventeranno i nuovi proprietari; coloro che decideranno di convertirsi alla Dottrina Protestante non verrà confiscato nessun territorio, anzi sarà dato loro un premio. Tutto ciò è volto ad indebolire e punire gli irlandesi cattolici per la loro ribellione, per scoraggiare qualsiasi tentativo futuro di rivolta e iniziare un processo di conversione del popolo irlandese verso il protestantesimo.

Finché i cattolici non saranno ridotti ad una semplice minoranza, l’Irlanda non sarà considerata alla pari di Inghilterra e Scozia, anzi verrà surclassata come un semplice territorio conquistato.

[ Politica Estera - Dottrina Puritana ]

31 Luglio - "Londra"

Grazie alla Regina Elisabetta I considerata dal Lord e i suoi fedeli repubblicani l’ultimo vero monarca, l’Inghilterra si ricopri di lustro e prestigio dinnanzi alle grandi d'Europa, ricordiamo su tutto l’incredibili vittoria della Royal Navy potenziata proprio dalla Regina, che riuscì a sconfiggere l’armata navale spagnola considerata “invincibile”.

I suoi successori non sono stati all’altezza, sia Giovanni I che Carlo I si sono rivelati dei monarchi sanguinari e tirannici, adagiati sugli allori del buon operato elisabettiano non hanno mosso un dito in politica estera e quando è stato fatto, è stato un disastro. La politica filo-papista di Carlo I ha infangato la reputazione inglese avvicinandosi non solo alla “Meretrice di Babilonia” (Chiesa di Roma), ma il rapporto di amicizia che si instaurò con il Regno di Spagna fu la pietra tombale sui valori protestanti perseguiti da noi inglesi.

Oggi il Lord Protettore ha annunciato una manovra politica volta a far risplendere nuovamente il nome dell’Inghilterra in tutto il continente Europeo, e non solo: Cromwell volge un suo occhio, oltre che all’Europa, anche oltre oceano nelle lontane Americhe, ma per questo c’è tempo.

Nel breve la Dottrina politica che seguirà il Commonwealth, dettata dalla geniale mente del Lord, è basata su un forte sentimento protestante e in virtù di ciò, forti di una politica anti-papista, la Repubblica si opporrà ferocemente all’espansionismo cattolico di Roma e dei suoi servi offrendo il proprio supporto economico, e militare se bisogno, a tutti quei regni protestanti che lottano contro i fetenti cattolici.
 
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Messaggio Da Falco Mar Feb 07, 2023 10:03 am

LE MIE PRIGIONI
Riflessioni di un uomo molto triste
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Ferdinando III d'Asburgo
Dalle annotazioni del mio diario, 7 LUGLIO 1653
Ricevimento di Papa Innocenzo X nei miei appartamenti a Vienna
PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 2 1199px-Linzer-Diplom

Inzuppo la piuma di falco nell'inchiostro di calamaro, e firmo col mio nome l'ultima di quelle scartoffie e ci metto sopra il sigillo imperiale in ceralacca,
"Hic vobis salutat gaudium magnum Ferdinandus Tertius, Imperator Sacri Romani Imperii, Rex Germanorum, Apostulus Sancti Stephani, et Dux Croatiae et Boemiae, id est, Arciduca d'Austria, principe di Moravia, conte di Carniola e Bolzano, e duca di Stiria!!"
Oh caro Innocenzo X, eminentissimo padre. Se fossi pazzo questa lettera l'avrei scritta appunto col tono di un pazzo.
Se solo penso a tutta la fatica fatta dalla mia famiglia perché io venissi eletto Imperatore del Sacro Romano Impero...
... Imperatore di cosa poi? Solo oggi mi rendo conto che Wallenstein sacrificò la sua vita al servizio di un Re di un Regno che non c'è! E così 21 anni fa abbiamo perso uno dei più grandi strateghi militari che la terra Boema abbia mai partorito.
In vita io ho perduto ogni cosa. Ho perduto la guerra contro la Francia. Ho perduto contro la guerra contro la Svezia.
Ogni battaglia l'ho persa. Ogni principe mi scavalca. Ogni suddito insulta il mio nome.

