L'angolo delle storie - L'angolo dei ruolisti
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Partita GDR | XVII Secolo (di falco1994) 21/06/2021

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Messaggio Da Falco Mar Feb 08, 2022 9:46 pm

BREVE INTRODUZIONE ALLA PARTITA

E’ da tanto tempo che non sono admin di una partita, e mi manca ricoprire tale ruolo all’interno della sezione.

Quindi, ho preparato per voi questa GDR.

La mia speranza è quella di restaurare alcuni principi antichi del ruolismo, che sono andati perduti. Non voglio tornare al passato: sono anzi felicissimo di parecchi cambiamenti, ma voglio soltanto recuperare alcune cose, che avrete modo di leggere quà sotto.

Sarà una nuova avventura nel passato.

Dobbiamo ridare valore all’ON GDR rispetto all’OFF: un player può essere debole nella partita, ma non per questo calpestato nel suo ruolo.

In questa partita ci sarà una forma minima di landshuffle.

Io e Ferdinand abbiamo fatto in modo che tutti gli stati fossero in perfetto equilibrio nei vantaggi e negli svantaggi.



MAPPA

MAPPA PER ORIENTARSI (ON GDR) [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

MAPPA LANDSHUFFLE E COLLEGAMENTI COMMERCIALI (OFF GDR) [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]



REGOLAMENTO BASE E LINK CONSIGLIATI

Buonsenso, rispetto reciproco, amore… e soprattutto… buonsenso.

COSA E’ UNA GDR: [INFO] Gioco di Ruolo (GDR)
PRIGGRI: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
ALTRO: Laboratorio GDR Supremacy




LE CINQUE REGOLE SPECIALI

1. Gli stati non possono superare le 25 province.

Uno stato sconfitto non può essere trascinato al di sotto delle 8 province. Austria e Germania, quindi non possono perderne nessuna, se sconfitti.

Le richieste territoriali\politiche\economiche dovranno essere coerenti.

La pace si deve risolvere sempre ruolisticamente con una conferenza, alla quale il Vaticano può sempre assistere come osservatore.



2. Prima di attaccare il nemico si devono aspettare 24 ore dalla pubblicazione dell’articolo (Gli stati che hanno più di 10 province), 12h (Gli stati più piccoli).

Non si può quindi attaccare a sorpresa: siamo nel secolo del bon-ton, anche la guerra tra principi ha delle regole di cortesia.

L’unica eccezione è contro quelle IA che nell’ON non esistono (ad esempio: l’Impero Ottomano può invadere la Serbia quando vuole)

Non può esserci una dichiarazione di guerra se non c’è un casus belli oppure se non ci sono incidenti diplomatici.



3. Il commercio con le IA (mercato) è sempre consentito perché necessario alla sussistenza. Ma il commercio con i player funzionerà così: Se Puffolandia vuole commerciare con Puffonia: a. sono uniti da una rotta navale, b. sono confinanti, c. devono chiedere il permesso di passare per uno stato, che può imporre il pagamento di un dazio, o ancora, interrompere una rotta navale. [Es: la Spagna può chiudere Gibilterra]

Uno player può dire di essere il proprietario del mar mediterraneo e vietare i commerci via mare, se riesce ad imporsi militarmente o politicamente. [Es. i turchi possono collocare unità marine pirata e dichiarare il controllo su quel pezzo di mare, o imporre dazi. Le unità dovranno essere annientate, oppure si dovrà arrivare ad un accordo]



In questo modo non solo ci sarà più realismo, ma ci si focalizzerà anche di più sull’aspetto mercantile\ruolistico. Siccome non è possibile controllare… Ci affidiamo totalmente alla buona fede dei player.



4. Non si possono prendere accordi unilaterali con le IA o farle fare delle azioni, senza il consenso dell’admin.

Ah, e torniamo a scriverci le lettere per fare accordi! Brevi, semplici, ma lettere!



5. Bonus!

Se l’Austria è attaccata da un paese non cattolico (quindi protestante o mussulmano), tutti i paesi cattolici hanno il dovere di aiutarla. Nessuna eccezione!!

I protestanti tedeschi (che in partita rischiano di partire svantaggiati) avranno invece un grande bonus di tipo militare: quando sarà in guerra e il nemico invade una sua provincia, devono passare almeno 2 ore prima di invaderne un’altra. Ciò è anche realistico: io la chiamo resistenza.



L’Italia è un caso molto particolare: non potrà sviluppare un esercito, avrà mostra mappa o diritto di passaggio con tutti.

Non potrà fare guerra e non potrà essere conquistata (direttamente) ma soltanto “influenzata”.

Esempio: Francia e Spagna hanno entrambe diritto di passaggio con l’Italia. La Francia caccia le truppe spagnole da Napoli, scontrandosi sul posto e si appropria quindi del Regno senza conquistare la città: in cambio otterrà dall’Italia tutte le risorse che la provincia di Napoli produce.



Il papa presenzia a tutte le conferenze di pace, si riserva il diritto di scomunica, ma sarà eletto a votazione dai cardinali dei paesi cattolici. Es: Austria, Polonia, Inghilterra, Spagna e Francia, votano 4-1 per il Cardinale Sobieski. Habemus papam Sobieski.

Inoltre il papa potrà prestare soldi a debito, come fosse una banca. E potrà elargire risorse ai poveri e ai bisognosi, come opere di carità.



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STATI GIOCABILI (1618, Assolutismo, Mercantilismo e Guerra dei Trentanni)



Stato della Chiesa (e qualunque altro stato italiano) – Papa Alessandro Ludovisi – falco1994



Confederazione Polacco-Lituana (Polonia) – Granduca Sigismondo III di Vaasa -



Sacro Romano Impero (Mattia I d’Asburgo)

Unione Evangelica degli Stati Protestanti (Germania) – Re Federico V di Wittelsbach - Stato Annientato
Arciducato d’Austria – Arciduca Carlo d’Asburgo - Astrid I


Francia – Re Luigi XIII di Borbone - Mussulmanopazzo



Impero Ottomano (Romania o Grecia) – Cesare dei Romei, Califfo e Sultano Osman II, detto Il Giovane - Ferdinando il Focoso



Impero Spagnolo – Filippo III d’Asburgo - Gabri9919



Regno di Inghilterra – Re Giacomo I Stuart -



[SVEZIA, NORVEGIA, DANIMARCA, OLANDA E RUSSIA SONO DISPONIBILI SOLO SE GLI ALTRI STATI SONO OCCUPATI]


::: Cronache Pontificie :::

Acta Apostolicae Sanctissimae Sedis, Mensis Ianuarii Anni 1618



Pope John Paul II: Blessing Painting by Viktor Kucheryavyy | Saatchi Art



Nascosto da una coltre nebulosa, un filo di Sole mandato da Dio aperse il cielo e proiettò su la meridiana le ore 12:00 esatte.



Piazza San Pietro appariva a quell’ora come un immenso recinto ɢremito di docili ed umili peccorelle devote a lo loro pastore, dove una mantria di fedeli dalla carnaɢɢhione de colore blanco freddo o neɢro mediterraneo belava li Salmi aspettando che lo papa si mostrasse loro anche quella Domenica… cittadini pontifici, poveri plebbei, oppure affatiɢati pelleɢrini ɢiunti a ppiedi da molto lontano: tutte le strade d’Europa portano a Roma… o portano, per lo meɢɢhio dire, dritte alle mura de la Santa Sede.

Quel santo d’Alessandro Ludovisi s’alzò a fatica dalla sua comoda poltrona stercoraria, dove ebbe da poco finito di espletare certe ‘nnominabili funzioni de lo corpo. E fu nei panni d’ambasciatore di Dio in terra, che l’ommo ‘n bianco comparve salutando da lo balcone li fedeli con la sua sacra mano corruɢata da lo tempo, e questi pareva che dovevano svenire da ‘n mmomento a n’antro tanta che era la commozione. Lo papa si curvò debolemente ‘n avanti su le Sacre Scritture che eɢli sfoɢliava, alla sua sinistra un francescano vestito de umili stracci manteneva lo Libro, mentre a la sua destra un ricco domenicano si acconciava la tonaca di porpora, comperata a Shemraan da un mercante di stoffe persiano.

( Gli infedeli se sa: sono sempre bravi assai a fare li affari. )



””Fratelli cari, e sorelle carissime… ”” cominciò a parlare l’anziano pontefice con una voce roca e debole, ma abbastanza imperiosa da vibrare anche nelle orecchie de li più sordi, ””… vescovi, arcivescovi, frati e arcifrati, nipoti de la Provvidenza, e venerabili caddinali. Bona Domenica.”” Bona Domenica, papa, risposero tutti ‘n coro li fedeli, i quali pendeano dalle labbra di quel vecchio, proprio come lo crocifisso pendea dal collo di suor Teresa, (che se la intendeva tutti i papi che passavano.)

””Carissimi… forze oscure si abbattono contro la Chiesa, e per questo motivo vorrei che quest’anno, che questo mese e che questa santa Domenica cominciassero con una beata benedizione urbi et orbi”” disse lui tossendo flebilemente. ””Benedico voi, che siete dinnanzi a me presenti, raccolti a lo cospetto della Santa Ecclesia. Benedico la Francia, e benedico soprattutto Maria de Medici nella viva speranza che lo picciolo erede de’ Borbone non smarrisca mai la fede, e che combatta colla croce nel petto l’eresia uɢonotta.”” … ””Benedico poscia lo re Filippo III de Spaɢna, e tutti quei bravi principi de lo Sacro Romano Impero che non si furono ɢiammai prostrati a lo verbo luciferino de Marthin Lutero: dall’Austria alla Baviera siate benedetti tutti quanti voi anime belle, e siano da Dio benedette anche la Serenissima Repubblica de Genova, Milano, Napoli, e lo Granducato de Toscana.””

E nel dire questo, lo papa individuò tra la folla Cosimo de’ Medici… il povero vecchio quasi ebbe l’istinto di inchinarsi ai piedi di quell’uomo dalla forma distinta e dalla spada attillata. Quella de’ Medici era oramai da diversi secoli una delle più ricche e potenti dinastie d’Europa, se non a dir il vero i padroni dello mondo tutto: essi avevano conquistato le banche con lo potere dell’usura e dello danaro, colla tirannia e colla falsa menzoɢna, si erano poi infiltrati nella corte di Francia con una insistente politica matrimoniale, e non ultimo avevano cercato di corrompere i Caddinali per impadronirsi di sua matre emerita Chiesa, tiranni e despoti vivevano nel lusso, mentre a Firenze lo popolo s’affamava e mendicava lo pane tozzo a tozzo pe’ paese…

Grazie a Dio, non ci fu nessun papa De’ Medici dopo Leone X. Oh, quant ommini boni furono assassinati nelle loro spietate lotte pel potere!



””Benedetti siete tutti voi dunque, fratelli cari”” disse lo papa schiarendosi la voce, e cercando di non pensare a Cosimo, che quasi pareva lo Demonio, là dduro ‘n mezzo a li scaɢnozzi suoi. Fece colla sua mano lo seɢno della croce, incupendosi ɢriɢio ɢriɢio. ””Benedetti siete tutti quanti voi carissimi, perché sappiate impuɢnare la spada di Cristo e sorprendere sempre Satana prima che eɢli possa colpirvi con la sua coda velenosa da serpente”” tossì sanɢue, e lo ɢrumo color rosso ruɢɢine piovve sulla testa calva di un prelato. ””Lucifero adora mascherarsi di bbone intenzioni all’ommini pii, per questo appare sempre come una creatura de Luce… ma eɢli è in vero lo male più assoluto, e nasconde dentro di se le tenebre de la notte più nera.””

””Diffidate sempre de li bboni propositi, perché la strada verso l’inferno è scolpita co li bboni propositi. Poscia diffidate di chi vi offre danaro, perché solo la Chiesa può offrirvi lo danaro. E diffidate di chi sostiene di possedere la verità vera, perché solo e soltanto la Chiesa possiede la conoscenza esatta de le Sacre Scritture… come quelli che dicono che lo Sole stia fermo al centro dell’universo e che la Terra vi ɢiri tutt’intorno! Sciocchezze!”” inveì con veemenza, sputando un altro ɢrumo di sanɢue e muco, tra un colpo di tosse e un altro. ””Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo nostro Siɢnore!! Lasciate che Cristo vi penetri, e che lo Spirito Santo vi posseɢɢa, come lo marito possiede la femina. Accoɢliete dentro di voi il seme di Cristo, perché solo Cristo conosce la strada e può condurvi verso lo Cielo!!”” Pronunciò lo papa, e lo Cielo si schiarì.

””Grido io!! Scenda il tuo spirito, Gesù Cristo. Contro l’eresia. Contro Satana. Contro li turchi e contro li veneziani loro fratelli. Contro la desubbedienza. Contro la sovversione. Contro lo male. Scenda il tuo spirito sulla faccia sporca di questo mondo, Cristo nostro. E sia fatta ora e per sempre la tua volontà!! Liberaci da quest’empia sporcizia. E vedrai che masse armate d’ommini e di fedeli si solleveranno e… *colpo di tosse*… strinɢeranno in mano lo nome santo tuo, e poscia che tu *colpo di tosse*”” Alessandro Ludovisi si portò una mano a lo petto e si strinse il core in una smorfia di dolore. ””Tornerai.””

Il suo corpo intirizzito cadde morto da lo balcone di Piazza San Pietro, e suor Teresa lo prese tra le sue braccia pietose.



Papa Giovanni XII - Study in China 2021 - Wikipedia Italian . 540 idee su Goustave Courbet nel 2021 | realismo, realismo arte, pittore



La domenica successiva, furono svolti li funerali de lo pontefice, e per tutto lo Stato fu lutto.

La novella fu diffusa: lo papa era morto.



””Noi non portammo niente in questo mondo, e non possiamo portare niente al di fuori di esso. Il Siɢnore ha dato, e il Siɢnore ha portato via.””

””Sia sempre lodato lo nome del Siɢnore.””


Crónicas de los reinos españoles





Madrid, gennaio 1618.



Il Sommo Pontefice è morto. Queste sono le notizie con cui Re Filippo III si è svegliato in questa fredda mattina di gennaio. Il cielo coperto dalle nubi cariche di pioggia rappresentava perfettamente l’umore del sovrano e di tutta la sua corte. “il mondo cristiano è in crisi, i numerosi nemici interni ed esterni non sono stati ancora sconfitti ma anzi, silenti preparano il contrattacco. Non dobbiamo lasciare in alcun modo che la morte del Papa sia un’occasione di frammentazione e di lotte interne fra regni fratelli, dobbiamo piuttosto collaborare per dare a tutti i fedeli un nuovo Papa forte, coraggioso ma soprattutto gradito a Dio per vincere le numerose minacce che l’ cristianità cattolica dovrà affrontare” afferma il Re dinanzi alla delegazione in partenza per Roma per presenziare ai funerali del sommo pontefice e per poi riunirsi in conclave.



I Cardinali non hanno ricevuto particolari indicazioni dalla Corona riguardo a chi votare, la celerità in questa elezione è considerato l’unico aspetto veramente importante dal Re e dalla Regina. Tra gli ecclesiastici spagnoli si vocifera che il Nuovo Pontefice possa essere Rodolfo Kostenberger. Il Cardinale di origine Austriaca sarebbe la figura più indicata a succedere come Sommo Pontefice vista la sua notevole esperienza nella lotta all’eresia e soprattutto la sua vicinanza alla Corona Austriaca, fondamentale per contenere e coordinare il mondo cattolico nella lotta contro gli Ottomani.









Decreto -lotta alla Pirateria-





Anche questo mese, come accade oramai sempre più spesso, la flotta spagnola è stata attaccata da pirati nel tragitto che dalle Americhe permette l’affluenza di materie prime e materiali preziosi alla Madrepatria. Delle 28 navi partite 32 giorni fa sono ne sono arrivate solo 14 a Valencia. Per combattere più efficacemente questo fenomeno e per verificare che le navi pirata non appartengono a nessuna potenza straniera Francisco Rojas, incaricato direttamente da Filippo, ha ordinato che ogni 4 navi cariche di merci ci sia una nave della marina come scorta. Sarà inoltre premura del Sovrano stesso in incontri con omologhi Europei portare alla loro attenzione i fatti per cercare di coordinarsi nello scovare e nel distruggere una volta per tutte i pirati che si annidano nel mar delle Antille e nel mar dei Caraibi e che puntualmente assestano colpi all’economia Spagnola.



Il decreto introduce la pena di morte per ogni membro di navi Pirata catturato e sarà passibile di tortura per estorcere la posizione dei compagni.



Sarà invece punito con la reclusione a vita con aggiunta dei lavori pubblici per chiunque venga sorpreso a fornire informazioni o aiutare in qualsiasi altro modo i fuorilegge del mare.







RIFORME





Le guerre passate, molto dispendiose, hanno portato la Corona Spagnola a introdurre una nuova tassa sui raccolti che sarà applicata a partire da marzo nei domini italiani. i governatori hanno già fatto sapere di essere d’accordo con la nuova tassazione e che i sudditi italiani saranno ben lieti di pagare i tributi richiesti in cambio della protezione offerta loro. Nonostante questo a seguito della notizia si sono registrati tumulti nel Ducato di Milano i quali però sono stati facilmente gestiti dalle forze armate locali. Il Governatore Pedro de Toledo, che terminerà il proprio mandato a maggio, assicura di avere la situazione sotto controllo.



Verrà inoltre introdotta una nuova tassa di pedaggio per le imbarcazioni straniere che transiteranno da Gibilterra. La nuova tassa entrerà in vigore a partire dal prossimo mese e avrà un valore di 1000 real a transito. Verranno informate le corti di tutte le nazioni coinvolte nei traffici non appena la riforma sarà completa. i fondi derivanti da questa tassa saranno utilizzati per contrastare la pirateria nel mediterraneo occidentale.


::: Cronache Pontificie :::

Acta Apostolicae Sanctissimae Sedis, Mensis Februarii Anni 1618



OMOSESSUALITA' – JOSEPH RATZINGER :B16 e G.GÄNSWEIN



Lo cielo di San Pietro era tutto scuro dalle nubi ch’ivi s’erano addensate, e fu dalle nubi oscurato per tutto lo mese di Gennaio, quasi come per opera di Dio, che a quel lento Conclave di Caddinali avrebbe voluto dire di spicciarsi con lo nominare lo successore d’Alessandro Ludovisi… d’altronde che differenza fa n’omo o n’antro se la volontà e lo destino dell’Ecclesia caddono sempre nelle potenti mani di Dio, quando persino Lucifero medesimo altro non è che un poro picciolo burattino nelle fila dello sommo burattinaio. E talvolta tuonava dallo Cielo un fulmine o una saetta, e capitava che questa colpisse la punta della Cappella Sistina e li uomini vestiti di rosso, là dentro nascosti sapeano che troppo era il tempo che stean scorrendo.

Fori, all’uscio dello Palazzo Apostolico, nell’immenso recinto l’umile plebe de Roma pascolava indolente come pecora senza pastore…

( La lana dell’anima debbe essere tosata non dinieɢo perché quella stessa lana che in Paradiso è fonte di salvezza, non la soffochi d’un caldo che a Roma invece non se tollera. )

Lo pontefice loro tanto caro era morto piovendo dallo balcone, fumminato se dice dalla tosse suina e da un improvviso attacco de core. Fu quindi richiamato solennemente dinnanzi a Dio dopo aver servito sulla Terra come suo intimo ambasciatore. E come poteva tale papa non mancare allo popolo… sicché ricordiamo tra le sue oneste e sacre opere terrene: l’introduzione della pena di morte pe’ li adoratori del Demonio, la persecuzione della setta de’ l’illuminati di Salamanca, e una bolla papale che consentia ai confessori di estorcere confessioni sotto tortura nelle umide carceri sotterranee del Vaticano. Poscia fu mecenate del Guercino e fu un uomo d’elevata cultura.

Ora lo cadavere suo dorme placido nelle Grotte Vaticane, mentre l’anima è tra le braccia di Dio.



Đức Thánh Cha Công Bố Danh Sách 14 Tân Hồng Y – Việt Nam Mất Cơ Hội Có Tân Hồng Y Lần Này



Li caddinali scriveano, si passavano carte, billetti e billettini, ma lo nome dello papa non volea uscire.

Si faceano diversi nomi, sia romani che stranieri, spiccavano dunque tra li Farnese e li Colonna, lo cardinal Rodolfo l’austriaco, lo cardinal polacco Sobieski, lo cardinal brittonico Cliffhard, e lo temutissimo cardinal Carlo di Ferdinando de’ Medici, potente zio di Cosimo II de’ Medici, Granduca di Firenze e patrono delle arti oscure.

Il Conclave era tutto un tintinnio di monetine metalliche, sussurri, voci, complotti e cospirazioni… ma cari miei: quei caddinali furono senz’ombra di dubbio ispirati dalla provvidenza celeste quando dopo due fumate nere prevalse dalli voti proprio lo serpico nome di Carlo de’ Medici.

Allora lo cielo si tinse di viola, e un fulmine colpì la vetta dell’obelisco di San Pietro, collera somma di Dio, padre onnipotente.



””Annuncio vobis ɢaudium maɢnum, papam habemus!! Reverendissimus Dominus Cardinalis Carlum Ferdinandis de Medicis electus est in summum ponteficem, qui imposit sibi nomen Leo Dodicesimus.””

E fu dunque così, con coteste parole, che la folla applaudì lo papa nuovo, Leone XII, che co’ li suoi occhi profondi e dolci salutava li fedeli, pascianti peccorelle sue. Sulla testa sua bella cadeano uno zucchetto rosso e una mitra bianca di tela, mentre sullo petto ampio pendea una croce de prezioso lavoro d’oreficeria composta di cinque topazi e di otto pezzi di cristallo.

Le once delle sue mani erano smaltate con polvere d’oro e brillantini di bronzo, portava al dito un anello de zaffiro.

””Che umile papa!””

Gridava lo popolo commosso, vestito di stracci e pezze.



Carlo Ferdinando de Médicis



””Fratelli, e sorelle carissime. Benedetti siate voi, e benedetta sia la Santa Chiesa”” disse lo vecchio sorridendo serafico, ””… Io, debole servitore di Dio, sembra che debba ricoprire l’abito e indossare del mio capo la tiara che appartenea a quella piia anima d’Alessandro Ludovisi. Carissimi et venerabilissimi. Dio ha scelto me, per combattere lo male e sradicare lo Demonio. Pastore d’ommini in un momento tanto buio pe’ la Chiesa."" ... ""Le mie preoccupazioni vanno ai territori tedeschi in particolar modo, che da secolo inoltrato ormai hanno smarrito la sacra rotta indicata da Pietro, pe' seɢuitare quella d'un sassone chiamato Lutero. L’annientamento dell’eresia protestante sarà uno dei principali caddini del mio pontificato”” disse lo Mediceo. ””Poscia che lo Ducato di Milano soffre, che Venezia vien sempre più lontana dal cristianesimo, compare de li turchi”” … ””Grazie a Dio nello mondo ci sono ancora poppoli e nazioni fedeli a Cristo, nazioni che non rinunciano ad un’opera di misericordia, e che non dimenticano di versare alla Chiesa, che è povera e umile, come li fedeli suoi”” disse sfilandosi l’anello d’oro zaffiro, ””Poscia alla Francia che tra le nazioni è la più devota, dico: combattete li protestanti, convertite li uɢonotti. In me si ravviva questa consapevolezza: che io non sono solo, e che la Chiesa è viva e immortale”” disse lui, mentre alle sue spalle qualcuno affilava di ɢià la punta de li cortelli, pe' futuro attentato, o semplicemente per opere di ɢastronomia.

””Io sono la resurrezione e la vita, ha detto il Siɢnore. E chi vive in me, vivrà in eterno.””


Crónicas de los reinos españoles



Febbraio 1618









Quella mattina di inizio Febbraio Filippo si trovava nella sala del trono del palazzo reale, una sala molto grande ma spoglia, non un quadro, non una statua, non una tenda, non un camino adornavano l’immensa area. Filippo voleva incutere un senso di piccolezza a chiunque entrasse li dentro, fosse esso un messo o un conte, un popolano o un sovrano. L’effetto era sicuramente raggiunto nella maggior parte delle volte e sicuramente così si sentivano i messaggeri in arrivo da Roma.



“habemus Papam” questo esclamarono i messi che da Roma cavalcarono per giorni fino a Madrid per portare la notizia il prima possibile all’attenzione di Filippo e della sua consorte. Da giorni si vociferava nella corte Spagnola di un accordo quasi raggiunto per l’elezione del cardinal Rodolfo, di origine Austriaca, proprio come la Regina Margherita, moglie di Filippo. Era solo questione di pochi voti. Filippo oramai si era preparato ad avere un pontefice “amico”, il quale sarebbe potuto intervenire in casi di contrasti con il regno Francese che da decenni mira ad espandersi in territorio Italiano.



“Il nuovo Papa, Leone XII, è il Cardinale Carlo De Medici, eletto alla terza chiama dei cardinali”.



Il silenzio scese sulla grande sala del trono, il vuoto attorno alle poche persone presenti si fece improvvisamente sentire. Tutti alzarono lo sguardo rivolgendolo verso il Re, seduto sul suo trono. Filippo, dopo qualche secondo che parve durare minuti si alzò ed esclamò: “sia benedetto Papa Leone XII, possa il Signore coadiuvarne il difficile lavoro che lo attende”.



Filippo chiese poi ai presenti di lasciare la grande sala, solo pochi alti funzionari del Regno rimasero insieme al Sovrano: la Regina Margherita sua sposa, il Conte Francisco Rojas, suo fidato consigliere il quale spesso veniva incaricato di agire in nome del Re stesso, e pochi altri.



Una volta che le porte della sala si chiusero Filippo esordì nel suo discorso.



“Come può essere possibile che Carlo De Medici sia stato eletto? Mi avevano assicurato che era questione di pochi voti l’elezione del Cardinal Rodolfo. Questo per noi è un problema, un grosso problema. Era necessaria una rapida elezione, è vero, ma un Papa così vicino alle posizioni Francesi non può essere una buona notizia. Spero davvero che Dio illumini le sue scelte, molti nemici sono presenti in territorio Europeo, una guerra fra Regni cristiano-cattolici non deve assolutamente esserci.”