Ero a Vestfalia per firmare la pace quell'ottobre di 5 anni fa... ma nessuno dei presenti mi ha trattato col dovuto rispetto, sentivo che dopo quella guerra il luccichio della mia corona non valesse un bel niente ormai. Vidi là in mezzo un individuo sgargiante e vanaglorioso in abiti succinti, era Luigi XIV il re di Francia, e questi mi passò accanto come se fossi un fantasma. Incrociai nei corridori quel tale attillato delle Province Unite, mi sorrise e se ne andò via come se avesse incrociato una cameriera! Durante le trattative io parlavo e nessuno mi ascoltava con cristiana sufficienza...
Insomma mio caro Innocenzo X, ero come un bambino in una riunione di gente adulta. L'unico momento in cui quei balordi carichi di alterigia mi interpellarono fu quando, al momento della ratifica, mi chiesero di firmare. E non fu mica una di quelle richieste cortesi penserete voi!, fu quasi un ricatto: "metti questa firma quà o la mettiamo noi per te."

Che mi tocca vedere papa Innocenzo! Dov'è finita l'autorità che il Padreterno mi aveva promesso quando salii al trono?
Tanto per cominciare Carlo I di Wittelsbach è diventato il bijoù di re Sole... lo vedo ogni tanto scodinzolare per il suo nuovo padrone, ha persino invitato i francesi a bersi un bel boccale di birra nell'abazia cistercense di Koeln, e pare che da questo giorno la Francia potrà passare liberamente nei territori della Renania e del Palatinato, qualora Luigi XIV volesse un giorno muovere guerra agli Asburgo. Dov'è andata a finire la lealtà verso il proprio Signore? Tu dimmi che razza di Impero è il nostro, dove un principetto qualunque può invitare senza alcuna vergogna uno straniero a fare la guerra al suo Re!
In secondo luogo c'è quel petto gonfio di Federico Guglielmo di Hohenzollern, re del Brandeburgo, che da quando è diventato anche re di Prussia è davvero intrattabile.
Ogni volta che io chiamo all'appello il Consiglio Aulico delle Nazioni, sembra che l'Imperatore sia lui! Tutti i principi pendono dalle sue labbra! Quando parla, sembra che le sue parole siano mille talleri d'oro, e qualcuno gli ruba persino le frasi e se le annota su un diario. Perle di saggezza, dicono loro! Io dico che quel Guglielmo ha troppe ambizioni e prima o poi sbatterà il testone contro un albero.
La regione Belga del Brabante è invece nelle mani di mio cugino Filippo IV di Spagna, che è anche il marito di mia figlia, che è a sua volta mia nipote e mia cugina. Ma vi invito a non fare troppe ricerche nel mio albero genealogico, perché vi verrà il mal di testa Santo Padre. Lui è il figlio del figlio di mia nonna. Io invece sono il figlio del padre di sua nonna. Sà, noi Asburgo siamo complicati. Secoli di relazioni incestuose ci hanno reso tutti quanti cugini di primo, di secondo o di settimo grado e così in qualche modo mia figlia è anche mia cugina. Perciò come vi dicevo, non dilunghiamoci sul mio albero genealogico!
Comunque di mio cugino neppure ci si può fidare poi così tanto. Il Re di Spagna è un bravo ragazzo e ve lo raccomando, Santo Padre, ma è anche colpa sua se i cattolici hanno perso la guerra: poteva aiutarci contro i francesi nelle fasi finali della guerra e non lo ha fatto!
Tutte le nazioni della Longobardia, e cioé le Repubbliche di Genova e Venezia, Milano, Parma, Savoia e Firenze sono ormai da secoli alle nostre dipendenze soltanto sulla carta. Nessuna di queste nazioni ci paga più i suoi tributi come al tempo del Barbarossa.
Le altre regioni dell'Impero invece, il Lussemburgo, la Sassonia e il Vescovado, si fanno ogni tanto la guerra tra di loro in barba ad ogni concetto di unità nazionale. A volte sembra che lo facciano soltanto per irritarmi.
E poi ci sono i Borgomastri delle libere città di Amburgo e di Brema, che neppure si presentano alle riunioni!
Non c'è più religione, Santo Padre... non c'è più religione...