Il riferimento alle mire Francesi sul Ducato di Milano venne compreso da tutti.



“Mio Re”, prese la parola il Conte Francisco Rojas “non allarmiamoci prima del necessario, non è detto che la Francia attacchi Milano solo perché potrebbero incontrare l’appoggio del Papa. Anche lui sa che le lotte del cristianesimo sono altre.”



Filippo chiese a Rojas di Rafforzare la guarnigione e mandare un nuovo Governatore in grado di gestire eventuali situazioni spiacevoli ma il consigliere lo dissuase e ottenne di aspettare l’evolversi dei fatti.







Convinto il Re i presenti lasciarono la stanza e Filippo, non sicuramente sollevato, tornò nei suoi alloggi a riflettere. Passarono poche ore quando il conte Rojas bussò alla porta, richiedendo l’attenzione del Re e informandolo che la sua presenza era richiesta urgentemente nella Sala Reale. Filippo si presentò velocemente, dinanzi a lui vi era un ometto basso, magro ma molto muscoloso. Indossava una divisa che Filippo conosceva bene, negli ultimi mesi questi episodi non erano affatto sporadici. Si trattava di un ufficiale della Marina. Una sua visita improvvisa significava solo una cosa: guai.







“Ancora navi assaltate dai pirati? Antille? Caraibi? Nord Africa? Che danni hanno inflitto? Cosa abbiamo perso?” chiese subito il Re, oramai solito a sentire tutti quei racconti.





“Niente di tutto questo ma abbiamo un altro tipo di problema. le navi Francesi si rifiutano di pagare il nuovo pedaggio per attraversare Gibilterra, sono ferme in mare da giorni. Abbiamo ricevuto un messaggio dalla corte di Parigi in cui affermano che questa tassa è inaccettabile” rispose l’ufficiale.





“Tutto questo è inaccettabile, non la tassa” urlò furioso Filippo “al di là dei Pirenei non devono permettersi di decidere quali tasse io posso o non posso imporre nei miei territori, non hanno perso tempo e cercano già un pretesto per la guerra, cosa ti dicevo, lo vedi?” urlò rosso di rabbia al Conte Rojas.





“Dite pure a Luigi che le sue navi possono stare ferme anni ma fino a che non pagheranno il dovuto non attraverseranno lo stretto.” Si rivolse poi verso l’ufficiale





“Se ci provano sapete cosa fare”





Poi si rivolse a Rojas





“Prepari a salpare una guarnigione, Milano è in pericolo”


{ - Le lettere scarlatte del principe del Tirolo - }



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Caro Mattia,

Imperatore del Sacro Romano Impero, secondo re di Boemia e Arciduca dell’alta Austria,

perdonami se per brevità di penna ometterò, caro fratello, oltre dieci dei tuoi titoli nobiliari e fino a sette dei tuoi meriti dinastici, ma per amore della casata ne elencherò qualcuno: re di Slavonia e Croazia, duca di Aerschot, marchese di Havré, apostolo di Santo Stefano, ottavo Cavaliere dell’Ordine del Toson-d’oro, spada di sant’Andrea e dodicesimo patrono del nastro azzurrino.

Come ben sai soffermandomi talvolta sulle cartine del Sacro Romano Impero, io stesso cado facilmente in errore:

si crede spesso che quella contea sia di quel tal Conte, o che quel ducato sia del tal Duca, salvo scoprire che il ducato apparteneva al Conte, e la contea al Duca. E si vedono poi i confini dell’Austria ben marcati a nero seppia di calamaio, e si cade nell’errore di crederlo un qualunque Arciducato con un solo Arciduca che si rispetti… salvo poi venire sommersi da un mare di piccoli ducati, a loro volta suddivisi in contee via via sempre più piccine, città che pretendono di essere autonome, marchesi con titoli di nobili falsi, e vescovi che nei registri della Chiesa neppure esistono. Ecco che ci sono poi tre Arciduchi per un solo Arciducato: tu, il sottoscritto, e quell’altro nostro fratello Ferdinando III, re di Carinzia.

Il Sacro Romano Impero è come una di quelle ceramiche moscovite, sai? Scoperchi un Ducato e ne trovi dentro altri cento.

Matriosche, mi sembra che le chiamino.

Se l’inizio di questa lettera ti ha lasciato perplesso, fratello Mattia: non preoccuparti perché ha lasciato perplesso anche me.



Ho ricevuto l’invito di recarmi a Madrid, perché la nostra sorellina (la moglie del re Filippo) muore dal desiderio di rivederci,

tuttavia ho dovuto declinare gli affetti, perché gli impegni politici mi trattengono qui.

(tra parentesi, hai saputo quel che si passa a Milano? Una vera tragedia!)



Comunque se vi scrivo questa epistola è per confessarvi un episodio che per me è motivo di estremo imbarazzo,

ma lo avrete saputo senz’altro anche voi fratello Mattia, perché ormai tutta l’Europa ne è stata informata e ride di me,

ero sulla solinga strada che porta a Vienna per recarvi voi visita di persona quando d’un tratto vidi una donna che aveva tutta l’aria d’essere una zingara, quasi una turca per com’era abbigliata: i lunghi capelli neri avvolti a cespo in un turbante bianco, tutta coperta di umili pelli d’animale, era scalza e la sua pelle era bruna e ruvida proprio come quella di un turco lasciato cuocere sotto al Sole… era una gitana insomma. ””… Fermi questi cavalli!!”” urlai quindi al mio cocchiere.

E curioso di sapere quale destino quella misera cartomante avrebbe mai potuto predire in un uomo di tal regale divisa quale sono io, la feci salire sulla mia preziosa carrozza… storcendo appena il naso per il plebeo fetore che emanava quel corpo ricoperto di pustole. Tesi tuttavia la mano reale, e per cortesia me la feci baciare arrischiando Dio sa quali malanni della pelle.

E neanche me ne accorsi che quella sfilò via un paio di diamanti dal mio nobile dito.



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””Eccellenza, Eccellenza”” disse la miserabile col suo accento turco e quella voce d'inguaribile incantatrice, ””ora si accomodi, e chiuda bene i suoi occhi!””

””Bravo”” borbottò la cartomante orchestrando con la sua sfera di cristallo, ””ora respirate profondamente, vostra Eccellenza!””

””… dunque vedo, vedo… stiate attento a non sbirciare, Eccellenza! Se aprite i vostri occhi, poi l’incantesimo svanisce!””

””… dalle nebbie dei tempi remoti… gli spiriti antichi... vedo, vedo… un uomo! … ha una corona sulla sua nobile testa!!””

Chiesi che aspetto avesse quell’uomo ””… huh avvenente”” rispose la veggente, ””superbo, maestoso, amabile… un viso da baci.””

Quelle parole rimbalzavano nella mia testa: avvenente, superbo, maestoso… non avevo dubbi, dovevo essere sicuramente io. ””Che altro vedi, donna??””

””… un vestito raffinato, una barba nera, un bon-bon…””

””Ma è proprio come sono vestito io! Poi?? Poi??””

””… uhm vedo, vedo… il suo illustre nome… il suo nome… lui si chiama…””

””Carlo!!”” esclamai io alzandomi dritto in piedi, impettito. E la cartomante rispose che proprio questo era il nome illustre di quel nobile uomo. ””… Oh si lo sapevo ero proprio io, vai avanti, zingara!! Cos’altro vedi in quella sfera di cristallo? Parla!!””

””… io vedo… io vedo il vostro nome… il vostro nome sarà scritto… sui libri… e poi tuo nipote…””

””Lo sapevo!! Lo sapevo!!””

””Molto bene, adesso contate lentamente fino a dieci, dopodiché potete riaprire i vostri occhi, mia adorabile Eccellenza…””

Li riaprii, e la cartomante era sparita assieme al malloppo, ai miei mille tesori, e ai miei preziosissimi 500 federichi d’oro.



Mattia, fratello mio,

ho lasciato che una miserabile zingara senza nome e senza titolo mi derubasse!! che abusasse della nobiltà del mio animo!!

Eppure sono Granmaestro dell’Ordine Teutonico e Arciduca della bassa Austria, diretto discendente di Lanzellino I, che a sua volta era il diretto discendente di Aldarico I, colui che nel 600 dopo Cristo sconfisse i Franchi in Alsazia e vi fece un Ducato… truffato dalla più vile delle creature ricoperte di pustole. Beh, che lo sappiano:

dorinavanti sarà rastrellamento di turchi, zingari, bifolchi veneziani. La cartomanzia sarà severamente punita alla stregua un crimine religioso… un'offesa contro Dio, robaccia da infedeli adoratori di Satana, e chiunque si affidi alle arti oscure sarà avvolto tra le fiamme, arso vivo in pubblica piazza perché complice del Demonio.



E invito anche te Mattia, a fare altrettanto,

ho saputo infatti della situazione in Boemia: è assolutamente inaccettabile che dei funzionari cattolici siano stati defenestrati da un mucchio di protestanti, e fatto ancor più orribile è che siano stati lasciati in balia della folla, vessati, torturati, massacrati a calci e ferrate.

Animali! Ecco quali sono i frutti della “tolleranza religiosa” e della Pace di Augusta!

Animali! Nient’altro che animali. Bestie senz’anima.

Le volontà del vecchio papa erano chiare, e le parole del nuovo papa sono ancor più chiare:

Convertire, bruciare, ardere, ardere, bruciare e non lasciare nessun libro intatto.

Noi siamo la spada di Gesù Cristo, e non ci sarà pietà per gli infedeli.



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Con sentito affetto,



Il vostro fratello, conte di Bolzano, principe del Tirolo, e Arciduca della Bassa Austria,

Carlo I, detto Postumo

Castello di Vienna, Marzo 1618
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Partita GDR | XVII Secolo (di falco1994) 21/06/2021 Empty Re: Partita GDR | XVII Secolo (di falco1994) 21/06/2021

Messaggio Da Falco Mer Feb 09, 2022 2:24 pm

Devlet-i Ebed süresi




| | La Voce del Sultano | |




Calendario Hijri

Quinto Mese

1027




“Osman II”




Osman II insignito dell’onorevole titolo di Sultano del grande Impero Ottomano e dell’illustre titolo di Califfo: protettore dell’islam e seguace del grande profeta Maometto.



Pesa sulla sua schiena giovane e forte le responsabilità di un impero intero, il passato glorioso dei suoi avi, le ambizioni di un futuro prospero e soprattutto porta con sé un grande fardello.




Il nome scelto per regnare è appunto Osman e come lei, mio signore, anche il capostipite della dinastia Ottomana si chiamò con tale nome. L’uomo a cui lo stesso Allah gli comparve in sogno per mostrare ai suoi occhi ciò che avrebbe creato: la famosa storia del “Sogno di Osman” che noi tutti abbiamo appreso sin da bambini.




Che i suoi Reali Avi possano darle la forza di sedere su quel trono per 100 e più anni, che il suo nome riecheggi nella storia dell’Impero come uno dei più grandi della sua Dinastia.




“Leoncino Marino”




Nelle sale del Topkapi Sarayi il Gran Visir Damat Halil Pasha ha riunito i Visir per la consueta riunione giornaliera per discutere delle più varie faccende politiche.



Il punto del giorno, per molti giorni sarebbe meglio dire, è stata la Repubblica Marinara di Venezia: il Doge della Serenissima ha chiesto di poter dialogare con il Giovane Sultano tramite delle lettere.




Tra il nostro Impero e il Leone Alato Veneziano ci sono trascorsi molto scuri tinti di rosso sangue dovute alle tante battaglie su terra, ma anche soprattutto su mare che hanno visto il più delle volte vittoriosa la mezzaluna.




Commercio e predominio navale, questi sono stati i motivi dei conflitti e questi stessi argomenti sono stati oggetto di discussione fra i due signori. Una piacevole chiacchierata durata poco più di 3-4 lettere le quali hanno portato ad uno scenario interessante e non scontato.




In uno di questi messaggi il Sultano ha espresso le seguenti parole (riportate il più fedelmente possibile):




“Voi Cristiani odiate il Mio Impero perché Esso rappresenta ciò che più odiate e detestate con tutte le vostre forze: l’Islam. Nei secoli a dietro numerose battaglie sono state combattute tra le nostre Fedi, in particolare il mio Impero e la sua Repubblica hanno combattuto per motivi non molto nobili: commercio e denaro. Leggendo e studiando il passato della vostra fede ho capito una cosa molto importante: Voi cristiani vi odiate fra di voi tanto quanto odiate il mio Impero e in particolare, Caro Doge, loro odiano la tua Città. Per cui sono disposto a perdonare il popolo veneziano del sangue Ottomano versato nelle acque salate dei mari o sulle aride terre, e accettare la sue richiesta.”




La richiesta di cui scrive il nostro Sultano è la creazione di un'alleanza navale che possa dare vita a un rapporto di convivenza pacifica, senza più competizione commerciale o militare, con l’aggiunta di alcune clausole purtroppo tenute in segreto.




Questo piccolo evento è il primo passo fatto dal Giovane Osman II in ambito Politico.




“Giochi di Potere”




Il 1618 secondo il calendario Gregoriano in uso nei paesi dell’Europa Cristiana inizia nel peggiore dei modi: la loro guida spirituale “d’Alessandro Ludovisi” è giunto tra le braccia del loro Dio.