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 2 71NuSZH

Accompagno il Sommo Pontefice nella Stanza degli Ospiti e lo faccio sedere accanto a me.
Non ho dimenticato i Turchi, eminentissimo Innocenzo X. E come posso dimenticarli?
E' da un secolo che l'Impero Ottomano bussa alle nostre porte, e se non fosse per i polacchi ci avrebbero già invaso.
Già so che quando i turchi conquisteranno Vienna, e lo faranno credetemi, il mio nome sarà maledetto dagli annali di storia. Passerò su tutti i manuali accademici come quell'inetto che aprì le porte all'invasione maomettiana dell'Europa e gli studiosi del futuro rideranno di me e stileranno un lungo elenco di tutti i miei errori, come se loro al posto mio avrebbero potuto combinare qualcosa di meglio...
A volte penso che sia meglio fuggire da questo Palazzo. Preferirei essere uno Zingaro, all'essere un re senza regno, almeno vagherei per il mondo.
Vorrei non essere mai stato Imperatore e aver coronato il sogno della mia vita: quello di diventare un compositore d'orchestra, ma ormai è troppo tardi. Gli altri Asburgo mi ammazzerebbero o peggio farebbero contro di me una damnatio memoriae se rimettessi tutti i miei poteri a quegli odiosi Hohenzollern.
Immagina se quel balordo di Federico Guglielmo si mettesse alla guida del Sacro Romano Impero!
O peggio, quel poggiapiedi dei Wittelsbach! Se il prossimo Imperatore sarà lui i Francesi dominerebbero tutta quanta l'Europa!

Vedo che il Santo Padre scuote la testa, ma il suo pensiero è silenzioso e imperscrutabile, come quello di un personaggio anonimo che non può essere interpellato.
Detto questo mi siedo davanti al pianoforte e dopo essermi arricciato i baffi comincio a suonare un pezzo che il veneziano Claudio Monteverdi ha scritto per me, il cui titolo è: "Volgendo il Ciel per l'Immortal sentiero" e mi asciugo una lacrima.
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Messaggio Da Stratega Capo Mar Feb 07, 2023 5:58 pm

SERENISSIMO GIORNALE DELLA SERENISSIMA
LUGLIO, ANNO DOMINI 1653, ANNO SERENISSIMO 956


Il Nuovo Doge.

Il Doge Molin è deceduto settimana scorsa, nel letto del Palazzo Dogale.
La Notizia mantenuta segreta è annunciata al Mondo, solo ora ed oggi, tramite “Il Serenissimo”.
Il Senato, i Consigli e il Patriziato si sono incontrati e dopo numerosi scrutini hanno scelto il nome di Carlo Contarini, che da oggi sarà il 100o Doge di Venezia.  

Il Doge della Serenissima ha avuto vita travagliata, ma retta e onorevole, suo Pater Andrea Contarini morì solamente dieci giorni dopo la sua nascita, ma in quei giorni, racconta lo stesso Doge, vide alcune volte il Pater, e, per questo racconta di ricordare il suo viso.

I Contarini, noti Patrizi, avevano già ricoperto la carica Dogale, come per esempio il 1o, 30o, 47o, 60o, 95o e 97o Doge.
Proprio così, il 100o Doge è strettamente imparentato col 1o, questa non può essere una coincidenza, colui che ha fondato la Repubblica e colui che la porterà al Dominio.  
Carlo si è ambientato in fretta al Palazzo Dogale e ha immediatamente scelto di incontrare il Senato.