Come da tradizione secolare “morto un Papa, se ne fa un altro” e in poche ore tra le sale del Vaticano, la Santa Sede, si sono riuniti importanti funzionari religiosi della Cristianità europea compresi i principali candidati al Sacro Titolo.




Ovviamente riuscire ad eleggere un Papa “amico” è un gran vantaggio per ogni Regno Cristiano, quindi è facilmente interpretabile come il ruolo del Papa ha assunto un valore più politico, che religioso.




Dopo vari tentativi di elezioni andati non a buon fine, un candidato deve ricevere 3 voti per vincere, mentre tutta Europa era convinta della possibile vittoria di Rodolfo Kostenberger molto vicina alla famiglia degli Asburgo, casa regnante della vicina Austria e Spagna.




Vi è stato un rovescio della medaglia quando la simbolica fumata bianca, che annuncia la fine delle elezioni, ha insignito come vincitore e nuovo Papa il toscano Carlo de Medici molto vicino a Luigi XIII Re di Francia.




In genere le elezioni papali sono un evento insignificante per il nostro Impero, in generale a tutto l’Islam, ma in questo caso l’Aristrocazia Ottomana e il Sultano sono leggermente felici di questo nuovo Papa con il quale, forse, si potrà aprire una nuova linea di dialogo.



A la Cour de France



Le dicerie di palazzo



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I Giorni passavano felici alla corte di Francia per Re Luigi giovane sovrano salito alla carica otto anni prima già riconosciuto come il Re più ricco tra tutti i regnanti d'europa dopo sua santità il Papa Leone XII . Sebbene sua madre Maria de Medici negli anni che lo hanno visto ascendere al potere abbia a più riprese tentato di apprprinquarsi del potere.



Ma Il Giovane Luigi per quanto Giusto nel seguire i dogmi morali era anche un astuto e talentuoso stratega nonché saggio in quanto istruito nell'arte della guerra e più dalle menti più illuminate di Francia.
Atteso il momento propizio corruppe chi di dovere e fatte le adeguate alleanze riuscì con per lo più il semplice carisma a far eleggere come sommo pontefice Carlo de Medici suo lontano parente di Firenze e membro dello stesso casato di sua madre.

Fatto ciò la promisqua madre venne allontanata dalla corte di Francia esiliata a Roma sotto la sua protezione e di essa non si venne più a sapere nulla. Il Potere era nelle mani del giovane Luigi ed ora nulla poteva più fermarlo nel anticipare e proseguire i suoi nuovi piani perché la Francia potesse splendere ancora una volta.

- - -

Aspri intenti contro la Spagna



<Sacre bleu! >

Esclamò Luigi in preda allo sdegno. Tra le mani stringeva una lettera Spagnola in risposta alla sua inviata precedentemente al Re Filippo riguardo le nuove tassazioni dello stretto di Gibilterra.
Questi ovviamente si era rifiutato di passare tramite quello stretto pubblicamente contrario al dover far pagare delle tasse sulla pirateria ai galeoni Francesi.

<E se la Spagna desidera mettermi i bastoni tra le ruote che ben venga!... non mi lascio intimorire per cosi poco.. le nostre barche più poderose sono già nell'atlantico in continuo viaggio e ritorno dalle colonie.. date ordine di un grande progetto.. finanzierò personalmente la costruzioni di tratte lungo la provincia di Limoges fino a quelle di marsiglia...
A Dire il vero in questa maniera aumenteremo di molto la velocità delle nostre tratte... inviate una lettera a Roma e chiedere a sua eminenza di esprimersi contrario a queste tassazioni spagnole.. poi emanate quest'altro editto.>

Preso da una fredda mente calcolatoria Luigi prende a parlare muovendo velocemente le mani lungo la scrivania alla ricerca di papiro e inchiostro prendendo a scrivere furiosamente e soffiando con lentezza sull'inchiostro cosi che si seccasse.
Al suo cospetto il cardinare Richelie attendeva con braccia conserte sul grembo.

Passata una manciata di minuti silenziosi e imbarazzanti il Re arrotola finalmente due papiri impremendo con ceralacca il simbolo sul suo anello.

<Ecco a voi.. fate in modo che il primo arrivi a Roma in totale segretezza ed il secondo che venga pubblicato il prima possibile.>



Alla fine il Cardinale recuperati i documenti posti dentro cassettine di legno si china e indietreggia fino a metà della sala riunioni per poi voltarsi ed andarsene.


::: Cronache Pontificie :::

Acta Apostolicae Sanctissimae Sedis, Mensis Junii Anni 1618



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Miracolo, Gente!! Miracolo!

Fu un Sabato come tanti, prima che la benedetta campana de paese intoccasse lenta lenta la mezzanotte e sancisse l’inizio della Santa Domenica a Chieti, lo tranquillo comune abruzzese dinde li pressi di Pescara… poche case costruite alla rinfusa una di fronte l’antra s’una terra povera, fatta più di petre rearse che d’arberelli forti, e ddove persino peccore e caproni non trovano di che pasciare, belando docili a Dio in tono di supplica.

Giacomina Silvestri era una bambina poverella come tante antre, ma la sua anima era limpita e cortese, e per questo assieme allo suo fratellino Lucino subivano tutti li soprusi de paese, picchiati dallo padre virulento e sfruttati dalla madre meretrice, che da tanti anni oramai s’era assuefatta alli piaceri dello vino, e che le sue carni fornicanti concedea a chiunque avess’ en tasca la picciola cifra di 5 ducati e mezzo. Si prostituia a tutta Chieti, la bella Lucia.

Donde la bimba fosse soltanto una picciola pastorella d’anni otto e qualche mese, Giacomina era una criatura assolutamente devota allo spirito santo della Croce.

Fu cioé allevata severamente nell’inquietudine, nell’amore e nel perenne terrore di Dio, per cui tutte le mattine ella si recava in centro per confessare al parroco li suoi peccati: aver derrubbato le primizie ad una marchesina benestante che facea Adele de nome, o poscia ancor aver lanciato via una mela ch’ella ɢiudicava troppo matura, avendo sprecando in talo modo li frutti della cara terra. Poscia, Giacomina recitava a tutte le ore lo sacro rosario e li salmi.



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Fu d’un di’ che la bambina ebbe portato le peccorelle al pascio, quand’ella si voltò verso lo Sole, e improvvisamente qualcosa cambiò…

Fu lo vento.

Fu lo freddo. E lo cielo divenne d’un tratto tutto cupo e scuro, come di virulenta tempesta, e Giacomina impaurita si mise a protezione sotto allo tronco rinsecchito d’un arbero. Poscia com’elle apparvero, le nubole sparirono con lo soffio caldo d’un secondo vento e comparve nello cielo sereno un doppio novello Sole: una palla di luce volante che roteava e brillava colla sinfonia cherubina… poscia, dallo centro di esso, spaccatosi come uovo comparve la forma sinuosa di una donna immersa dalla luce.

La bambina videndo siffatto fenomeno spalancò li occhietti suoi bruni sbalordita, mentre la criatura lumminosa si avvicinava con in mano un calice di vino ed un ostia.

Lei, che aveva fame, inzuppò l’ostia nel vino briaca e ne chiese ancora.



””Non devi avere paura di me… ho fatto del Cielo la mia dimora io.”” Disse la criatura lumminosa, fluttuando nell’etere come ausiello senz’ali. ””Oh, non avere fretta poiché presto anche tu ci andrai in cielo, picciola mia, e poscia viene tuo fratello…”” profetizzò soave lo lutto colla nota di malincolia, ””… ma prima dovrai soffrire molto, e poscia tu morirai sola e ammalata, solo io sarò accanto a te nelle ore tue finali.””

Giacomina chiese umile perché mai dovesse morire, e la donna rispose che Dio la amava, e che non vedeva l’ora di portarsela in Cielo con se.

””Tranquilla, poiché se tu lo vorrai lo tuo sacrificio salverà le vite di molte peccorelle, e dunque tu sarai fatta santa. Dio vive in te, e tu in lui vivrai in eterno, secula seculorum amen.”

Giacomina chiese se poteva aiutare suo padre, e lei disse, ””Si, curerò tuo padre dalla cattiveria… e curerò anche tua madre dalla corruzione, ma prima debbono convertirsi, lavarsi e fare perdono dei loro peccati… vedi picciola mia, non tutti li homini possono essere salvati. Chi odia e disprezza di Dio lo Cristo e la Santa Madre offende lo Padre, e non potrà entrare in Cielo. Dio fu offeso dalla poca fede dell’homo.””

Giacomina pianse, ma una luce intensa la pervase, penetrando nello petto suo, e riscaldò li suoi umori più tristi.

””Dunque, cara… se offrirai in sacrificio te stessa a Dio, molti penitenti saranno salvati. Le loro anime saranno amate da Dio, come solo Dio sa amare, e diventeranno come fiori pe’ l’abbellimento della sua corona spiritosa.””



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””Sono la Madonna, cara bambina mia”” disse lei rivelando alla mortale la sua vera natura, ””Maris Stella, la madre di Iesu Christi. Sono io Maria, sposa di Dio. Colei che viene dalle stelle, e che patrocina le acque di Sua Santità Pontificia.””

La bimba sorrise irradiata dallo core immacolato, coronato di spine, che volea essere riparato dalla corruzione umana. Furono tre le visioni che ella ebbe, investita dalla luce di Maria:

vide lo papa afflitto dallo dolore, e prostrato ai piedi della croce, poscia fucilato dalli moschettieri a Mantova, ddove li cadaveri ammucchiati marcivano…

vide poscia li demoni turchi che si cibavano delle carni dei martiri e che defecavano sulle budella dello pontefice, mentre li corvi cavavano li occhi…

vide poscia ancor Venezia Serenissima diventare la trista sede dello Dimonio, e vide Satana partorire l’anticristo… vide poscia le anime de li veneziani bruciare all’inferno, la terra infocata essere sepolta dalle acque. Lo diluvio che si ripetea.

Vide questo e altro ancora la bambina, che pianse timorosa.



La Madonna posò li piedi suoi belli sulla Terra, e sotto di essi vi crebbero delle rose rosse… caddero poi dallo cielo de li fiori tutti in torno e disse, ””Cotesto che vedi picciola mia, è lo futuro dello mondo se lo core mio non fosse consacrato alla Francia. Venezia, che ha offeso Dio e la Santa Sede, colla sua eresia e la sua laicità… colla sua vicinanza a li turchi. Venezia debbe affondare prima che lo mondo affondi pe’ causa d’essa. Lo papa ascolti lo verbo di Maria, e purifichi Venezia dallo Dimonio.””

””Benedico la Francia, poiché alla Francia io affido lo core mio, e poiché che la collera di Dio si plachi. Benedico la Francia, a cui è stato dato lo Ducato di Mantova, poiché la Francia punisca lo Dimonio.””

””Benedetta è la Francia, Giacomina mia.””

E così come apparve… la Madonna scomparve, lasciando una reliquia d’oro come prova che la testimonianza della bambina fosse vera.


{ Le lettere scarlatte del principe del Tirolo }



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Lettera a Carlo Bonaventura, conte di Buquoy e comandante in capo del Sacro Romano Esercito,



Carissimo,

Come avete potuto in ultimo arrendervi, deporre le armi e chinare il capo di fronte ai protestanti, venendo in contro alle loro pretese?

Sono rimasto basito, non dico inorridito di fronte alla sconcertante notizia, che re inverno Federico V del Palatinato (un lurido protestante) sia stato eletto sovrano di Boemia, Moravia, Slesia e Lusazia. Si tratta di un’offesa imperdonabile alla santa madre cattolica d’Austria, che conta in quella provincia fino a quattro milioni e mezzo di abitanti… fino a quattro milioni e mezzo di anime cioé costrette per questa scellerata votazione a convertirsi alla Chiesa di Satana… quattro milioni e mezzo di spiriti penitenti costretti cioé a venerare il libro demoniaco di Martin Lutero, anzicché quello dei cardinali e di papa Leone XII.

Sà cosa fanno i protestanti ai bambini, Bonaventura? Li usano per i sacrifici umani.

Si, hai letto bene: li sacrificano a Belzebu e ci fanno delle messe nere attorno per invocare il Demonio,

e i diavoletti danzano come fossero bevanda alcolica,

… i bambini, Bonaventura… i bambini!!



… vi scrivo questa lettera col sudore che scorre dalla mia fronte,

e con le dita sporche d’inchiostro,

vi ho ordinato, quale arciduca d’Austria, di prepararvi alle armi: vi ho ordinato di correre coi cavalli in tutte le contee dell’Impero e di arruolare il popolo contro l’usurpatore protestante… per questo ho ricevuto notizie dei vostri rapidi spostamenti… voi siete stati a Cracovia, poi siete stati a Buda e Pest, infine ho anche saputo che siete sconfinati nei territori settentrionali dell’Impero Ottomano, dove ad insaputa del Sultano avete arruolato la popolazione cristiana e cattolica che abita le sacre selve di Raba,

Grazie a Dio quella fronte sporca mai battezzata dall'acqua santa non ha chiesto chiarimenti: sciocche bestie sono quelli là.

Come i cani, al turco basta lanciare l’osso, per seminarlo,

scommetto trenta federichi d’oro che neppure se ne sono accorti.



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Comunque vada, caro Carlo Bonaventura,

lei non deve mai smarrire la fede, e deve sempre lottare contro questa cospirazione anticristica universale che mira ad impadronirsi della nostra essenza vitale, inducendoci nella tentazione del peccato, nella fornicazione e nella bestemmia,

ho letto con estremo interesse le notizie di Chieti, dove la Madonna sarebbe apparsa ad una povera bimba plebea, rivelandole visioni al quanto orribili sul futuro dell'Europa se avesse perduto la fede: il santo padre ammazzato da un moschetto e lanciato sopra un mucchio di cadaveri, mentre i turchi indemoniati si cibavano come scimmie delle carni dei padri della Chiesa.

Peccato che Maria abbia consacrato la Francia, solo e soltanto la Francia al suo cuore immacolato e alla lotta contro Venezia, dimendicandosi la corte di Vienna,

ma io ti dico che ce lo meritiamo:

abbiamo offeso Dio, chinando il capo ai piedi dei protestanti,

e solo col sacrificio della Boemia potremo redimerci dai nostri peccati profondi.



Con sentito affetto,

Il vostro superiore, conte di Bolzano, principe del Tirolo, e Arciduca della Bassa Austria,

Carlo I, detto Postumo

Castello di Vienna, im Jullei 1618



Devlet-i Ebed süresi




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Calendario Hijri

Ottavo Mese

1027




“Scacco al Leone”




L’avvicinamento tra il Nostro Impero e la Repubblica Marinara di Venezia, come da aspettative, ha causato molti dissensi nel mondo cristiano e in particolare le furie del Papa.



Il quale ha condannato senza alcuna sentenza la città Italica alla morte e come Boia il Re Francese che sicuramente non vedeva l’ora di ampliare il proprio potere al di fuori dei suoi confini.




La Penisola Italica sarà dunque uno scacchiere diviso tra le principali potenze del mondo cristiano, con il Papa unico unico arbitro dell’incontro.




Bizzarro come i Cristiani si proclamino “giusti” portatori di libertà, di misericordia e di pace, mentre sono i primi a sguainare le spade anche contro i loro stessi fratelli!




Fratricidi fin dalle origine dei tempi: quando Gaino macchio l’umanità intera con con il sangue innocente del fratello Abele.




Il Doge della Serenissima ha chiesto aiuto al Giovane Sultano Osman II il quale, dopo una riunione con il Gran Visir, ha espresso il suo volere: Un piccolo battaglione di Giannizzeri con il compito di proteggere la cittadina Veneziana, ma con l’ordine di fuggire qualora la battaglia sia impossibile da vincere.




Il Gran Visir ha inoltre dichiarato esplicitamente che l’Impero non ha in alcun modo interessi nella Penisola Italica e l’avvicinamento con la Repubblica non sarà un problema per nessun Regno Cristiano.




Se ciò basterà per garantire l’indipendenza di Venezia ed evitare un inutile massacro bene, altrimenti l’intero Impero e la famiglia Reale pregheranno per le vite dei Veneziani.”




“Sconfinamenti”




Giunge a Costantinopoli, alle orecchie del Sultano, la notizia di alcune incursioni non ostili, bensì pacifiche di alcuni cavalieri battente vessillo Austriaco.



I territori interessati a questo sconfinamento sono le contee più settentrionali dell’Impero, proprio quelle che affacciano sul mondo Cristiano.




Raccontano i Giannizzeri, mandati in ricognizione, che i cavalieri cristiani furono mandati dai Signori di Vienna con lo scopo di arruolare la popolazione locale, cristiana ovviamente, per combattere al loro fianco.




Una battaglia contro l’Impero? Con grande sorpresa No, anzi, l'ennesima guerra fratricida questa volta contro i “protestanti” tedeschi della Boemia e in particolare al Re Federico V.




Le Marche e le Contee poste a confine dell’Austria Cristiana sono abitate da tutti contadini, artigiani, falegnami, da gente povera insomma che non rappresenta nulla per l’Impero.




Se costoro hanno deciso di abbracciare la causa fratricida Austriaca al Sultano non importa, ma ovviamente qualcosa andava fatto.




Sarà emanato un Editto Imperiale che sancirà l’espropriazione di tutti beni che apparterranno ai cristiani i quali lasceranno l’Impero.




Se anche solo un membro della famiglia lascerà i confini Imperiali l’intera famiglia perderà qualsiasi bene: danaro, case, terreni e figli. Questi Ultimi diventeranno schiavi e occuperanno lavori, o qualsivoglia cosa, decisi dai loro nuovi padroni.




Nelle prossime settimane i Giannizzeri faranno visita a tutte le abitazioni lungo il confine per il conteggio delle famiglie e applicare o meno l’Editto.


Devlet-i Ebed süresi




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Calendario Hijri

Nono Mese

1027




“Accordo tra i Due Mondi”




Nell’ultimo mese si sono intensificati i rapporti diplomatici tra il Sultano Osman II e l’Arciduca d’Austria Carlo Postumo.



Il motivo ultimo di tali rapporti è quello di arrivare ad un punto comune e creare un accordo politico che possa trarre vantaggio ad entrambi i Regni, da tempo ostili.




Tra il Nostro Impero e il Ducato Austriaco il rapporto, ovviamente, è estremamente avverso ciò causato da innumerevoli battaglie fra i due eserciti, massacri, saccheggi e distruzione.




Insomma per decenni non c’è mai stato un rapporto di buon vicinato e non si è mai sentito il reale bisogno di fare un passo avanti in questa direzione, fino ad oggi.




I due Sovrani non si sono mai incontrati, ma tramite le lettere scritte e lette da loro stessi hanno imparato a conoscersi e rispettarsi reciprocamente.




“L’Accordo” citato nel titolo si riferisce ad un patto politico e religioso sancito da questi due Sovrani per garantire la pace, prima di tutto, e la tutela dell’integrità cristiana all’interno dell’Impero Ottomano.




Il Sultano Osman II ha preso a cuore i paragoni con il suo omonimo discendente, Osman I il capostipite, e ha dunque deciso di vivere in eterno nella storia attraverso questo evento monumentale.




Ciò che è stato annunciato dai Visir imperiali l’Accordo, denominato “dei Due Mondi” ovvero quello Cristiano e quello Islamico, prevede la fine di ogni tipo di persecuzione vero il popolo cristiano lungo i territori Danubiani, quindi: saccheggi, massacri, schiavitù e semplici aggressioni verso i cristiani sarà vietata dallo stesso Sultano, il quale pone fine anche al precedente Editto Imperiale emanato da Esso stesso.




L’Editto, in realtà, fu un’astuta mossa politica attuata dallo stesso Sultano per mettere pressione agli esponenti Cristiani per poi sfruttare l’occasione, come ha di fatto attuato.




Non è finita qui, poiché oltre all’incolumità dei cristiani danubiani sarà concesso ai vescovi e agli esponenti ecclesiastici austriaci di accedere alle città cristiani lungo il confine e predicare.




Costoro potranno costruire chiese e monasteri, ovviamente finanziate dalla Chiesa di Roma o dalla stessa Austria ciò a Noi non interesserà; potranno amministrare il territorio come meglio credono e predicare la parola del loro Dio senza nessun impedimento.




Ovviamente qualsiasi tentativo di organizzare rivolte o aizzare il popolo contro l’Impero sarà visto come un atto estremamente ostile e, di fatto, spaccherà l’Accordo.




Passiamo ora all’altra faccia della moneta: il Sultano Osman II ha ovviamente avanzato delle richieste al Duca d’Austria, il quale le ha prontamente accettate e sono le seguenti: I Sovrani Austriaci si impegneranno in qualsiasi modo possibile a mantenere la pace fra i due Regni, rinunciando a qualsiasi atto ostile nei confronti dell’Impero, cosa che ovviamente verrà fatta anche dallo stesso Impero nei confronti del Ducato.




Vi è, però, un’eccezione: qualora uno dei due protagonisti andrà in guerra con un Regno terzo e costui è alleato con l’altro protagonista, quest’ultimo potrà mantenere la parola data e scendere in guerra, ma non ci saranno scontri lungo il confine Danubiano.




Il rinnovo di questo Accordo avverrà ogni qualvolta uno dei due Regni cambierà Sovrano; e la denominazione di tale “Accordo” per il Mondo Cristiano è “Accordo di Santo Stefano” che per ovvie ragioni non sarà utilizzato per il nostro mondo Islamico.




“Insidie”




L’Accordo preso tra il Sultano e il Sovrano Cristiano è stato accolto da molti membri della nobiltà, esponenti politici e militari con abbastanza entusiasmo.



Preoccupano coloro che hanno ripudiato per principio di fede qualsiasi contatto amichevole con qualsiasi Regno Cristiano, reputando ciò addirittura un atto Eretico.




La posizione del Sultano è molto salda, non vi è nessun pericolo concreto di nessun tipo di Golpe, ma molte figure importanti della politica imperiale non hanno visto di buon occhio questo avvicinamento al mondo Cristiano: prima con i Veneziani e ora con i nemici secolari dell’Austria.




Osman II non ha tardato a rispondere marcando con convinzione che esso in qualità di Sultano è l’unico che può prendere decisioni di questo tipo e sà di per certo cosa fa, non tollerando nessun tipo di opposizione.




“Lupi di Mare”




Nello stesso mese è stata annunciato l’inizio di una nuova operazione militare che avrà come palcoscenico il Mediterraneo.



Tale operazione ha come obiettivo ultimo quello di garantire il dominio dei mari alla Flotta Navale Ottomana tramite l’ingaggio di imbarcazioni piratesche.




Il fenomeno della pirateria esiste ormai da secoli: navi cosiddette “pirata” senza nessuna giurisdizione assaltano navi commerciali, o militari, di altri Regni con lo scopo di creare disordine e saccheggiare le stive delle navi.




Da oggi per volere dello stesso Sultano ha annunciato tramite un Editto Imperiale che tali forme di piraterie saranno supportate direttamente dall’Impero.




Questi “Lupi di Mare” potranno usare i porti Ottomani come rifugio e fonte di rifornimento, in cambio costoro pagheranno una serie di tributi: somme di danaro o risorse, insomma ciò che saccheggiano andrà in parte nelle tesorerie o magazzini dell’Impero.




Il primo obiettivo di tali scorribande sarà il Sud della penisola Italica sotto il controllo diretto del Regno Spagnolo.




Le navi si dispiegheranno lungo le rotte commerciali spagnole per assaltare le navi e rubare tutti i suoi averi.




Ciò comporterà un aumento delle ostilità con il Regno Spagnolo seppur in modo indiretto poiché tali pirati di fatto non appartengono alla flotta navale Turca.


Crónicas de los reinos españoles



Luglio 1618





Ducato di Milano,



Il suono dei tamburi fendeva l’aria di un giorno estremamente caldo. Il sole batteva forte e si rifletteva negli elmi e nelle spade dei Fanti in marcia accecando i civili ai lati delle strade che, silenziosi, osservavano la marcia. i Fanti stavano per entrare nelle mura di Milano, l’entrata di truppe nella città fondata dai Romani non era mai vista bene dai popolani perché spesso e volentieri il significato era chiaro. Quello che ignoravano era che l’obbiettivo di tale dispiegamento di forze era essenzialmente scoraggiare azioni Francesi, colpi di mano che il Re si aspettava da un momento all’altro e di conseguenza evitare una guerra. Il governatore Francisco Holada, appena nominato dal Sovrano stesso, era in città da pochi mesi. Si diresse verso il comandante delle truppe e dopo un breve saluto formale si rinchiusero nel Palazzo Governativo per discutere del miglioramento delle difese del Ducato intero.



Nonostante il rafforzamento di Milano i due sovrani lavorano ad una soluzione diplomatica che impedisca lo scoppio di una guerra fra i due Regni, è volontà di entrambi infatti impedire che due Regni Cristiani si facciano la guerra fra di loro







Venezia- Impero Ottomano



A seguito dell’apparizione e delle profezie della Beata Vergine la preoccupazione per la casa Reale Spagnola è salita. La possibilità che Venezia si allei con i Turchi e porti nel cuore della civiltà cristiana truppe Ottomane è sicuramente da evitare, come è da evitare che la città cada in mano Francese visto che andrebbe a turbare gli equilibri attuali. Filippo III valuta insieme ai suoi consiglieri le opzioni alla luce anche delle notizie che arrivano dai territori islamici. Le navi pirata che assaltano quelle cristiane nel Mediterraneo potranno far base nei porti Turchi.



Le comunicazioni con il Sommo Pontefice sono aumentate cercando di trovare una soluzione condivisa anche con la Chiesa di Roma.


::: Cronache Pontificie :::

Acta Apostolicae Sanctissimae Sedis, Mensis Auɢusti Anni 1618



Iy0ih7u.jpeg . Il Putto - Il Sapere Storico. De Historia commentarii



Li passi di Leone XII tonarono sullo pontificio marmo mettendo ’n soɢɢezione persino le statue, e quei puttini dalle morbidi carni infantili che a tratti sembravano volessero volare via alla vista dello santo padre… lo papa teniia sempre ’n debole per quelle tenere e timide criaturine ch’avevano poco meno de 5 anni. Passarono poscia ’n contro a lui li cardinal Rubini, ai quali lo pontefice rivolse un serafico sorriso compiaciuto. ””Soli Deo Gloriaque Sola Fide, lodatus Jesu Christi cum spiritus”” … ””… semper lodatus est”” risposero chinando lo capo mirevole. Poscia Carlo Ferdinando de’ Medici incontrò pe’ quello corridoio suor Lucia delle Fontane, che fé ’n occhiolino de malizia… ma lo papa avea finito l’acqua santa e co’ malincoliia dovette rifiutare lo delizioso invito al peccato, salutando e richiudendosi poscia deretro le mmense porte della Domus Sancta Marthae.