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 2 Carloc10

Il Doge Carlo Contarini


Incontro del Doge e dei Consigli, le scelte.

Il Doge, il Maggior e il Minor Consiglio e il Consiglio dei Rogadi si sono riuniti.
Il Doge ha riferito di voler continuare, come il suo predecessore a garantire l’accesso dei mercanti al Patriziato con la tassa di 130.000 Ducati, abbassata ora a 100.000 Ducati.

Tassa che servirà ancora adesso a rinvigorire le casse della Serenissima nel caso di guerra dei Turchi.
Già nello scorso secolo ci sottrassero la ricca isola di Cipro.
La Lega Santa fu proclamata e la Serenissima si difese col supporto dell’Impero Spagnolo e dello Stato Pontificio.
Vincemmo come inevitabile fosse, ma per la pace perdemmo l’Isola, ma, per Cuor Nostro la battaglia di Lepanto ancora oggi è narrata dai cantori e nei libri dell’Historia e dà prova della grandiosità della flotta Veneziana.

Ora i Turchi, forse, sono interessati alla presa di Creta, e i Dalmazi non si sentono al sicuro.
Il Doge e il Senato sono stati chiari: se necessario la Flotta interverrà, anche chiedendo una Nuova Lega, ma se la pace verrà mantenuta dai Turchi invece, la Serenissima guarderà oltre.

Scelta del Doge di ritirare tutti gli ambasciatori da tutta Europa e Asia per rimpiazzarli, rimpiazzarli con Fedeli e non con Infedeli alla Serenissima, come negli ultimi anni è sempre più spesso capitato, presto gli ambasciatori scelti chiederanno di entrare nelle Coorti delle Reggie o nei Palazzi delle Repubbliche. Cosicché il Mondo sappia con chi rivolgersi per parlare al Doge.

Inoltre il Doge ha scelto di potenziare flotta e armeria, non solo in caso di difesa, ma anche per ambire a possedere di nuovo colonie, lontane stavolta dall’Asia Minore, bensì nelle Indie, nell’Ameriga o Nell’Africa, che i Nostri Navigatori hanno esplorato.


I Veneziani e i Brogli che credettero tutti.

Già da tempo nam, Nostri Navigatori scoprirono nuovi luoghi, solo per citare un esempio:

Un fratello, Niccolò Zeno, partì da Venezia per commerciare nelle Fiandre, nel 1383.
Sorpreso da una procella e portato a Nord arrivò alle Fær Øer, vichinghe. Fu soccorso e ospitato dal Barone di quei luoghi. Niccolò scrisse al fratello Antonio di raggiungerlo, quo arrivò nel 1384.
Il Barone, vichingo per metà, necessitava di sottomettere l’Islanda e diede ordine a uno dei Zeno di farlo, essendo essi esperti di navigazione. Nel 1387 Niccolò partì con tre navi e arrivò in Islanda, rientrò poi a Venezia. Rimase al Nord il fratello Antonio, che prese il posto di Niccolò nelle cariche militari che a lui erano state affidate dal Barone.
Nel 1397 ebbe a che fare con un pescatore, che tornava dopo ventisei anni di assenza e raccontava che una procella l'aviva sospinto coi suoi compagni verso l’occidente e che era naufragato su un'isola dove, raccolto e portato, è stato dalla gente del luogo, in una città molto popolosa. La voce della storia sull’Isola si fece molto grande.
Il naufrago quindi venne accolto dal Barone e dall’Antonio, egli confidò che quegli abitanti erano ingegnosi e abili, che addirittura commerciavano con Noi Cattolici tempo or sono, dato che possedevano manuali del Latino, che però non sapevano più usufruire, che possedevano molto oro. Il pescatore raccontò poi di essersi innavigato verso Sud, ma in seguito ad un secondo naufragio erano stati catturati da popolazioni feroci. Alcuni erano stati mangiati dai cannibali, solo il naufrago e pochi altri erano scampati, avendo insegnato ai feroci l'uso delle reti da pesca. Cosa che gli permise la vita per molto tempo.
Antonio racconta che il naufrago disse che il territorio era immenso, quasi un nuovo mondo, ma abitato da gente rozza e povera di beni, erano nudi e non si coprivano, nonostante le pelli fossero molte e inoltre che sono persone di gran cattiveria, fra loro si ammazzano e si sacrificano ai loro dei pagani. Il pescatore riuscì a scappare dopo molti anni, tornando alle genti del Nord e poi alla Patria.
Colpito da questo racconto, il Barone mise a capo di una spedizione Antonio Zeno verso le terre.
Incappati in una procella e spinti da essa avvistarono un'isola che chiamarono Icaria, come la terra Greca, in cui però non sbarcarono perché abitata da genti che parevano feroci. Si spinsero a nord, raggiungendo, il 2 giugno 1398 la punta meridionale della Groenlandia, il Barone incaricò Antonio di tornare alle Fær Øer, mentre lui esplorava le coste e costruiva un insediamento. Poi tornò anche lui; Antonio Zeno morì nel 1405 quando stava per tornare a Venezia.