Lo vecchio se sedette alla poltrona stanco come Cristo in croce, ntinse la penna nel calamaio, e cominciò a scrivere la sua bolla,



””Bolla Pontificia in humiliatis formulae a Carlo Postumo, Schiavo di Dio, ””
(un sorriso crudele comparve sullo viso dello pontefice: potea chiamarlo un arciduca, conte, poscia principe, e nvece di fronte alla Chiesa, lo nobile austriaco era nient’antro che un semplice schiavo di Dio, una creatura impotente, un minus habens.)

””Carissimo servo di Dio,

da fonti poco attendibili (e cioé da fonti mussulmane) fui informato di un accordo che voi avreste firmato con lo Sultano Osmano II. Inizialmente rifiutai di credervi, perché laudo la vostra lotta contro l’eresia protestante tedesca, e poiché la Chiesa lauda la fides cattolica della vostra dinastia. Poscia voi siete stati la spada di Cristo fin da tempi immemorabili e mai mi sarei atteso una simile quisquilia, ma poscia ho dovuto ricredermi… Veda umile Carlo, io sono homo di Dio, anzi, io stesso sono la proiezione di Dio sulla terra, eletto dallo Concistoro papa. Fui anima piia, e prima di ricorrere allo necessario strumento della scomunica sarò costretto ad esaminare il vostro caso con dovizia di particolare:

I. Primum non nocere: voi siete in pace colli turchi, cotiia vuole dire che non rispondereste alla crociata della Chiesa?
II. Secundus non disperare: le navi turche sono nello Golfo di Vinezia e tutt’intorno lo mare mediterraneo, questo vuole dire che vi macchiate complici dello Dimonio che tanto avete combattuto?
III. Tertius non ostacolare: avete ottenuto la podestas vescovile sul Danubio, e la parziale conversione dell’Impero Ottomano al cattolicesimo
Credetemi,

soltanto lo terzo punto mi ha impedito di lanciarvi una scomunica contro, voi siete al bivio di due strade,

e ce vole un chiarimento,

I. lo papa potrebbe essere stato informato male, e voi non stareste rinunziando alla Guerra Santa, se cotea fosse: sarete fatto Santo subito, perché siete riusciti a illuminare colla vera luce 1/4 dello territorio turco senza esplodere palle di cannone.
II. lo papa ha inteso bene che voi rinunziate alla Guerra Santa, se cotea fosse voi sarete scomunicato co’ tutti li vostri sudditi, sarete cacciato dalla Chiesa di Dio, e Cristo dovrà tornare a Vienna armato in sella a un cavallo.


Sto esaminando lo vostro caso,

in fede,

papa Leone XII””

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Carlo de’ Medici, mise lo siɢillo, e tirò fori un sospiro di sollievo, scrocchiandosi le dita ossute e vecchie.

Poscia, se rizzò, e spedì la Bolla Pontificia a un nunzio apostolico.



Passando per lo corridoio, rivide poscia li cardinal Rubini, assieme a li Piccolomini, a li Colonna e a li Bellavista,

non fece neppure in tempo a ricambiare lo saluto, che lo poro pontefice fu accoltellato alle spalle, e lo corpo suo fu lasciato pe' terra esanɢue.

””Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora nostra mortis amen”” dissero in coro li cardinali mentre lo papa moriia pe’ una cospirazione de’ la familia de li Piccolomini, e quei maledetti si fecero pure lo seɢno della croce.

””Benedica tu in mulieribus, et benedica fructus in ventris tui, Jesu Christi.””

””Amen.””

{ Le lettere scarlatte del principe del Tirolo }



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Lettera al capitano Potzendorff,

primo comandante dell’esercito prussiano di stanza a Brema,

Distinti saluti,

fino ad un anno fa non avrei mai pensato di indirizzare una lettera ad un viscido protestante, e né tantomeno avrei mai firmato alcun trattato di pace con la vostra razza, che in mio sincero parere avrei estirpato dalla terra come si fa con l’erba diavola… ma ho purtroppo ricevuto quest’ordine irrevocabile da sua serena altezza in persona, l’Imperatore Mattia II.



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Sono spiacente non avrei voluto,

ma non posso oppormi,



devo perciò informarla che l’Imperatore ha accolto la vostra resa con profondo spirito di misericordia, sottoscrivendo una per una le istanze presentate da voi nella Pace di Lubecca, saranno cioé: riconosciute alla fede protestante l’elettorato della Sassonia, la contea dell’Holstein, ed il Ducato di Prussia… quest’ultima assorbe il Brandeburgo trasformandosi in uno Stato, un regno del quale è re il principe Giovanni. Sono invece riconosciuti cattolici tutti quei territori che stavano alla dominazione austriaca, e poi i ducati di Svevia e Lorena, la Baviera, ed il ducato di Francoforte. Tuttavia, nella virtus di un principio divino incontestabile che fu sancito dai capi impomiciati cardinalizi della Chiesa Cattolica, i protestanti non potranno in alcun modo candidarsi al titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero.



Dovreste venerare Mattia come un Santo d’ora in avanti perché egli vi ha commiserati,

ma voi protestanti non conoscete il culto dei Santi.

San Mattia è rimasto traumatizzato da scene d’orrore e animalesca brutalità come quelle in Breslavia, dove l’esercito polacco ne ha infilzati a dozzine di corpi come i vostri, o quelle di Monaco, dove i nostri lanzichenecchi hanno massacrato, arso, arso e riarso, bruciato, asfaltato, annientato tutto quello che c’era sul loro cammino su indizio del sacro Pontefice… Forse credo, fu proprio quello che vide mio fratello quì a Francoforte a tramortire quel suo sano spirito combattente cresciuto a pane e salmi: le centinaia di donne eretiche, e prostituitesi al Demonio che furono date alle fiamme per riscaldare il vespro… le urla di dolore di quelle streghe… l’odore squisito di quella carne bruciata… la sofferenza che esprimevano quegli occhi azzurri vaporizzati dal fuoco…

Oh, come mi mancherà ammazzare un porco infedele!



Confido in Dio e nella Chiesa, che questa nostra pace duri bene il tempo d’un armistizio.



Con sentita freddezza,

Il comandante in capo, conte di Bolzano, principe del Tirolo, e Arciduca della Bassa Austria,

Carlo I, detto Postumo

Francoforte, im Settembre 1618



Finito di scrivere, posati penna e calamaio il pacifico e nobile austriaco ricevette in una lettera le principali notizie straniere,

finalmente Leone XII era morto, e al suo posto non vi si era insediata l’ennesima pedina dei de’ Medici, ma Carlo Lorenzo d'Asburgo che per di più era un suo lontanissimo parente, un cugino... ahhh, le insospettabili coincidenze della vita!

L'arciduca si sgranchì la schiena consapevole che il nuovo pontefice avrebbe senza ombra di dubbio archiviato quella scomunica che il vecchio papa aveva in serbo per lui. Tuttavia c’era un chiarimento da fare:

l’Austria non ha mai rinunciato alla Guerra Santa o a Dio come fece Venezia. L’accordo di Santo Stefano in Buda prevede infatti oltre alla parziale cristianizzazione dell’Impero Ottomano, soltanto la pace sul confine terreste… e non al di fuori di esso, quindi: in mare, in Italia o altrove, l’esercito teutonico indosserà la croce contro la mezzaluna se fosse necessario.

””Pare””… pensò sorridendo l’Arciduca… ””pare che ora debbano farmi Santo!””
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Partita GDR | XVII Secolo (di falco1994) 21/06/2021 Empty Re: Partita GDR | XVII Secolo (di falco1994) 21/06/2021

Messaggio Da Falco Mer Feb 09, 2022 2:26 pm

Crónicas de los reinos españoles



Settembre 1618









Il Re e i suoi più fidi collaboratori si trovavano in una stanza tetra con un grosso tavolo circolare nel mezzo sul quale vi erano appoggiate cartine geografiche differenti. La stanza era rischiarata da quattro grandi finestre ma le tende color porpora tirate impedivano il passare della maggior parte della luce. sul tavolo erano poggiate alcune candele oramai consumate, la cera sciolta aveva sporcato alcuni fogli con alcune linee tracciate ritoccati da qualche cifra qua e là. Dal colore sulle pareti si capiva che era pressappoco l’alba, per tutta la notte il Consiglio era stato riunito a discutere di importanti questioni.



il Conte Francisco Rojas chiese in maniera decisa ma con la voce che faceva trasparire tutta la stanchezza:” mio Re, quali sono gli ordini che devo trasmettere quindi?”



il re seduto sul suo sgabello, piegato e retto solo da un braccio su cui la testa era appoggiata rispose “ Francisco, la decisione è difficoltosa. Venezia non deve rimanere Francese, ne va della stabilità della regione Italica. l’alleanza Franco turca nominata da Luigi mi preoccupa molto, ho già scritto al Sommo Pontefice di intervenire. La situazione sta diventando ridicola. Gli Austriaci sono impegnati a nord contro gli infedeli protestanti, noi siamo impegnati contro i pirati finanziati dai Turchi nel mediterraneo e i Francesi invece ne approfittano per ingrandire il loro territorio! questo è veramente inaccettabile. Com’è inaccettabile fare accordi con gli islamici.”





Il sonno si faceva sentire nonostante la tensione per le decisioni che avrebbero cambiato il corso della storia.



“questi sono gli ordini da trasmettere. È necessario agire tempestivamente.” Affermò Filippo.



Consegnò al Conte Francisco Rojas un dispaccio in cui erano elencati alcuni punti:



“alla flotta spagnola di stazza nel sud Italia deve essere ordinato di reprimere qualsiasi tentativo di razzia e di distruggere qualsiasi nave sospetta di agire in modo piratesco. È ora di mettere fine alle scorrerie degli ottomani, sono loro dietro alle razzie alle coste italiche, qualche perdita li farà desistere e ricredere sulle politiche adottate.”



“è ordinato a tutte le armate di stazza nel sud Italia di muovere verso Napoli, sarà da qui che riceveranno ordini più precisi sul da farsi. Mi metterò direttamente in contatto con il nostro caro cugino a Napoli per far conoscere lui della situazione”



“alle truppe nel ducato di Milano, è necessario rafforzare le posizioni e prepararsi alla difesa dai Francesi, presto attaccheranno il Ducato e questo deve essere pronto a respingerli.”



“le truppe al confine Francese devono stare attente a eventuali movimenti sospetti e riferire giornalmente della situazione al confine. Sia costruita una linea difensiva provvista di cannoni, non dovrebbero esserci battaglie in quest’area ma meglio essere pronti ad ogni evenienza.”



Questi sono i miei ordini, siano distribuiti immediatamente.





Dopo di che Filippo riprese la piuma e si mise a scrivere una lettera al Sommo Pontefice, ma del contenuto nessuno ne è al corrente visto che terminata la stesura lo chiuse, appose in calce il simbolo della casata e lo consegnò ad un messo che partì subito in direzione di Roma.

A la Cour de France



Ottobre 1618

- -

Guerra Franco-spagnola



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// Re Luigi XIII alla carica dell'armata Francese contro la misera resistenza Spagnola a confine sui pirenei.





All'alba del primo Ottobre 1618 la corte di Parigi ha dichiarato inaccettabile le richieste pretenziose di madrid e di Re Filippo III il quale corrompendo l'attuale pontefice si è fatto vessillo di Cristo infangando il buon nome della chiesa cattolica si è fatto forte di ciò e ha richiesto l'abbandono della città di Venezia ora mai caduta sotto il dominio Francese.
Ma Re Luigi detto il Giusto non si lascia intimidire ed ha chiaramente risposto che per quanto possa duramente provare la Spagna non l'avrà mai vinta.
Egli stesso ha poi conferito con il papa Alessio I il quale aveva minacciato Parigi di bloccare tutti gli sbocchi e i tragitti sul Nord Italia da Venezia a Mantova dimostrando di aver compreso male la situazione.
La Dialettica di Luigi ed i cardinali suoi consiglieri hanno fatto si Che lo stato pontificio realizzasse che egli doveva è dete in futuro restare neutrale al conflitto creatosi per colpa di Filippo III Re di spagna.

Giunti ordini dal forte di Marsiglia e dai bastioni a confine con Milano le truppe stanziate a mantova hanno lasciato temporaneamente Venezia e la suddetta città in attesa di un momento ben più propizio alla riconquista.
Non di meno tuttavia i valenti soldati hanno fatto si che i Veneziani non si scordassero di essere un paese sconfitto e dunque le vetrerie di Murano sono state depredate insieme alle casse del Doge.. e molteplici edifici sono poi stati dati alle fiamme sebbene queste non si siano propagate viste le costanti alluvioni.