Il racconto, è stato giudicato prima e tuttora vero da giudici e studiosi, di tutta fama, nell’Europa e nell’Asia; il che dimostra che Venezia guidò spedizioni in Ameriga ben prima della, così chiamata, scoperta, del Genovese.

In più recenti tempi altri Celebri Navigatori portarono il Vessillo Serenissimo nel globo, come il Caboto Padre e il Caboto Figlio, ma Pigafetta, famosissimo fu:
Pigafetta, abile Cartogràfo, accompagnò Magellano il Portoghese nella circumnavigazione del globo.
Nel 1519, si reca a Barsellona. In Spagna. Pigafetta sentì parlare della spedizione che il Magellano stava organizzando e ottenne da Carlo V il permesso di prendere parte al viaggio di Magellano. Pigafetta fu spinto da curiosità di mercante di visitare terre lontane e conoscere popolazioni. Imbarcatosi sulla Trinidad, da Magellano seppe avere la stima, gli fu di succurso nella nave. Il Cartogràfo iniziò a tenere il suo diario di bordo, annotando lo spaventoso Sant’Elmo, e gli usi dei selvaggi.
Il 27 aprile 1521 nelle Filippine un re locale uccise Magellano e stesso rimase ferito.
Raggiunsero il Borneo e rimasero più di un mese nel Brunei. Abbandonarono la Trinidad e continuarono con la Victoria e attraversarono l’Indiano e, dopo aver doppiato l’Africa giunse prima nelle Isole di Capo Verde presso Siviglia il 6 settembre 1522.
Il viaggio fu difficile, ma Pigafetta portò con sé preziose spezie: i chiodi di garofano.

Il Genovese ha mentito e brogliato i Sovrani, ma Venezia desterà le menti. Per farlo ha raccolto i Testi del Genovese e li ha fatti studiare ai migliori Studiosi:
Il Genovese difatti non ha mai toccato la Terraferma dell’Ameriga, ma solamente piccole Isole, perlopiù ricche solo di legname di infima qualità, che ora sono dell’Imperatore di Spagna. Inoltre ha compiuto più volte errori di nozioni Matematiche et Geografiche, senza tuttavia ammetterlo; come dimostrato anche dal fatto che egli si diresse ad Ovest per via di Carte che egli comprò in mercato, probabilmente trafugate al Zeno, la cui Historia è stata narrata prima.

Tutte queste prove rendono chiaro che Venezia debba per volere del Destino Divino fondare città in Ameriga e anche nell’Africa, quoniam solo una civiltà di mercanti può possedere coloniae et urbes e che peraltro fossero i Veneziani a scoprirla dopo umili piscatores.

L’Unica Repubblica Marinara.

Il Doge ha poi convocato i Patrizi e i Consigli tutti, la discussione fu di vitale importanza, poiché importantissima per la sopra vivenza della Serenissima.
Forse la scelta più importante presa finora dal Doge
A sua detta le Repubbliche Marinare erano otto: Venezia, Ancona, Ragusa, Amalfi, Gaeta, Pisa, Genova e Noli.
Sono rimaste quattro: Venezia, Ragusa, Noli e Genova.
Troppe secondo il Doge, e, sempre così la pensavano Patrizi e Senatori.

La Flotta è stata quindi preparata per sottomettere o distruggere il nemico.
La Serenissima Flotta coi suoi capitani è partita da Venezia: passata indisturbata dal Canale d’Otranto e dallo Stretto di Messina, all’altezza della città di Bastia in Corsica la Flotta si è divisa, le navi piccole e veloci verso il golfo di Santo Fiore, il resto verso Livorno, dove è rimasta ancorata sotto il benestare del Granduca.
A Santo Fiore la piccola Flotta fece fuoco e rimase nel porto della città per alcuni giorni, non occupando la città, solamente il porto.
L’ottavo giorno d’attesa arrivò parte della Flotta Genovese e iniziò l’inseguimento.
Tramite colomba la Flotta a Livorno venne a saperlo ed è salpata.
Purtroppo i Genovesi hanno protetto il porto, ma Venezia li assedia duramente, cannoneggiando giorno et nocte.

È stato chiara alle loro coloniae la giusta scelta e Noli si è arresa, diventando suddita Veneziana.
Tabarka in Tunisia idem, ora sulla città troneggia Vessillo Veneziano.
Il Marchesato di Finale ha accettato con gioia di cambiare padrone, mentre la Corsica si è dovuta occupare con la forza, dopo la battaglia di San Fiore, vinta senza troppa fatica dai comandanti.

Le Repubbliche marinare ora sono due: Venezia e Ragusa. Poichè Genova è prossima alla capitolazione.
Ragusa, in Dalmazia, si è ribellata tempo fa alla Serenissima, anni or sono, quando sembrava forte la minaccia Ottomana.
Ma ora le notizie della prossima capitolazione di Genova saranno giunte ai loro Palazzi e il Nostro Senato si si chiede se vorranno combattere o se si arrenderanno pacificamente.

Difatti l’unico Paese che può proteggere Ragusa è la Serenissima.
La Serenissima che sta dominando il Mediterraneo.
Non importa quale sarà la loro scelta, la Nostra Flotta oramai è nelle loro vicinanze.

Il Doge e il Senato dopo aver festeggiato le Notizie hanno imposto la presa dello Stretto di Otranto e di Corsica. Non sono ancora stati chiesti dazi o imposte chiusure, ma che comunque, da buoni mercanti non escludono.

Sempre il Doge ha dichiarato di voler rimanere in pace con le altre Nazioni Europee e che Venezia interverrà solo se minacciata o se può guadagnarci.

Le male lingue dicono che quest’ultimo commento del Doge denoti la sua poca abilità, ma in realtà il Nostro Doge è solo un Mercante, un Buon Mercante della Serenissima.

PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 2 Genova10PARTITA GDR | QUINTA EPOCA  - Pagina 2 Forteo10
Il porto di Genova, le loro Galere sono bloccate e non possono difendere la città.

Il Forte di Tabarka nell'Africa, ove i Genovesi si sono arresi per dare il forte ai Veneziani.

Queste sono le Notizie che giungono questo mese dalla città di Venezia, sperando che Ragusa si arrenda al suo destino.
Il Gazzetto della Sera si chiude, saluti.
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Messaggio Da Vlad Mar Feb 07, 2023 8:43 pm

EL MUNDO
Julio 1653


[Politica Interna - El Rey planeta]


Giungono notizie dal palazzo d'oriente, dopo mesi chiuso nelle sue stanze, la moglie del re, Marianna, unica ad aver avuto la possibilità di interagirvi, annuncia che il nostro re ha ritrovato la sua risolutezza. In questi mesi le uniche interazioni del sovrano, a detta della consorte, sono state, oltre che con lei, con Papa Innocenzio X e con il padre di lei.