Oltre a ciò gli Asburgo vanno si a far sostegno a Madrid minacciando Parigi di entrare in conflitto con essa se mai dovesse invadere le terre a Sud dei Pirenei chiedendo addirittura un Riscatto per la loro neutralità.
Re Luigi non è uomo sciocco si da rifiutare eventuali proposte.. ma è anche un uomo d'affari e controproposte vanno fatte a dovere, egli ha offerto grandi somme di danaro e varie contee lungo il Nord Italia, in attesa di una risposta positiva sperando.

In ciò la macchina bellica Francese non si è spenta un solo istante e molteplici batterie di cannoni e soldati sono tutt'ora in marcia verso i pirenei e Milano.
La guerra tanto voluta dalla Spagna alla fine ha avuto esito, e se questi sperano di risolverla con poco bhè si sbagliano di grosso.

Lunga vita a sua maestà Re Luigi XIII sovrano di Francia e di Navarra.

Devlet-i Ebed süresi




| | La Voce del Sultano | |




Calendario Hijri

Decimo Mese

1027




“Guerra Franco-Spagnola”




Un dolce venticello tiepido soffia sul viso del Sultano che da un balcone del palazzo reale scruta l’orizzonte incantato; è un venticello che ha l’odore di Morte.



Giungono a Costantinopoli, alle orecchie dei Visir e del Sultano, la straordinaria notizia di un imminente conflitto che vede come protagonisti il Regno Francese e quello Spagnolo.




I due Regni potremmo dire che non sono mai stati in buoni rapporti, l’unica cosa che li accomuna è la fede, ma ciò non serve ad evitare conflitti verbali o rappresentazioni di forza, con lo scopo di predominare su tutti.




L’oggetto chiave di questa nuova Guerra è la penisola Italica da tempo posta come scenario preferito e ambito dai Sovrano Cristiani, per i suoi territori fertili e la posizione strategica nel Mediterraneo.




La penisola di fatto è uno scacchiere diviso in tanti piccoli, e grandi, pezzettini tutti divisi politicamente fra loro e probabilmente uniti dal reciproco odio.




Vi sono gli Austriaci, gli Spagnoli, il Papato e con la dipartita Veneziana sono entrati in gioco i Francesi, i quali a detta del Sovrano Filippo III, Re di Spagna, anche solo la loro presenza è una minaccia.




C’è da dire che un fondo di verità in queste sue parole esiste: i Franchi hanno manifestato, anche pubblicamente, più di una volta un certo appetito per la città di Milano sotto l’egemonia Spagnola.




Oltre a Milano i Francesi sono i principali antagonisti nella corsa al Papato che vede competere gli stessi Francesi, Spagnoli, ma anche Austriaci uniti con gli Iberici dalla Dinastia in comune.




Proprio questi ultimi con estrema sorpresa si sono dichiarati inizialmente neutrali al conflitto Franco-Spagnolo avanzando richieste, al Re Luigi XIII un po' pretenziose e imbarazzanti: esser pagati per la loro neutralità, non un atteggiamento molto Cristiano.




Il Sultano Osman II non è rimasto ad osservare, anzi ha preparato un piano che potrà portare profitto all’Impero.




“Ultimatum alla Spagna”




Osman II il Nostro astuto Sultano, furbo come una Volpe, ha preso la grande decisione di cogliere l’opportunità che lo stesso Allah ha concesso a lui per incidere il proprio nome nella storia dell’Impero.



In seguito ad un concilio tenutosi nel Palazzo dei Visir, al fianco della Sublime Porta, i grandi dell’Impero si sono riuniti per decidere il dafarsi e sebbene l’ultima parola spettasse a Lui è sempre saggio ascoltare le parole dei Visir, esperti combattenti.




L’obiettivo è di entrare con ferocia e arroganza nello scacchiere italico per affermare, e ribadire, la presenza Ottomana nello scenario Europeo come una delle protagoniste principali, e non una semplice osservatrice.




Approfittando del momento di enorme confusione generale causata dalla Guerra Franco-Spagnola la quale ha costretto questi ultimi a concentrare le proprie forze nei Pirenei, lasciando la penisola italica sguarnita, il Sultano ha fatto spedire un Ultimatum a Filippo III.




L’Ultimatum, già giunto a Madrid, racchiude le pretese Imperiali che dovranno essere esaudite se il desiderio è quello di evitare spargimenti di sangue.




La data di scadenza terminerà fra un mese preciso oltre l’esercito Ottomano avrà l’ordine di aprire le ostilità contro gli Spagnoli e verso chiunque si opporrà all’avanzata.




Le richieste sono semplici: Re Filippo III cederà la provincia di Brindisi e l’isola di Sicilia all’Impero evitando dunque qualsiasi forma di conflitto.




Tutto molto semplice, niente richieste di danaro, di risorse preziose o accordi di nessuna natura politica o commerciale, questo perché avvantaggiare la decisione di Filippo il quale ha l’occasione di manifestare la sua Astuzia, Furbizia e Misericordia nell’evitare massacri di soldati e civili.




Inoltre il Sultano, dall’alto delle sue Grazie, ha concesso un mese di tempo a Filippo III per rimuginare sul da farsi e durante questo lasso di tempo non ci sarà nessun conflitto, questo anche e soprattutto per consentire l’incolumità dei civili italici unici martiri di questo conflitto imminente.

: : : Cronache Pontificie : : :

Acta Apostolicae Sanctissimae Sedis, Mensis Decembris Anni 1618



Mister Andi: Ternyata, negara inilah yang membantu Eropa ketika Kelaparan Melanda



””Mamma, mamma”” bruffolò lo bambino strattonando pe’l vestito la madre che comperava la frutta.

””Mamma, li turchi!!! Mamma, li turchi!!”” ripeté strillando lo criaturo, che videa ffascinato quei drappi rossi e quelle mezzelune blanche moversi allo vento nelle acque di Otranto. Crideva d’aver fatto una scoperta sensazionale, e di nuovo strattonò quella madre pe’l vestito strillando ””mamma li turchi, mamma li turchi!!””, ma codella rispose co’ un bel ceffone su quel viso.

””Coteste cose non le debbe dire Ferdinandino”” lo rimproverò la donnola esperta di siffatte imbarcazioni, ””codelle non furono navi tucche, ma dello papa Lessio, capisti?””

Lo picciolo fé sisi col capo piagnucolando e l’afferrò pe’ mano. ””Ja, nnamo à trovà lo papa.””

E invece dello Santo Padre, quei due si trovarono divanti uno saracino collo petto di fuori, una sciabula e lo turbante bleu.



La madonna di Chieti aveva detto lo vero a quella bambina bbruzzese,

Vinezia fu inferno di foco e li turchi ci banchettavano mangiucchiando le carni de li martiri.

Poscia lo Pontefice era stato scacciato dalla sua Santissima Sede, e li francesi allo posto suo ci avevano messo prima un Leo XIII, poscia un XIV che mentre tutta l’Italia sprofondava nello chaos, questi ’nfocò li debbiti di benoltre 600.000 ducati che la Francia avea contratto colla Chiesa e disse che tutti li nemici de li Borbone sarebbero stati scomunicati pe’ decreto pontificio.



Fu tutta colpa di Vinezia e dello Dimonio, che tessea trame oscure nell’ombra.

Un mefistico dì li francesi scesero dalle alpi guerreggiando colle armi da fuoco in mano e co’ li cannoni diretro le spalle, bruciarono le case, presero le femmine… e incontrarono in Milano benoltre 60 mila moschettieri spagnuoli i quali in un primo momento perirono sotto le palle de li francesi come tante palombelle vicino al foco. Eh, ma lo papa Alessio benedisse poscia li spagnuoli collo Santo Rosario, fece quindi piovere sopra di loro la Beata Vergine Maria degli Eserciti, e implorò a tutti li Cristi di scendere dalla Croce. Senza la benedizione del papa i francesi avrebbero trangugiato gli ori di Sant'Ambrogio.

Dunque Dio si fece legionario e li chiamò a correre all'assalto contro la Francia.

Si infilzarono corpo a corpo confondendosi nella mischia, mentre le palle sparavano.

Fu ddolore, e tutt'eddue caddero in fine sulla terra rossa, che si copriia di cadaveri.



Li cadaveri decomposti cominciarono poco dopo a marcire, vermi e topi, topi e mosche, e presto in Milano ci fu la peste bubbonica. Li cristiani si ricoprirono di bubboni, pustole, escrescenze e liquami.



Frattanto, l’Austria abbandonò Genova e Firenze.

Napoli aveva perduto lo viceré.

E li Francesi avevano confiscato tutta la penisola, deppredando li bbitanti de li loro cari risparmi.



Prelude: The Late Middle Ages - AP Europe . Charles III de Bourbon - Wikiwand



””Cosa succede oltre il confine?”” dimandò lo falso papa.

””Credo che non resti ancora molto tempo per voi, Eminenza”” rispose ansioso lo vicario sotto l’occhio torvo di Leone XIV, ””la Francia non lo vuole ammettere, ma sta perdendo… l’Austria è alle porte di Parigi, ’l suo esercito non può competere.””

””Fandonie!!!”” gridò lui, aggrappandosi e tenendo ferme le sue sante natiche sul trono di Dio pe’ paura di perderlo.

””Eminenza…””

Ma l’usurpatore scosse 'l capoccione e non lo volle ascoltare.


A la Cour de France



La Gloriosa Indignazione Francese!



Passavano i giorni alla corte di parigi mentre il giovane Luigi non dormiva un attimo, tanta era la sua rabbia di giovane uomo a capo di una delle più grandi e gloriose nazioni del mondo ed ora caduta cosi in basso pur di non chinare il capo e prostrarsi.

Ma quale Re sarebbe stato lui ad arrendersi? quale servo devoto di Cristo avrebbe permesso che la chiesa cattolica cadesse tra le mani di un Austriaco?. non di certo lui!.



Vaneggiava Luigi nella sua stanza abbordata di velluto rosso ed ermellini con punteggiatura a pua, gli occhi passavano attorno a tutta quella ricchezza intorno a lui mentre la mano destra si allunga verso la medesima direzione alla ricerca nel nel tavolino in mogano intagliato il calice di vino sopra di esso che afferra, decanta, ed in fine sorseggia con eleganza sovrumana.



Scotta il capo guardando fronte a se ora verso la finestra laggiù oltre le viette della città.. oltre le colline e le praterie vi erano gli Austriaci ad un passo da lui, gli stessi maledetti Austriaci avvoltoi di carcasse che attendendo il momento giusto hanno dichiarato guerra ed invaso parte del settentrione la dove un tempo vi era la gallia settentrionale ma che ora null'altro era che un manupolo di contadini e pastori.. se non per Lille, grande tassello fondamentale per la sopravvivenza delle armi belliche Francesi con le sue fabbriche da poco costruite.

< E la guerra che vogliono?... e sarà la guerra che avranno.. scrivano!...>

Esclamò di colpo battendo il pugno sul tavolino e nella stanza entrò uno scrivano panzuto un po in carne e l'aria da fessacchiotto con calamaio papiri e quant'altro.

<Scrivi..... Io Re Luigi..Proclamo sedutastante la confisca di tutti i destrieri della capitale e dei dintorni.. in nome della Francia e di dio.. Ogni uomo che va dai giovani 20 ai valorosi 30 è chiamato alle armi.. coloro che non hanno discendenza saranno esenti dal farlo.. la città entra ora e fino alla fine del conflitto in stato di guerra ove vige legge marziale..>

Declama in fine.
Lo scrivano prenderò nota e partirà.

- - -



A Sud la situazione altalenava, gli spagnoli sono avversarsi duri a morire.. ma non di meno i Francesi sono testardi.. gli ordini erano categorici, Resistere! L'arrivo dei rinforzi avrebbe forse riportato l'equilibrio sul fronte.. Luigi pur essendosi indebitato molto alla fine è riuscito ad accumulare una somma di Franchi in oro invidiabile dallo stesso Papa , nel corso di quella guerra e di quei 4 mesi passati egli era riuscito a mettere su un arsenale di cannoni non male che ora si stava in parte dirigendo al fronte settentrionale ed in parte verso la città caduta di Tolosa oltre che a Bordeux ormai sotto assedio da mesi.

La presa sulle città di Milano e Genova erano ancora forti, i cadaveri del grande massacro svoltosi per la sua conquista ormai seppelliti da tempo e la città a differenza di ciò che veniva detto altrove era pulita e sorvegliata in fase di ricostruzione, i valorosi soldati Francesi avevano vinto nonostante l'inferiorità numerica e la mancanza di mezzi.


Crónicas de los reinos españoles







CRONACHE DI GUERRA





Guerra Franco-Spagnola, iniziata nell'anno 1618



Sia lasciato ai posteri la verità riguardante l’onore e il coraggio dei soldati che combatterono contro l’eretico Luigi XIII per riportare la Francia sotto i vessilli cristiani.



La guerra scaturì a seguito dell’invasione di Venezia da parte dei Francesi, la città divenuta atea e avvicinatasi ai Turchi ha reso necessario l’intervento delle truppe cristiane a difesa delle insegne Cattoliche. Non un turco doveva mettere piede in Italia. Le circostanze faranno poi si che invece questo punto venga disatteso. Il Sommo pontefice, Filippo III di Spagna e Carlo detto Postumo chiesero che la Serenissima fosse inserita tra le terre Pontificie ma l’avidità dei Borboni non favorì tale processo.