Il primo discorso del sovrano dopo tempo annuncia di un grande cambiamento nella gestione della Spagna, che siano essi territori nel vecchio o nuovo mondo molte cose cambieranno, ad aiutarlo nel realizzare questa, da lui definita, "virata verso la retta via" vi saranno dei nuovi consiglieri, questo cambiamento "necessario a non ripetere gli errori del passato" è solo il primo di una lunga serie.

In secondo luogo, una nuova spedizione verso le Americhe è pronta per salpare, la disastrosa perdita della Florida è stato un duro colpo all'immagine di Filippo IV, il quale probabilmente in cuor suo, spera di nascondere con questo nuovo gruppo di Conquistadores che, quando questo articolo verrà letto dalla cittadinanza, starà già solcando i mari. Premonitore è il nome della nave avanguardia della spedizione, la Fènix, riuscirà a far risorgere e risplendere il nome del nostro sovrano o diverrà cenere sperduta nei venti dell'Atlantico?


[Politica estera - Le vie della diplomazia]


La ritrovata fermezza di Filippo IV ha ovviamente messo fine alla paralisi diplomatica nella quale da mesi il paese giaceva, con la minaccia ottomana sempre più vicina al cuore di un Europa indebolita in guerre, secondo alcuni, inutili, causate solo dall'accecamento ed incapacità di comprendere i propri punti di vista, richiede una presa di posizione dai grandi paesi del continente e la Spagna può ancora, con orgoglio, considerarsi uno di essi. 

La, forse ingenua, nuova politica del sovrano, basata più sulla penna che sulla spada fa intendere della posizione di Filippo di risolvere in maniera elegante e pacifica le vicende del vecchio continente in modo da poter essere tutti allerta e pronti se l'avanzata del Levante dovesse riprendere.

Nonostante tutto, poco ci viene detto se cambieranno e come eventualmente cambieranno i rapporti con i grandi storici rivali della Spagna. Filippo IV poco ha detto al riguardo, il suo unico commento riguarda la Britannia, il sovrano difatti ha affermato d'essere confuso dagli avvenimenti mentre totale silenzio riguardo ai francesi, i quali tutt'ora controllano Barcellona.

Controverso anche il rapporto con il Maghreb, nonostante la già forte minaccia sunnita nel continente, giunge voce che alcuni accordi commerciali, non particolarmente favorevoli per la nazione sulla gestione delle colonne d'Ercole sono stati firmati dal nuovo ministro del economia, che questa nuova generazione in cui il nostro sovrano ripone cosi tanta fiducia, non sia infondo competente a sufficienza?
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Messaggio Da F. Heinz Guderian Mer Feb 08, 2023 8:18 am


À la recherche de la paix.

Agosto 1653

La fragile pace raggiunta appena quattro anni prima sono state immediatamente turbate dai risvolti interni nel regno di Francia. Il processo accentratore per superare un arretratissimo sistema feudale composta da signori e signorotti non passò inosservato e subito dopo le prime rimostranze del parlamento, prese il via quella che è una vera e propria rivolta nei confronti della reggenza del piccolo Luigi XIV in particolare della madre e del Cardinale Mazarino. La Fronda parlamentare appoggiata da alcuni membri della nobiltà di toga e di spada venne pian piano soffocata e le riforme fiscali, elemento scatenante della rivolta, applicate seppur in maniera minore a quanto originariamente previsto. Ma neanche il tempo di placare una rivolta che ne seguì subito un’altra. Il Cardinale aveva infatti appena ordinato l'arresto dei principi Luigi II di Borbone-Condé, del fratello Armando di Borbone-Conti e del cognato Enrico II di Orléans-Longueville, azione che provocò la netta reazione della vecchia nobiltà, ma che ottenne l’appoggio del Parlamento che si oppose con tutte le sue forze.
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La Fronda nobiliare vedeva a capo Luigi II di Borbone Principe di Condé e dopo la sua liberazione la situazione si fece talmente tesa nel 1651 che Mazarino dovette andare in esilio e un nuovo decreto per il suo bando dal regno fu emesso dal Parlamento. Il Re e la Regina madre erano tenuti prigionieri al Palazzo reale mentre il Cardinale italiano si rifugiò intanto presso il principe elettore di Colonia, a Brühl anche se continuò a governare la Francia tramite intensi contatti epistolari con Anna d'Austria in cui suggerì di accettare la convocazione degli stati generali richiesti dalla nobiltà e dal clero che provocò delle grosse fratture interne alla Fronda.
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Approfittando delle divisioni interne creatasi anche grazie al fatto che nel frattempo Luigi raggiungeva la maggiore età nel gennaio del 1652 Anna d'Austria richiamò il Cardinale Mazzarino ed in febbraio la Corte decise di marciare su Parigi il tutto culminato nella battaglia di pochi giorni fa ella Rue de Faubourg Saint-Antoine nella zona est della città. La battaglia ebbe luogo appena fuori dalla Bastiglia. Condé si era appostato appena fuori Parigi per prevenire l'avanzata delle forze realiste sotto il comando di Turenne. Le forze di Condé si trovarono così intrappolate tra le mura della città e la Porte St Antoine, che il parlamento clamorosamente si rifiutò di aprire; trovandosi sotto pesante fuoco nemico, la situazione pareva disperata, quando Anna Maria Luisa d'Orléans figlia di Gastone, duca d'Orleans, convinse suo padre a far agire i loro rivoltosi, prima che ella stessa decidesse di entrare alla Bastiglia e ordinare personalmente che i cannoni aprissero il fuoco contro le truppe reali di Turenne, causando perdite significative ai lealisti e consentendo a Condé una ritirata sicura.
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A pochi giorni di distanza parte della città tornò sotto il controllo reale e mentre si faceva la conta dei morti e dei feriti mentre si scoprì il massacro dei funzionari municipali messo in atto dalle truppe ribelli in ritirata al cui unica colpa era quella di essere fedeli al Re. La maggior parte dei parigini aspirava alla normalità, anche il Parlamento che aveva appoggiato in pieno la Fronda fu incline a tornare sui propri passi e accettò l’invito del sovrano ad una sua convocazione a Pontoise.
Come detto il raggiungimento della maggiore età aveva provocato un forte indebolimento della fronda proprio perché la nobiltà vicina al Re mirava a prendere le redini del potere, venivano meno le pretese e il Principe di Condè si ritrovò sempre più isolato e fu costretto ad abbandonare Parigi rifugiandosi a Bruxelles sotto la protezione asburgica spagnola.
Il giovane Luigi XIV fece ritorno nella capitale con un ingresso trionfale nell’ottobre dello stesso anno e le ultime resistenze ribelli vennero soffocate definitivamente nei primi mesi di quest’anno. La pace ritornava nel regno, ogni resistenza alle riforme dello stato era stata vinta.
Oltre ai problemi di carattere interno quello che ancora una volta preoccupa la Corona sono gli avvicendamenti esterni, in particolare rompere l’accerchiamento asburgico che vede da un lato il Sacro Romano Impero che pur mantenendo la carica elettiva non è altro che la continuazione della dinastia degli Asburgo con l’arciducato austriaco a dettare legge sugli altri principati che da secoli subiscono le loro ingerenze, dall’altro invece troviamo la corona spagnola con il suo ramo asburgico con Filippo IV zio dello stesso sovrano francese. Ancora una volta l’abilità diplomatiche del grande cardinale vengono in aiuto alla Francia. Mazarino già in esilio presso il Kurfürst di Colonia prese contatto con i vari principi di fede protestante al fine di capire le possibilità di alleanze future, mentre mandava delle missive al nuovo Lord Protettore del Commonwealth d'Inghilterra per intavolare delle trattative.
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