Le armate francesi attaccarono gli Spagnoli, cercando di sbaragliarne la resistenza ma non facendo i conti con le abilità militari delle truppe iberiche, forgiate da secoli di battaglie.



Il Nord dei Pirenei fu il teatro delle prime battaglie. Lo sconfinamento dei fanti francesi, protetti dai cannoni venne quasi subito fermato dagli oltre 40.000 soldati di Sua Maestà alle porte della cittadina di Bilbao tanto che tentarono una ritirata frettolosa che portò alla rovina l’intero contingente bellico Borbone prima del ritorno nelle terre patrie.



Le vittorie riscontrate in patria dettero una spinta anche negli altri teatri della guerra. L’unica battaglia navale compiutasi fino ad ora svoltasi al largo di Barcellona vide l’affondamento della flottiglia francese con perdite quasi nulle nella marina Iberica.



Il teatro italiano fu quello più problematico, gli avvenimenti si susseguirono rapidamente.



I Francesi abbandonarono quasi subito le terre acquisite della Serenissima, saccheggiando le vetrerie di Mestre, rubando bottini veneziani e sterminando la popolazione locale. Il terrore si sparse nei territori adiacenti tanto che molti profughi giunsero a Milano in cerca di Protezione. Proprio il Ducato di Milano fu il teatro della più nobile resistenza Spagnola. L’esercito francese varcò le alpi in direzione della capitale del Ducato e presso Legnano gli spagnoli si schierarono, inferiori per mezzi e numero, per l’estrema difesa. Nei piani di Luigi XIII evidentemente vi era di ottenere rapidamente la vittoria in Italia per poi spostare gli eserciti ma la brutta sorpresa era dietro l’angolo. Il coraggio, la Tenacia, la Fede dei 60.000 martiri, Benedetti dal Sommo pontefice in Persona permise la distruzione quasi totale delle armate Francesi che si, occuparono il nord Italia, ma che non potranno resistere contro il ritorno dei fanti di Filippo III. È questione di settimane prima che la Spagna riprenda il controllo delle terre che le spettano di diritto e la popolazione locale attende questa gioia. Giungono a Madrid voci di rivolte contro gli invasori, di sacche di resistenza e di azioni di coraggio da parte dei popolani. Filippo non si dimenticherà di questo coraggio.



Da segnalare, purtroppo, che a causa di questa guerra la pressione turca si è fatta insostenibile nel Sud Italia. Il vice Re ha abbandonato Napoli rifugiandosi in Sicilia da dove tenterà eventuali difese. Il sud è al momento scoperto. Roma è occupata dai Francesi, il Papa si trova in Spagna. La situazione è ancora critica, solo la Fede potrà salvarci.





Nel mentre Francisco Rojas è stato mandato a Trento, in vista di una imminente resa Francese, dovuta anche all’intervento Austriaco, sono iniziati dei trattati di pace.



A seguito del massiccio reclutamento Francese però gli equilibri sono cambiati, Tolosa passa da una parte all’altra nel giro di poco tempo, Bordeaux è assediata ma resiste. Bisogna dare atto ai soldati borbonici di essere tenaci, peccato per il vile condottiero. Truppe Ottomane stanno giungendo a Parigi in aiuto dell’alleato, aggiornamenti verranno scritti con l’avanzare delle operazioni.


Devlet-i Ebed süresi




| | La Voce del Sultano | |




Calendario Hijri

Secondo Mese

1028

(1619)




“Morte”




Il conflitto Franco-Spagnolo passerà nella storia come la guerra che ha nuovamente fatto sprofondare il continente Europeo nell’Inferno.



Stime non ancora ufficiose ci dicono che in seguito alle tante battaglie che hanno visto scontrarsi: Francesi, Spagnoli, Austriaci e tedeschi Protestanti, sono deceduti qualcosa come quasi mezzo milione di soldati, senza contare i civili.




La ricerca morbosa di potere, di supremazia sui propri fratelli di fede che accomuna ogni sorano Cristiano è imbarazzante ed Umiliante, invece di essere uniti si dimostrano nuovamente un popolo debole.




Il vecchio Pontefice il quale dovrebbe rappresentare la purezza estrema della Cristianità nel mondo in realtà è un semplice tiranno bramoso di potere e danaro.




Salito al potere tramite un’elezione truccata, il Danaro evidentemente a Roma è più forte di Dio, ha dato nelle mani dei Francesi la Serenissima Repubblica di Venezia, dando inizio di fatto a questo conflitto.




Sebbene le ostilità sono iniziate ormai da mesi e i cadaveri non si contano neanche più, ma si preferisce dare loro fuoco, non si ha un vero e proprio vincitore, anzi la discussione è ancora tutta aperta.




L’alleanza Austro-Spagnola inizialmente aveva dato effetti più che positivi contro l’esercito francese impegnato su due fronti, ma a fregare i due Sovrani, che già si strofinavano le mani per la vittoria, c’è stata la notevole resistenza francese nata nel cuore dei più giovani.




Questi molti giovani francesi in esperti nell’arte della guerra sono stati mandati a cavallo contro il nemico come vera e propria carne da macello… e sembra stia funzionando.




A scombussolare ulteriormente lo scacchiere vi è stata l’intromissione dell’Impero e dei fuochi rivoluzionari dei Tedeschi Protestanti, i quali dopo esser stati quasi abbattuti dagli Austriaci sono insorti nuovamente creando molti danni.




“Italia: Fronte Turco-Spagnolo”




Ingannati, è questa la parola più giusta da usare in questa situazione: siamo stati ingannati e presi in giro dal Re di Spagna!



L’Ultimatum Ottomano inviato a Madrid ormai molti mesi fa non ha ricevuto nessuna risposta diretta se non un tentativo di prendere tempo da parte di Filippo III.




Il Sultano, già infastidito, aveva concesso un ulteriore mese al Re Ispanico per formulare una degna risposta, forte del fatto che gli stessi soldati spagnoli stavano abbandonando il Sud della penisola un chiaro segno di resa.




Silenzio nessun comunicato, nessuna lettera, neanche un piccolo messaggero a cavallo, il Re Filippo non ci ha degnati neanche di una risposta e ciò non può essere assolutamente tollerato.




Un reparto di Giannizzeri già da tempo di stanza nella città serba di Cettigne hanno ricevuto l’ordine di sbarcare a Brindisi, ma con delle novità rispetto agli ultimi ordini: l’obiettivo dei soldati sarà quello di prendere il controllo di tutto il Sud Italico non solo Brindisi e Palermo.




Pochi giorni dopo aver dato l’ordine di attaccare, arriva una strana lettera alla corte Imperiale: era proprio una lettera di Re Filippo in risposta all’Ultimatum…




Il contenuto della lettera invitava a Palermo il Sultano a firmare i documenti per il passaggio di proprietà delle due regioni.




Il Sultano Osman II ha chiesto l’esecuzione capitale dei responsabili della comunicazione poiché, qualora non fosse avvenuto questo ritardo, si sarebbe evitata un'inutile battaglia.




“Italia: Fronte Franco-Spagnolo”




E’ nella Penisola Italica che ha avuto luogo la battaglia più poderosa e importante di tutto il conflitto, soprattutto nel versante Franco-Spagnolo.



Più precisamente a Milano, il ducato lombardo nelle mani Spagnole è stato oggetto di interesse quasi paranoico per il Re Francese, tanto da mandare il grosso del suo esercito per eliminare la presenza spagnola.




Da alcuni racconti e comunicati ufficiali si stima che la battaglia abbia visto contrapporsi circa 45.000 Francesi supportati da mezzi bellici come cannoni anti fanteria e 60.000 Soldati Spagnoli.




Il duello è stato lungo, sporco, sanguinoso e logorante per entrambi gli schieramenti, poiché nonostante gli spagnoli potevano contare sulla superiorità numerica, l’avanzamento tecnologico dell’esercito francese ha fatto la differenza, anche se il risultato è stato inaspettato.




L’Esito della battaglia ha sorriso i soldati di sua Maestà Luigi XIII, ma è un sorriso amaro quasi beffardo poiché rimasero in vita poco meno di 5.000 fanti francesi; una grande parte dell’esercito fu annientato in quella singola battaglia e ciò avrebbe portato a grandi difficoltà.




Fatto sta che al momento l’intero nord italico è nelle mani dei Francesi e di fatto anche il Papato con ora al capo un “antipapa” scelto da Luigi.




“Pirenei”




La grande catena montuosa che separa fisicamente la penisola Iberica dal resto del continente, che separa il Regno di Spagna da quello Francese è dall’inizio del conflitto lo scenario più interessante.



Sui ripidi monti, immersi nell’aria fresca tipica delle montagne, si sono consumate molte battaglie e il sangue dei caduti ha decorato il terreno roccioso di un bel rosso accesso.




In principio il primo attacco fu per mano dei francesi che con arroganza pensavano di poter conquistare Burgos facilmente, ma si sbagliavano poiché la scaltrezza dei generali Ispanici ha avuto la meglio.




Bordeaux, la città francese più vicina ai Pirenei assieme a Tolosa, è stata soggetta ad innumerevoli assedi da parte della potenza bellica spagnola, ma senza di fatto riuscire a conquistarla del tutto.




Destino ben diverso per la vicina Tolosa la quale, meno difesa, ha subito la conquista da parte degli Ispanici e la successiva riconquista francese.




Ad oggi nella cittadina di Tolosa vi sono in difesa circa 40.000 Giannizzeri pronti a difendere ed offendere il nemico oltre i monti.




“Fronte Austro-Francese e Protestanti?”




L’Arciduca Carlo d’Austria personaggio molto noto tra i confini dell’Impero prima di entrare nel conflitto Franco-Spagnolo aveva iniziato una campagna punitiva verso i tedeschi protestanti.



Impegnato su due fronti l’esercito Austraco inizialmente ha registrato molti successi sia contro i francesi che contro i protestanti, arrivando a controllare le città francesi di Nancy e Lille.




L’arrivo però della resistenza francese e della sua giovane cavalleria, supportata dai cannoni mangia uomini, ha destato una dura sconfitta all’Austria riconquistando le due città francesi e penetrando in territorio tedesco con la presa di Strasburgo.




Come se non bastasse oltre alla rinascita francese a nord i tedeschi protestanti, quasi del tutto eliminati, hanno trovato le forze per un'ultima controffensiva che sta danto per ora grandissimi risultati: la riconquista di Colonia e Francoforte.




A sud invece fa pressione il Sultano per convincere il Duca ad arrendersi prima che sia troppo tardi.
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Messaggio Da Falco Mer Feb 09, 2022 2:26 pm

- -

1619 Marzo.-

La Vecchia Guardia di Napoleone



<Che la terra tremi sotto i nostri piedi.. il fiero popolo Francese non si arrenderà mai ne ora ne nei secoli a venire!...
Vi guardo!... vedo volti di giovani uomini pronti a servire con la vita questo paese se necessario!.. >

Un boato di "oooh" si solleva largo l'immensa adunata di soldati tutti in casacche blu o colori tendenti a quello, chi con fucili da caccia e chi anche a baionetta e basta, il popolo di Francia intera era su quel campo a Nord nella baviera, dopo mesi di interminabili battaglie, stanchi ed affamati, con l'unico pallino in testa che avevano ormai da 1 anno a questa parte, abbattere gli austriaci. Ed ora li di fronte si collocava l'ultima sfida, una battaglia a senso unico in Baviera ove di certo l'inesistente mancanza di truppe a difesa della città sarebbero state pagate a caro prezzo in un massacro di sangue senza precedenti, tanta era la furia dei soldati che avevano visto parenti ed amici cadere sotto il fuoco Austriaco il tutto senza un senso in particolare specificato dall'Austria se non il semplice voler essere pagata come a ricatto.

Gli Austriaci alla fine hanno compreso che chi gioca con il fuoco rischia poi di scottarsi.

<PER LA FRANCIA!.. >

Urla il giovane generale sulla ventina e tutti i soldati sollevando le proprie armi in alto a loro volta.

<LUNGA VITA ALLA FRANCIA!..>

In un Eco di voci smisurato e ripetitivo.
Ed alla fine la marcia inizio diretta verso il prossimo peggior ricordo Austriaco.




- - - -


Sul Fronte Sud il nemico ancora era impegnato, le forze avevano retto alla difesa e riconquistato Tolosa e varcato in fine i Pirenei alla carica sfrenata ove molti ancora caddero verso Barcellona insieme agli ottomani che facevano vanto di cosi tanti soldati da far invidia ed imbarazzo alla Francia in una situazione simile.

Ma come fu per Milano all'epoca i soldati fremevano e basta di pura gioia ed esaltazione.. il numero poco conta loro erano macchine inviate da Dio per ucciderli e per punire l'ingordigia degli uomini sotto la sua luce.

<Dio è Con noi!..>

Gridava un giovane soldato mentre sotto lo scrosciare dei cannoni che colpivano gli edifici scattava da fila a fila portando vigorosa man forte ove la servisse.



Oltre quelle barricate, oltre quei fumi tossici che si alzavano oltre la città si nascondeva Filippo insieme al suo falso papa che ora poteva solo tremare impaurito e disperato mentre il suo mondo si sgretolava.
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